Indagini nate male e finite
peggio, pressappochismi investigativi, intuizioni che diventano tesi,
sospetti che prendono il sopravvento, formazione
dell'autoconvincimento riverberante, tesi di cui ci si innamora:
attenzione, l'errore investigativo è sempre in agguato e dall'errore investigativo si passa a quello giudiziario.
IL TUTTO SARÀ APPROFONDITO NELLA CONFERENZA STAMPA DI MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE ORE 15,00 PRESSO LA FONDAZIONE ELIO STICCO, VIA LUSSEMBURGO, IN SANTA MARIA CAPUA VETERE CONFERENZA STAMPA SU OMICIDIO KATIA TONDI: “Il punto della situazione delle indagini e le investigazioni del Pool di Difesa di Emilio Lavoretano, marito della vittima. Il profilo criminale dell’assassino. Le piste investigative da seguire. Confutazione dell’ipotesi accusatoria degli Inquirenti. Chiarimenti e comunicazioni.”
In oltre cento casi d'omicidio
fra quelli che ho trattato per motivi professionali ho constatato che
QUANDO gli
inquirenti partono male non imbroccano più la giusta strada (tranne
eccezioni che al momento non mi sovvengono). Ho denominato questo
fenomeno "smarrimento della retta via investigativa"
provocato dall'innamoramento della tesi e del sospetto.
Questo tipo di smarrimento della
retta via investigativa è accaduto, per fare qualche esempio, nei
gialli di Via Poma, vittima Simonetta Cesaroni; dell'Olgiata vittima
Alberica Filo della Torre; dei delitti del Mostro di Firenze
(processo a Pietro Pacciani); di Massino Pisano, vittima la moglie
Cinzia Bruno, dove l'uomo scontò ingiustamente sette anni di
carcere; il delitto della "Catania bene", vittima Antonella
Falcidia, col marito incarcerato, processato ed assolto; il delitto
di Arce vittima Serena Mollicone, col carrozziere Carmine Belli
incarcerato per 18 mesi, processato ed assolto; nei gialli di morti
equivoche che vedono la morte del brigadiere dei Carabiniere
Salvatore Incorvaia in Vimercate, del fisico ascolano Rodolfo Manno
in Civitanova Marche, di Claudia Agostini in Roma zona Lungara, di
Tina Pacciarella in Ciampino, di Mario Natali in Viterbo, di Umberto
Cocco in Roma, e in diversi altri.
E in ogni caso di
"smarrimento della retta via investigativa" sono stato
costretto a confrontarmi e scontrarmi con i fautori/assertori
dell'impianto accusatorio-investigativo. Situazione, questa, che ha
sempre e comunque visto la sconfitta altrui e mai la mia, ciò per un
solo motivo: valuto tutto con freddezza, distacco, senza emozioni,
senza coinvolgimenti personali e forzature di alcun genere:
"Tsuki no koro, mizu no kokoro: la mente come la luna, la
mente come l'acqua". Valuto con logica sistemica basandomi
sui pilastri della coerenza, scienza e della ragione, mai su
"interessi di bottega", di immagine o di carriera.
L'OMICIDIO KATIA TONDI
Ritengo che lo "smarrimento
della retta via investigativa" si stia verificando anche nel
caso dell'omicidio di Katia Tondi dove è stato iscritto nel registro
degli indagati il marito Emilio Lavoretano.
Inizialmente ero stato
incaricato da Emilio Lavoratano, dalla madre e dal fratello della
vittima di impostare un'analisi criminale per individuare elementi
utili alla cattura dell'assassino (combinazione criminale). Ora le
cose sono cambiate: Emilio è sospettato dell'omicidio, il padre
della vittima si è scatenato mediaticamente, la madre e il fratello
della vittima "seguono" il congiunto. Al che ho dovuto
scegliere, e ho scelto la difesa di Emilio Lavoretano col doppio
incarico da parte del suo difensore avv. Natalina Mastellone di
individuare l'assassino di Katia Tondi e d'individuare elementi a
favore di Emilio.
Ho valutato con freddezza il
tutto, sono stato sui luoghi e sulle scene del crimine, ho parlato
con diverse persone informate dei fatti, ho capito che Emilio era già
"attenzionato" e "puntato" sin dall'inizio
nonostante persona offesa. Ed ho fatto le mie scelte: difendo Emilio
Lavoretano perché lo ritengo estraneo, perché intendo evitare un
errore investigativo-giudiziario, perché intendo collaborare per
assicurare alla giustizia il vero assassino di Katia Tondi.
Consiglio di leggere il
comunicato di Emilio Lavoretano del 13 settembre dopo la trasmissione
QUARTO GRADO e il mio (5 settembre 2013) dopo le dichiarazioni del
padre della vittima al settimanale GIALLO.
GLI ELEMENTI CERTI SUL CASO
KATIA TONDI
Sono pochi gli elementi certi,
eccoli:
1) Emilio Lavoretano
esce alla ore 19 e torna verso le 20; trova la moglie sul pavimento,
chiama la vicina, iniziano gli allarmi telefonici, arrivano
estranei, familiari, operatori del 118, operatori delle Forze
dell'Ordine. La vittima è morta per strangolamento, non ha subito
aggressione sessuale, non presenta tracce di difesa.
2) La
sera stessa del delitto la scena del crimine viene liberata, invece
di essere congelata e posta sotto sequestro.
3) Si
verifica il seguente gravissimo evento: non vengono prese le
temperature della vittima e le temperature ambientali.
Eppure sono decenni che diciamo, scriviamo, gridiamo, indichiamo e decidiamo in convegni, seminari, trattati forensi-investigativi e in sedi universitarie che la "scena del crimine è sacra", "via tutti, la scena diventa un santuario a disposizione della polizia scientifica", "prendere immediatamente tutti i dati di temperatura della vittimia e degli ambienti", "non sottovalutare nulla".
In tal modo è stato impedito alla "via investigativa" di individuare il momento zero e il segmento zero: momento della morte e segmento temporale di 30 minuti: un regalo al vero assassino: un regalo alla legge del sospetto!
In tal modo gli inquirenti possono essere condizionati psicologicamente a valorizzare solo il proprio operato.
Eppure sono decenni che diciamo, scriviamo, gridiamo, indichiamo e decidiamo in convegni, seminari, trattati forensi-investigativi e in sedi universitarie che la "scena del crimine è sacra", "via tutti, la scena diventa un santuario a disposizione della polizia scientifica", "prendere immediatamente tutti i dati di temperatura della vittimia e degli ambienti", "non sottovalutare nulla".
In tal modo è stato impedito alla "via investigativa" di individuare il momento zero e il segmento zero: momento della morte e segmento temporale di 30 minuti: un regalo al vero assassino: un regalo alla legge del sospetto!
In tal modo gli inquirenti possono essere condizionati psicologicamente a valorizzare solo il proprio operato.
PERCHÉ IL MARITO È STATO
ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI?
Non penso che sia stato un atto
dovuto, ho il convincimento (non riverberante) che gli inquirenti, allo stato dei fatti e
degli atti, lo ritengano colpevole. Ecco i presupposti dell'impianto
del sospetto degli inquirenti, fermo restando che ora non posso più
scoprire tutte le carte, lo farò al momento opportuno:
- è regola regina sospettare in primis del marito;
- è regola sospettare di tutti, quindi anche del marito;
- le statistiche degli ultimi anni portano a sospettare del marito, del convivente, dello spasimante, del corteggiatore: nella fattispecie l'unica figura esistente ed appurata è solo quella del marito;
- la legge statistica criminologica investigativa del femminicidio spinge a puntare il marito;
- il marito aveva le possibilità esecutive, spaziali, temporali, di capacità e di opportunità di uccidere la moglie;
- esiste – in modo invisobile ma prepotenete e determinante - il modello Parolisi;
- esiste la regola dell'ultimo contatto in vita della vittima e della contiguità dell'aggressore;
- seguire il principio del rasoio di Occam (la via più semplice è sempre la migliore);
- chi se non lui? (legge dell'esclusione);
- qualunque incertezza/contraddizione del marito diviene motivo di sospetto.
ALCUNE MIE CONSIDERAZIONI DI
CUI, PRIMA O POI, QUALCUNO NE TERRÀ CONTO
Non esiste sulla scena alcun
elemento criminalistico e di traccia criminale riferibile al marito.
La tecnica omicidiaria non è
compatibile col movente situazionale del marito.
Il modus operandi dell'assassino
e gli atti di matrice psicologica che ho letto sulla scena del
crimine sono incompatibili con la figura e il comportamento del
marito.
Il marito non aveva le
possibilità esecutive, spaziali e temporali per commettere
l'omicidio.
I dati investigativi nel loro
insieme disegnano un quadro che scagiona il marito.
Esistono quattro tipologie
di scenari omicidiari (ogni scenario prevede: tipologia di soggetto
esecutore, piste, contesti, moventi, intenti primari, organizzazione,
livelli criminali e situazioni) che gli inquirenti non hanno ancora
sviscerato e, forse, nemmeno immaginato; ne parleremo alla conferenza
stampa del 25 settembre a Santa Maria Capua Vetere, presso la
Fondazione Elio Sticco.
COSA STA SUCCEDENDO? POCHI
DEI MIEI MOLTI PENSIERI.
È molto probabile che gli
inquirenti siano incappati nella mosca bianca dell'eccezionalità:
"Si è fuori dalle statistiche: non è stato il marito!"
Ancora non sono stati
individuati gli aspetti peculiari e speciali del delitto, quindi
hanno latitato fantasia, immaginazione e creatività: ci si è
adeguati alla conformità.
La qualità delle
osservazioni che hanno prodotto l'accusa contro il marito, a dispetto
di come ci ha insegnato Edgar Allan Poe, sono molto modeste,
aspettiamo che arrivano le mie...
Comunque, scrisse Poe: "...
l'abilità dell'analista ... ma la differenza nella portata delle
indicazioni non consiste tanto nella validità della deduzione quanto
nella qualità dell'osservazione". Al che, occorre capire
cosa abbiano osservato gli inquirenti (perché, in che modo e la
qualità delle osservazioni) e cosa abbiamo "osservato" noi
della difesa di Emilio Lavoretano, qualità compresa.
Si sta obbedendo alla massima
di Schopenaur: "Un'ipotesi
svolge nella testa, una volta che vi si è insediata o, addirittura,
vi è nata, una vita che somiglia a quella di un organismo, in quanto
dal mondo esterno assimila soltanto ciò che le è giovevole e
omogeneo, mentre respinge ciò che le è eterogeneo o nocivo, oppure,
se non può assolutamente fare a meno di accoglierlo, lo espelle poi
tale e quale".
Ci si può trovare di fronte al
fenomeno del c.d. "autoconvincimento riverberante": più ci
pensi più ci credi, più ci credi più lo modelli in modo di
crederci: ma trattasi di qualcosa d'astratto!
Attenzione quindi all'errore
della petizione di principio, alla trasformazione dell'intuizone in
certezza senza che ne esistano i presupposti e i passaggi logici,
tecnici, scientifici e di alta qualità.
IL
TUTTO SARÀ APPROFONDITO NELLA CONFERENZA STAMPA DI MERCOLEDÌ 25
SETTEMBRE ORE 15,00 PRESSO LA FONDAZIONE ELIO STICCO, VIA
LUSSEMBURGO, IN SANTA MARIA CAPUA VETERE
CONFERENZA
STAMPA SU OMICIDIO KATIA TONDI
“Il
punto della situazione delle indagini e le investigazioni del Pool di
Difesa di Emilio Lavoretano, marito della vittima.
Il
profilo criminale dell’assassino. Le piste investigative da
seguire.
Confutazione
dell’ipotesi accusatoria degli Inquirenti.
Chiarimenti
e comunicazioni.”