CONFUTAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DEL SIG. CARLO TONDI
Non è vero quanto dichiara il sig. Tondi al settimanale
GIALLO (pag. 16, Nr 24): "Io e mia moglie, infatti, abbiamo
avuto sempre avuto un sospetto: a
uccidere Katia non è stato uno sconosciuto, bensì una persona molto
vicina alla nostra famiglia. Oggi i nostri sospetti sembrano avuto
conferma".
Nemmeno corrisponde a verità l'affermazione riportata
dal settimanale GIALLO a pag. 17 ed attribuita alla mamma di Katia
"... per questo siamo sempre
stati convinti che a ucciderla sia stata una persona di cui si fidava
molto".
L'avverbio "SEMPRE" intende riportare una
realtà soggettiva, temporale e di sospetto in realtà MAI avvenuta.
Affermo ciò con chiara conoscenza di causa perché la
sig.ra Assunta Giordano, moglie di Carlo Tondi e madre di Katia, mi
ha dichiarato di fronte a testimoni (1) di avere la certezza che si
trattava di omicidio in seguito a rapina, (2) che era sicura al 100%
dell'innocenza del genero Emilio. Tale dichiarazione è stata
proferita di fronte al sottoscritto, all'avv. Natalina Mastellone, al
dott. Enrico Delli Compagni ed al figlio Antonio: eravamo a casa sua.
Ed anche il figlio Antonio si è sempre dichiarato convinto
dell'estraneità di Emilio e di qualcuno della famiglia. Quindi
l'avverbio "SEMPRE" non corrisponde a realtà e
rappresenta una falsa realtà.
Come mai questo voltafaccia? Non è che i due sono stati
fagocitati, suggestionati, accarezzati, lisciati e blanditi "per
cambiare idea" ed adeguarsi al "modello Parolisi", per
accodarsi ai sospetti degli inquirenti, per dare la caccia e la croce
ad Emilio Lavoretano.
Ho il sospetto che qualcuno tenterà di usarli come
biglietto da visita, come passepartout e merce di scambio per entrare
nei salotti televisivi, per avere un po' di visibilità mass
mediatica e qualche spiccioletto di luce dei riflettori. Mi ricordo
di un avvocato che usò Annamaria Franzoni con lo stesso scopo, per
poi naufragare miseramente sepolto nell'oblio! Del resto disse
Confucio: "Di un uomo guarda quel che fa, guarda perché lo
fa, capisci cosa appaga quell'uomo e capirai l'uomo".
Qui la famiglia della vittima viene usata come
trampolino per la gloria mediatica televisiva e del web.
CONFUTAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DELL'AVV. GIANLUCA
GIORDANO
Ha dichiarato l'avv.
Giordano: "Entrando nell'appartamento potremo anche
trovare possibili tracce lasciate dall'assassino. Solo allora potremo
essere certi che a uccidere Katia sia stato proprio suo marito".
La dichiarazione non è condivisibile per motivi di tipo
logico, giuridico, investigativo, criminologico e investigativo.
Sicuramente è apodittica. Difatti, parte dal presupposto sbagliato,
non dimostrato e violatore del principio di innocenza che l'assassino
sia il marito perché "le tracce dell'assassino sono del
marito"(sic!).
Chi conosce un po' di logica comprende che l'avv.
Giordano ha posto come presupposto un enunciato illogico e
intimanente errato, che anticipa le conclusioni (gradite? frutto di
suggestione? anticipazione del giudizio? conclusione voluta come
presupposto iniziale?) con il presupposto bicondizionale "SE
E SOLO SE" LE TRACCE DELL'ASSASSINO CI SONO QUESTE TRACCE
SONO DEL MARITO: un NON SIGNIFICATO logico, scientifico e giuridico.
Difatti, cosa fa l'avv. Giordano? Parla di "possibili tracce
dell'assassino" che "se trovate" "sono del
marito". Perché mai le tracce dell'assassino sono del marito e
non di altra persona? Come fa l'avv. Giordano, di fatto, ad
anticipare che l'assassino è il marito e che, trovando le tracce
dell'assassino si trovano automaticamente le tracce del marito
quanto assassino? C'è chi chiama questo errore "petizione di
principio", chi "scambio del presupposto e della
conclusione", chi "presupposto sbagliato spacciato per
verità": SICURAMENTE NON CI SONO INFERENZE FLUIDE E ARMONICHE!
Si badi bene, che le tracce dell'assassino (sinora non
uscite fuori) tramite la tecnica delle luci forensi dovrebbero essere
il frutto della colluttazione fra la vittima Katia Tondi e il suo
assassino, dell'aggressione a Katia e della fuga dell'assassino. Che
tipo di tracce e dove? Liquidi biologici, tracce papillari e di
comportamento latenti sulle pareti accanto il corpo della vittima,
sulla vittima, sul pavimento, sulle maniglie, sui termosifoni, sugli
interstizi e sugli infissi tali da dimostrare SENZA OMBRA DI DUBBIO
che sono state prodotte il 20 luglio 2013 dall'iterazione omicidiaria
"Katia Tondi – Soggetto Ignoto". Ebbene, l'avv.
Giordano come fa ad avere la certezza che l'assassino è il marito e
che se saranno trovate dell'assassino, tale tracce sono del marito!?
Inoltre, l'avv. Giordano sembra ignorare (1) che
vi sono tre gradi di giudizio, parla di "colpevolezza del marito
se vengono trovate le tracce dell'assassino" (!?) senza
dimostrare il nesso di causa-effetto, il nesso di corrispondenza e di
attribuibilità fra le eventuali tracce dell'assassino e quelle del
marito, (2) che esiste la presunzione d'innocenza.
Personalmente sono convinto e insegno insegno che (A) SE E SOLO SE la
traccia esecutiva-criminalistica del tipo personale è al 100%
dell'assassino, e (B) SE E SOLO SE la persona che risulta
essere produttrice esclusiva di quella traccia ha la compatibilità
di traccia al 100% con la traccia esecutiva-criminalistica del tipo
personale, ALLORA QUELLA PERSONA È L'ASSASSINO, invece l'avv.
Giordano ritiene che SE E SOLO SE vengono trovate tracce
dell'assassino ... l'assassino è Emilio Lavoretano (!?).
CONFUTAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DEL DOTT. EZIO DENTI
Ha dichiarato il dott.
Denti (convinto che la donna sia stata vittima di un omicido d'impeto
e dunque non premeditato): "L'ipotesi di una rapina finita
in tragedia ci risulta inverosimile: i malviventi, per entrare
nell'abitazione, avrebbero dovuto scavalcare il cancello
condominiale, salire al terzo piano del palazzo e suonare il
campanello per farsi aprire".
La dichiarazione è confutabile sotto i seguenti
aspetti:
- oltre all'omicidio d'impeto esistono quelli situazionale-circostanziale (per tacitazione testimoniale, per autosicurezza, per autodifesa, per reazione, per "firma dell'ultimo momento"), per dispetto, per vendetta, per over crime (andare oltre il crimine iniziale), in seguito ad altro atto criminale, per scelta improvvisa. Difatti, diversi omicidi tramite strangolamento sono stati effettuati da rapinatori e/o ladri che, trovatisi di fronte a un inprevisto, un pericolo, una reazione – hanno scelto la via dell'assassinio con il mezzo costrittore portato seco;
- rapinatori e predatori professionisti entrano dove, quando e come vogliono, certamente non suonano al campanello e, se lo fanno, lo fanno fare a una donna o a una persona insospettabile, fanno abbassare le difese alla vittima, usano stratagemmi ingegnosi e fantasiosi;
- sicuramente chi vuole entrare in casa altrui conosce e usa espedienti pratici e psicologici di tipo diverso, dal doppione di chiavi al passepartout, alla lastra, alla forzatura: decine di modi per entrare; inoltre la porta presentava evidenti segni di manomissione;
- il problema dello scavalcare il cancello condominiale non esiste, perché ho documentato PERSONALMENTE che il cancello posteriore del condominio aveva la serratura divelta, serratura che è stata aggiustata in seguito; il dott. Denti, evidentemente, ignora questo particolare;
- non chiudiamo il contesto di omicidio in seguito a rapina perché nella zona sono stati notati soggetti criminali di tale tipologia, ed è noto che in quella zona la criminalità predatoria è in azione;
- è probabile che trattasi di omicidio premeditato agito da un soggetto organizzato e motivato, che si era appostato, che aveva calcolato tempi, opportunità, logistica e modalità per affettuare il blitz intrusivo: esistono la firma psicologica comportamentale e le tracce di un modus operandi speciale sulla scena del crimine;
- sono probabili anche altri scenari e contesti omicidiari.
CONCLUSIONI
Quello che mi dispiace è che, nonostante il
sottoscritto, gli inquirenti ed altri abbiamo visionato e studiato le
stesse fotografie della scena del crimine ed abbiamo gli stessi dati
investigativi, siamo arrivati a conclusioni diverse perché
abbiamo osservato, considerato e dedotto in modi diversi per qualità,
metodo, stile e contenuti. Chi è che ha osservato e concluso in modo
inesatto? Vedremo.
C'è chi sa leggere quello che è scritto, nascosto,
confuso e manipolato, c'è chi si accontenta di quello che appare e
si adatta ai propri convincimenti e sospetti.
Comunque, propongo due considerazioni che devono
farci riflettere, a prescindere:
- L'arma del delitto non è stata trovata. Però dalla casa non manca alcun mezzo costrittore, questo significa che l'arma non è dell'ambiente, che l'assassino l'ha portata con sé, l'ha usata e l'ha riportata via per una serie di motivi che illustrerò in altra sede. Questo è un elemento oggettivo discriminante che, mi auguro, nessun intelligentone, basandosi sul nulla, tenterà mai di rovesciare guardando il bicchiere mezzo pieno dall'alto per dire: "Il bicchiere è pieno perché non vedo il fondo".
- L'orario del delitto, checché si facciano i salti mortali per retrodatarlo, è sicuramente dopo le 19 e prima delle 20. Cercare di anticiparlo significa spostare i tasselli del puzzle investigativo a proprio piacimento per fare quadrare quello che ragione, mente, logica e scienza non possono fare quadrare e per "cucire il vestitino" addosso ad Emilio. Significa rovesciare un presupposto certo che regge conclusioni non gradite, per crearne uno fittizio che possa reggere l'innamoramento del sospetto, l'ipotesi colpevolista non dimostrata e non dimostrabile e l'autoconvincimento riverberante.
Consulente criminologo criminalista investigatore della Difesa del sig. Emilio Lavoretano