sabato 3 dicembre 2016

"COPPIA DIABOLICA DI SARONNO"

SINTESI DEL MIO INTERVENTO AL TGCOM24 del 2 DICEMBRE 
Serial Killer in coppia, disturbo condiviso, lui soggetto dominante, lei la parte sottomessa.
Serial Killer tipo "Black Devils - Diavoli neri", dominatori con ricerca dell'onnipotenza, gusto nell'uccidere, missionari, organizzati.
Invisibili perché ricercatori del delitto perfetto, senza il gusto della sfida e della rivendicazione, con forti conoscenze scientifiche, mediche e criminalistiche, perché agenti nel proprio contesto ospedaliero, perché esecutori del modus operandi di attendere la vittima servita su un piatto d'argento e pronta in trappola, per poi attivare l'azione criminoesecutiva tramite farmaci et similia. 
Visibili perché, sentendosi onnipotenti ed avendo come sistema di valori prevalente "la ritualità omicidiaria del paziente da accudire", hanno voluto strafare, sono stati imprudenti ed arroganti, temerari e chiacchieroni, fanfaroni e in preda alla coazione a ripetere estemporanea, così lasciando tracce comportamentali e di dialogo: tracce frammentate miste a sospetti!
Le loro vittime sono state di due tipi: 1) per motivi personali e d'interesse i familiari e le contigue; 2) di tipo indiscriminato ma speciale quelle che la sorte serviva loro in ospedale. 
Il dominante non confesserà e sfiderà tutti, la parte sottomessa cederà. 
Ipotesi primaria di immediata constatazione.

domenica 23 ottobre 2016

PRIME CONSIDERAZIONI SUL KILLER DI ALBANO CROCCO

PRIME CONSIDERAZIONI SUL KILLER DI ALBANO CROCCO, IL CERCATORE DI FUNGHI DECAPITATO IN PROVINCIA DI GENOVA

     È un elemento investigativo molto forte che l’aggressione ad Albano Crocco sia avvenuta nei pressi dell’abitazione del nipote Claudio Borgarelli. Questo però lascia un dubbio: "Come poteva pensare Borgarelli di uccidere lo zio in quei modi, tempi, situazioni e luoghi e pensare di farla franca? Sapeva che sarebbe stato il primo sospettato e che le attenzioni si sarebbero concentrate su di lui a tutti i livelli. Si può pianificare l’omicidio del proprio zio nei pressi della propria abitazione e sperare di farla franca?"

     Attendere la vittima o seguirla, spararle alla spalle, decapitarla, manipolarla, toccarla, trasportarla via, buttarne il cadavere nel burrone è un’attiva lunga e complessa che lascia sull’assassino tracce del tipo balistico, biologico ed ematico, merceologico, comportamentale e fisico. Il trasporto presuppone un complice e/o un mezzo e una notevole forza fisica. 
     Gli inquirenti hanno puntato il nipote, ritengo che sia meglio guardare verso tutte le direzioni perché se il nipote è innocente ci si avvia verso un altro omicidio irrisolto.
     Il caso può essere risolto studiando a fondo la scena del crimine, la vittimologia, i reperti, gli orari e la situazione, le testimonianze e tutte le tracce, elementi che allo stato dei fatti non conosciamo e che conoscono – in parte – solo gli inquirenti.

     Il metodo criminoesecutivo della decapitazione deve essere valutato sotto gli aspetti strumentali e di modus operandi delle possibilità e delle capacità dell’esecutore, delle sue tendenze e competenze tecniche criminali, dei bisogni intimi e segreti che egli ha voluto gratificare attuando proprio la decapitazione. Questo metodo uccisorio ha diversi significati simbolici-omicidiari-punitivi, sia a seconda dell’arma, della religione, dell’etnia e dello stato psichico dell’uccisore, sia dello stato della vittima (se prigioniero, se nemico in battaglia, se fuggiasco, se vittima attesa e/o caduta in trappola), sia della punizione che si vuole infliggere alla vittima e del messaggio che si vuole lanciare ai famigliari della vittima ed alla società. 
     Il killer era consapevole che decapitare la vittima e trasportarne il corpo gli faceva allungare i tempi esecutivi e di rischio, ma ha dovuto farlo altrimenti non avrebbe raggiunto quella gratificazione intima che cercava proprio con la decapitazione.  

     Per ora possiamo dire che l’assassino di Albano Crocco è un soggetto spietato, primitivo e crudele, attrezzato con fucile ed arma di decapitazione – attenzione, non pensiamo solo all’arma tipo machete, può essere una mannaia, un coltello, una katana o similari perché potremmo depistarci - , è un soggetto conoscitore del territorio, non anziano, forte fisicamente, scattante, determinato e motivato. Un soggetto esperto di caccia, nell’uso del fucile e dell’arma bianca da taglio, conoscitore del territorio e dell’ambiente.
     È un soggetto rabbioso, che ha voluto/dovuto firmare l’omicidio con la decapitazione della vittima e lo sbarazzamento del corpo tramite precipitazione in un burrone (sicurezza di sé, autoaffermazione e disprezzo verso la vittima). Un soggetto in preda a una vendetta ossessiva compulsiva, un soggetto parzialmente organizzato, rituale e ossessionato, che aggredisce, ferisce, decapita, uccide, trascina il corpo per  buttarlo via come eliminazione della zavorra, che porta via la testa come trofeo, che lascia un messaggio di morte, di terrore e di mistero.
     Il modus operandi del killer presenta tratti professionali e tratti impetuosi. Tratti professionali in quanto il killer era attrezzato logisticamente per la disattivazione della vittima tramite il fucile, per la sua decapitazione e per il trasporto, tratti d’impeto perché ha lasciato tracce biologiche e papillari di sé, tracce del tipo psicologico quali vendetta, odio traboccante, rabbia esplosa, fortissima motivazione del tipo personale.

     La vendetta non è necessariamente contro Albano Crocco come tale, può anche essere una vendetta del tipo simbolico “A chi tocca tocca”, cioè “vittima indiscriminata” a opera del "missionario giustiziere", quindi contro i cacciatori profanatori della natura e della fauna, oppure contro gli infedeli, contro un’etnia particolare: ancora non escludo nulla, il quadro è ancora troppo ampio. Claudio Borgarelli merita di essere attenzionato perché aveva movente, opportunità, capacità, possibilità e stanzialità nell’esecuzione  del crimine, però, come già detto, si deve guardare verso tutte le direzioni. Però bisogna tenere conto della firma psicologica (la gratificazione ottenuta dal soggetto ignoto tramite questo modo di dare la morte ed auto affermarsi), del modus operandi violento, spietato e professionale, delle poche accortezze nel non lasciare tracce di sé.
     È molto importante che il soggetto ignoto non abbia messo in posa la vittima e che non abbia composto la scena, bensì ha scelto e gradito buttarla via con profondo disprezzo appropriandosi della sua testa, come trofeo per rivivere il delitto, per collezionismo, in segno di sfregio e di esaltazione del proprio potere, per messaggio simbolico alla popolazione, ai media ed agli inquirenti. 
     Di fatto ha spersonalizzato la vittima togliendole l’identità, oltraggiandola anche “oltre la morte”!

     Qui realmente occorre lo studio analitico e sistemico del territorio, dei percorsi e delle tracce di qualunque tipo, dei tabulati telefonici e delle celle che hanno agganciato tutti i cellulari passati per la zona, le videocamere presenti sui vari tragitti, sulle farmacie, sui distributori di carburante et similia, le abitudini della vittima, per individuare e definire le opportunità godute dal killer, le sue possibilità esecutive e le sue capacità criminali.
     Albano Crocco può essere stato atteso, appostato, oppure pedinato, o invece può essersi trovato sul punto sbagliato, nella situazione sbagliata e nel momento sbagliato. 

     Il killer, non si sa se una o più persone – lasciamo stare la deduzione che il killer debba essere una persona sola perché la vittima decapitata è stata trascinata in modo convulso tanto da farle perdere portafogli e cellulare (poteva accadere anche con più persone) -aveva con sé fucile ed arma da taglio, quindi era pronto a uccidere ed a decapitare ed ha obbedito all’istinto assassino, però ha lasciate di sé tracce biologiche e papillari e, probabilmente, anche comportamentali e telematiche (telefoniche, scontrini, video e visive di passaggio). Ha organizzato l’omicidio perché lo ha immaginato e fantasticato, ma non si è premunito di mettere in essere atti di autoconservazione per farla franca, per non lasciare tracciare di sé: per questo dico che è un killer “semiorganizzato o del tipo misto”. 

     Il movente potrebbe non essere del tipo diretto contro la vittima, ma proprio del tipo “a chi tocca”, e qui inquadriamo il profilo di un killer del tipo giustiziere missionario, che ha subito un crollo psicotico, che obbedisce alla slatentizzazione dell’istinto assassino “grazie” a ideologia perversa unita al crollo psicotico. In questo contesto non ha scelto la vittima per un movente del tipo diretto contro questa, ma solo perché Crocco è stato sfortunato.
     Il crollo psicotico è un momento di rottura molto forte che il soggetto ignoto ha potuto subire nella sua storia personale, sino a cadere nel baratro dell’obbedienza totale agli istinti omicidi. Nella fattispecie può essere associato ad eventi di natura traumatica, quali violazioni della dignità personale e dell'integrità del corpo del soggetto ignoto, oppure a un evento fortemente stressante (fattore di stress) che giunto a un accumulo enorme e intollerabile ha fatto l’aggressività con un modus operandi semiorganizzato e violento. Organizzato nell’agire il crimine, ma non nel depistare.

venerdì 7 ottobre 2016

IL METODO PER ACCERTARE L'ACCUSA DI VERONICA AL SUOCERO

PROCESSO CONTRO VERONICA PANARELLO. ACCERTAMENTO INVESTIGATIVO. UN QUADRUPLICE ESPERIMENTO TECNICO INVESTIGATIVO CON LA MACCHINA DI VERONICA. Ripropongo lo stralcio delle indicazioni che il 29 febbraio 2016 inviai al Procuratore Capo di Ragusa ed agli Avvocati delle Parti processuali, cosciente che avrebbero fatto finta di non sentire per motivi machiavellici alcuni e/o di primadonnismo altri. 
Ecco l'aspetto più importante. 
Veronica afferma che il suocero si è seduto sul sedile posteriore lato passeggero della propria vettura (una WS Polo) e con tale carico si è diretta verso il Vecchio Mulino; che lì si sono liberati di Lorys; che dopo un brevissimo tragitto ha scaricato il suocero il quale si è diretto a casa; che da lì lei è tornata da sola in macchina.
Ebbene, la vettura di Veronica è stata immortalata diversa volte sia in andata verso il Vecchio Mulino che al ritorno: all'andata col carico anteriore di Veronica e di Lorys (kg 50 + 18) e col carico posteriore di Andrea Stival (kg 70); al ritorno col carico anteriore della sola Veronica e nessun carico posteriore, quindi, alleggerita al carico posteriore di kg 70 ed all'anteriore di kg 18: di fatto, secondo la versione di Veronica, all'andata il carico anteriore era di circa 70 kg e quello posteriore di circa 70 kg, al ritorno il carico anteriore era di circa 50 kg e quello posteriore uguale a zero kg, quindi UNO SQUILIBRIO EVIDENTE!
Appare evidente che si debbano effettuare i seguenti esperimenti ed accertamenti tecnici:
  1. verificare dalle immagini di tutte le videocamere se all'andata ed al ritorno la vettura di Veronica presenta le caratteristiche parametriche di un carico posteriore all'andata di kg 70 ed al ritorno di un carico posteriore di kg zero, cioè, se vi sono dislivelli fra la parte anteriore e quella posteriore della vettura prodotti dalla differenza del carico posteriore di 70 kg e di che tipo: è possibile effettuare tali accertamenti tramite appositi fermi immagine ed appropriati ingrandimenti, oltre che ad effettuare adeguati esperimenti tecnici di simulazione e la ricostruzione tridimensionale delle scene dei luoghi e dei tragitti;
  2. ripetere con la vettura di Veronica o con una di uguali caratteristiche, alla stessa velocità ed alle stesse condizioni ambientali del 29 novembre 2014: (1) il tragitto di andata con una persona dello stesso peso di Veronica e con un peso di kg 18 come carico anteriore e nessun carico posteriore; (2) il tragitto di ritorno con la vettura priva del carico anteriore di kg 18; dopodiché confrontare le immagini del filmato con quelle del 29 novembre e verificare se vi sono differenze o non e, in caso positivo, di quale tipo e per quali ragioni;
  3. ripetere con la vettura di Veronica o con una di uguali caratteristiche, alla stessa velocità ed alle stesse condizioni ambientali del 29 novembre 2014: (1) il tragitto di andata con una persona dello stesso peso di Veronica e con un peso di kg 18 come carico anteriore e con una persona di kg 70 come carico posteriore; (2) il tragitto di ritorno con la vettura priva del carico anteriore di kg 18 e del carico posteriore di kg 70; dopodiché confrontare le immagini del filmato con quelle del 29 novembre e verificare se vi sono differenze o non e, in caso positivo, di quale tipo e per quali ragioni;
  4. comparare tutte le immagini dei tre esperimenti riferite a ogni punto, locazione e coordinate geografiche delle vetture riprese nei frames, e ricercare eventuali squilibri di peso fra i carichi anteriori e quelli posteriori, e quant'altro utile alle investigazioni;
  5. quanto ai precedenti quattro punti si deve applicare allo scenario che vedrebbe, a detta di Veronica Panarello, Andrea Stival trasportato furtivamente nella sua macchina per entrare a casa.
CONCLUSIONI
Se saranno seguite le mie indicazioni il caso sarà risolto per quanto riguarda sia le accuse di Veronica Panarello al suocero, sia la presenza o l'assenza di una persona all'interno della sua macchina nei tragitti sensibili.
Distinti saluti.
Prof. Carmelo Lavorino criminologo, criminalista, profiler, analista della scena del crimine.
EBBENE, SI SONO BEN GUARDATI DAL SEGUIRE LE MIE INDICAZIONI PER I MOTIVI CITATI, E TUTTO QUESTO A DISCAPITO DELLA VERITA' E DELLA GIUSTIZIA, STANNO SOLAMENTE TENTANDO DI DIMOSTRARE O SMONTARE UN MOVENTE DISCORDANTE E ANTITETICO...SCRISSE IL MANZONI "Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per vedere quella che si desidera": a buon intenditor...!!!


sabato 6 agosto 2016

7 AGOSTO: 26 ANNI FA L’OMICIDIO DI SIMONETTA CESARONI / IL GIALLO DI VIA POMA – GIALLO DEI GIALLI: CONSIDERAZIONI E SOLUZIONE.

Il GIALLO DEI GIALLI ITALIANO arriva a quota anni 26 anni e, nonostante vi siano forti elementi per individuare l’assassino e la combinazione criminale di copertura, il caso resta irrisolto.
Come mai? Di chi è la causa? Quali sono le cause? La risposta è semplice: le miserie dell’animo umano, il velenoso narcisismo invisibile ma sfrenato, l’invidia, la voglia di protagonismo e l’impossibilità di ammettere la vittoria altrui, l’incapacità di ammettere di avere sbagliato e che “un libero cervello privato pagato da nessuno” ci ha azzeccato meglio di “cento cervelli pubblici pagati dallo Stato”.
Come mai nessun intelligentone / saccentone dello Stato vuole o sa smentire le mie conclusioni sul fatto che l’assassino ha usato la mano sinistra per colpire Simonetta Cesaroni al volto con uno schiaffone e che ha usato diverse volte la mano sinistra per trafiggerla col tagliacarte? Sul fatto che il suo sangue è di gruppo A DQAlfa 4/4 e che è un territoriale di Via Poma? Che le piste logico-investigative si fermano di fronte a due porte, contesti e gruppi familiari ambedue collegati a Via Poma? Che il pulitore chiamato dall’assassino “per sistemare le cose” sapeva che il tagliacarte/arma del delitto era di Maria Luisa Sibilia, tanto che lo ha pulito è rimesso sulla scrivania di quest’ultima, ma non che Maria Luisa Sibilia dalle ore 11 ne aveva perso le tracce perché il tagliacarte non era più sulla sua scrivania?
Il profilo dell’assassino di Via Poma è stato da me tracciato da anni, ma “il sonno della ragione genera mostri” (Goya) e "Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per vedere quella che si desidera" (Alessandro Manzoni).

MORALE DELLA FAVOLA: PER TROVARE L’ASSASSINO DI VIA POMA OCCORRE CAMBIARE METODO, OCCHI, MENTE, DECISORI E MENTALITÀ, OCCORRE ESSERE UMILI, CREATIVI E “DARE A CESARE…”.

lunedì 7 marzo 2016

CORSO DI CRIMINOLOGIA E INVESTIGAZIONE CRIMINALE

CESCRIN - CENTRO STUDI INVESTIGAZIONE CRIMINALE
CENTRE for the STUDIES of CRIMINAL INVESTIGATION
Criminalistica Criminologia Investigazione Intelligence Sicurezza

CORSO DI CRIMINOLOGIA E 
INVESTIGAZIONE CRIMINALE
Sede del Corso: HOTEL SERAPO – GAETA (LT) – VIA FIRENZE 11

DIECI INCONTRI ORE 15:30 - 19:30
    Venerdì 1 aprile - Venerdì 08 aprile - Venerdì 15 aprile - Venerdì 22 aprile - Venerdì 29 aprile
    Venerdì 06 maggio - Venerdì 13 maggio - Venerdì 20 maggio - Venerdì 27 maggio – Venerdì 3 giugno

lunedì 29 febbraio 2016

OMICIDIO LORYS: LETTERA APERTA AL PROCURATORE ED AGLI AVVOCATI

PUBBLICATO DA BLITZQUOTIDIANO
Il criminologo Carmelo Lavorino invia una lettera aperta tramite BlitzQuotidiano di cui è collaboratore al Procuratore Capo di Ragusa, agli Avvocati Francesco Biazzo, Daniele Scrofani e Francesco Villardita difensori delle parti interessate, invitandoli ad attivare cinque tipi di accertamenti tecnici e investigativi, con lo scopo di definire una volta per tutte se le accuse di Veronica Panarello al suocero Andrea Stival siano veridiche o false.
Ricordiamo ai lettori che Veronica Panarello dopo essersi dichiarata innocente dell'uccisione del figlio e dell'occultamento del suo corpicino, nel mese di ottobre ha dichiarato che il bambino morì in seguito a un incidente e che fu lei a occultarne il corpo, per poi accusare il suocero Andrea Stival di essere l'assassino, perché il bambino aveva scoperto che i due erano amanti. Nelle ultime accuse Veronica dichiara di avere guidato la vettura sino alla località Vecchio Mulino, che nella vettura erano occultati il suocero e il corpo del bambino, che non ha parlato per vergogna e per paura.
Il prof. Lavorino suggerisce realmente alcune attività determinati per chiudere il caso.
ECCO IL TESTO.

VERIFICARE LE ACCUSE DI VERONICA AL SUOCERO TRAMITE CINQUE ACCERTAMENI INVESTIGATIVI.
Lettera aperta al Procuratore Capo di Ragusa ed agli Avvocati delle parti.
Invito il Procuratore Capo di Ragusa, gli Avvocati Francesco Biazzo, Daniele Scrofani e Francesco Villardita a valutare e fare mettere in essere le attività investigative che di seguito indico. In tal modo sarà definito una volta per tutte se le accuse di Veronica Panarello al suocero Andrea Stival siano veridiche o false.
PREMESSA
Non voglio entrare nei perché e nel merito delle accuse di Veronica Panarello verso il suocero Andrea Stival. Non mi interessa, al momento, se in caso di falsità tali accuse siano il prodotto di una costruzione abilissima con lo scopo di prendere tre piccioni con una fava, una costruzione – quindi - pianificata e coordinata da una regia occulta, abile ed esperta, calcolatrice e pianificatrice, di "multiforme ingegno" e di "interessi diversi e variegati", che ha studiato i documenti, i luoghi, i tragitti, i tempi, le sincronie cronologiche e comportamentali, che ha collegato, coordinato e strumentalizzato tutti gli elementi certi, quelli sicuramente incerti, quelli impossibili, i risultati delle consulenze e degli accertamenti tecnici. Nemmeno mi interessa conoscere se, in caso di falsità, Veronica lo faccia per non essere imputabile, per vendetta contro la famiglia Stival, per ingarbugliati e intrecciati motivi psicologici, per motivi di "mors tua vita mea" od altro.
Nemmeno mi interessa per il momento se, in caso di veridicità, conoscere (1) il perché Veronica Panarello si sia decisa a parlare solo oggi; (2) come mai il vero colpevole, nonostante fosse gli occhi di tutti, per più di un anno abbia potuto depistare inquirenti, avvocati ed esperti della difesa di Veronica e dei familiari della vittima, giornalisti e specialisti della cronaca nera mediatica e salottiera; (3) come mai nessuno della difesa della donna sia stato comprensivo, analitico e capace di farla aprire e confidare e di intuire la verità.
IN QUESTO BREVE CONTRIBUTO MI INTERESSA SOLTANTO INDICARE UN METODO LOGICO-INVESTIGATIVO PER INDIVIDUARE E DEFINIRE AL 100%, UNA BUONA VOLTA, QUINDI ALDILÀ DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO, SE VERONICA DICE LA VERITÀ OPPURE MENTE PER QUELLO CHE RIGUARDA LE ACCUSE AL SUOCERO.

CINQUE METODI E ACCERTAMENTI INVESTIGATIVI PER ARRIVARE ALLA VERITÀ
Indico cinque accertamenti investigativi che singolarmente e globalmente hanno la facoltà di confermare o di demolire le accuse di Veronica al suocero: il primo, il secondo e i terzo sono complementari e rafforzativi nei confronti del quarto e del quinto.
PRIMO ACCERTAMENTO INVESTIGATIVO. RICERCA DELLE TRACCE BIOLOGICHE DI ANDREA STIVAL DEL TIPO SESSUALE DOVE NON DOVREBBERO ESSERE.
Ricerca di tracce di sperma, di peli e di altro materiale biologico di Andrea Stival sulle lenzuola, sugli asciugamani, sulle lenzuola e su altri indumenti, punti e zone della casa. Verificare se Andrea Stival abbia acquistato profilattici e relazionarne i risultati alla sua vita.
È comunque logico ed evidente che, avendo Veronica subordinato le sue accuse contro il suocero all'esistenza della loro relazione sessuale, se questa relazione sessuale non esiste Veronica mente, mentre se i due sono stati amanti non necessariamente l'uomo è l'assassino del nipotino Lorys, in quanto potrebbe trattarsi di una vendetta complicata unita ad altri intricati aspetti psicologici.
SECONDO ACCERTAMENTO INVESTIGATIVO. RICERCA TRACCE DI CONVERSAZIONI E DI SMS ECCEZIONALI FRA ANDREA STIVAL E VERONICA PANARELLO CHE ESULANO DAL RAPPORTO "SUOCERO – NUORA".
Le conversazioni telefoniche fra amanti avvengono in momenti particolari, quando entrambi sono soli e non controllabili da nessuno, ed hanno durate e intervalli particolari. Nei loro cellulari non conservano gli SMS in quanto compromettenti, mentre conservano (di solito) gli SMS innocenti. Però anche se gli SMS non sono conservati dal sistema del gestore, esiste la traccia che tali SMS vi sono stati.
Anche in questo caso gli accertamenti, se positivi, indicherebbero solo che i due erano amanti.
TERZO ACCERTAMENTO INVESTIGATIVO. RICERCA DEL DNA DEL SUOCERO SUL SEDILE POSTERIORE.
Se è vero che Andrea Stival si è seduto sul sedile posteriore destro come dice Veronica, si dovrebbe trovare il suo DNA. Naturalmente questo presuppone che MAI Andrea Stival si sia seduto su tale sedile. Vediamo cosa diranno la Panarello e ed Andrea in tal senso e quali saranno i risultati delle analisi biologiche. Sicuramente il colpevole, sapendo come sono andate le cose, avrà interessare sia ad adattarsi alla verità raccontabile, sia a forzare quella scomoda.
QUARTO ACCERTAMENTO INVESTIGATIVO. ANALISI DEI VIDEO E DELLE IMMAGINI CON RIFERIMENTO AI TABULATI TELEFONICI.
Si devono analizzare TUTTI I VIDEO mattutini del 29 novembre 2014 delle telecamere posizionate sui tragitti ipotetici di uscita, di comportamento e di posizionamento di Andrea Stival, da casa sua sino alla casa di Lorys in via Garibaldi 82, dalla zona di ritorno dal Vecchio Mulino dove Veronica dice di averlo lasciato sino a casa propria e sino alla casa di Lorys.
Tutto ciò per rispondere alle seguenti domande:
  1. Le videocamere riprendono Andrea Stival quando entra e quando esce dalla sua abitazione? In quale orario?
  2. Le videocamere riprendono i movimenti della sua compagna Andreina Fiorilla?
  3. Le videocamere riprendono tutti i loro tragitti e percorsi, siano questi a piedi o in macchina?
  4. Quali dati conclusivi risultano da queste informazioni comportamentali spaziali-temporali?
    Cosa risulta dei dati interconnessi delle cronologie dei movimenti, comportamenti e posizionamenti collegati alle risultanze dei tabulati telefonici di TUTTI i protagonisti della vicenda (Veronica Panarello, Andrea Stival, Andreina Fiorilla...)?
  5. Se Andrea Stival la mattina alle ore 8:50 era a casa di Lorys, a che ora risulta essere uscito di casa? E quando vi avrebbe fatto ritorno?
  6. In che modo, dove e quando sarebbe arrivato a casa di Lorys? Se a piedi quali tracce visive esistono? Se in macchina di Veronica, in quale punto Veronica avrebbe raccolto Andrea Stival e, soprattutto, esistono le immagini video di tali comportamenti e situazioni?
Ed ancora, se la versione di Veronica fosse veridica Andrea Stival avrebbe dovuto percorrere a piedi diversi km pochi minuti, altrimenti avrebbe dovuto usufruire di un passaggio casuale e/o di un passaggio ottenuto tramite un contatto telefonico.

Domande:
  1. Vi sono prove in tal senso?
  2. Qualcuno ha notato Andrea Stival procedere da località Punta Secca sino a casa sua? Oppure, esistono tracce telematiche di suoi contatti telefonici con qualcuno? In caso di contatti telefonici, cosa si deduce da questi?
  3. È ripreso da qualche videocamera in questo tragitto oppure no?
Ulteriore aspetto. Secondo la versione di Veronica il suocero Andrea avrebbe percorso il tragitto da Punta Secca a casa propria in pochi minuti, per poi essere notato da un testimone mentre scendeva le scale assieme alla compagna e poi recarsi al negozio Vanity & House di fronte alla casa di Lorys.
Domande:
  1. Abbiamo l'orario in cui i due entrano nel negozio? Da un servizio giornalistico di Mattino 5 e Quarto grado risulta verso le ore 11.
  2. Da dove provenivano i due? Dalla loro abitazione o da Punta secca?
  3. Si sono mossi in macchina o a piedi?
  4. Cosa rivelano le videocamere per tali movimenti?
  5. Fra le ore 7 e le ore 10:15 Andrea Stival ha telefonato a qualcuno? Dove stava? Cosa dicono le celle telefoniche e, soprattutto, la direzione del segnale di irradiamento? In quale zone era con certezza e in quali zone non era con certezza?
  6. Esistono comunicazioni telefoniche fra Andrea Stival e la sua compagna Andreina Fiorillo fra le ore 7 e le ore 10:15 ?
Ultimo aspetto. La posizione e le dichiarazioni di Andreina Fiorillo, la compagna di Andrea Stival devono essere analizzate meticolosamente con la regola del sospetto.
Andreina Fiorillo ha dichiarato che Andrea Stival è stato con lui dalla notte sino alle 10:15 e anche dopo. Se Veronica dice la verità Andreina mente ed Andrea Stival è colpevole, in caso contrario Andreina dice la verita ed Andrea Stival è innocente.
E' ovvio che la signora deve essere ascoltata ed attenzionata in modo speciale. È ovvio che SE E SOLO SE Veronica dice la verità occorre trovare il modo per farla crollare, anche perché potrebbe rappresentare l'anello debole della catena, specialmente se Andrea Stival la tradiva con Veronica.
Ed appare evidente che SE Veronica dice la verità, Andreina è consapevole di essere la complice di un bieco assassino:...SE...SOLO SE...!

QUINTO ACCERTAMENTO INVESTIGATIVO. UN QUADRUPLICE ESPERIMENTO TECNICO INVESTIGATIVO CON LA MACCHINA DI VERONICA.
Veronica afferma che il suocero si è seduto sul sedile posteriore lato passeggero della propria vettura (una WS Polo) e con tale carico si è diretta verso il Vecchio Mulino; che lì si sono liberati di Lorys; che dopo un brevissimo tragitto ha scaricato il suocero il quale si è diretto a casa; che da lì lei è tornata da sola in macchina.
Ebbene, la vettura di Veronica è stata immortalata diversa volte sia in andata verso il Vecchio Mulino che al ritorno: all'andata col carico anteriore di Veronica e di Lorys (kg 50 + 18) e col carico posteriore di Andrea Stival (kg 70); al ritorno col carico anteriore della sola Veronica e nessun carico posteriore, quindi, alleggerita al carico posteriore di kg 70 ed all'anteriore di kg 18: di fatto, secondo la versione di Veronica, all'andata il carico anteriore era di circa 70 kg e quello posteriore di circa 70 kg, al ritorno il carico anteriore era di circa 50 kg e quello posteriore uguale a zero kg, quindi UNO SQUILIBRIO EVIDENTE!
Appare evidente che si debbano effettuare i seguenti esperimenti ed accertamenti tecnici:
  1. verificare dalle immagini di tutte le videocamere se all'andata ed al ritorno la vettura di Veronica presenta le caratteristiche parametriche di un carico posteriore all'andata di kg 70 ed al ritorno di un carico posteriore di kg zero, cioè, se vi sono dislivelli fra la parte anteriore e quella posteriore della vettura prodotti dalla differenza del carico posteriore di 70 kg e di che tipo: è possibile effettuare tali accertamenti tramite appositi fermi immagine ed appropriati ingrandimenti, oltre che ad effettuare adeguati esperimenti tecnici di simulazione e la ricostruzione tridimensionale delle scene dei luoghi e dei tragitti;
  2. ripetere con la vettura di Veronica o con una di uguali caratteristiche, alla stessa velocità ed alle stesse condizioni ambientali del 29 novembre 2014: (1) il tragitto di andata con una persona dello stesso peso di Veronica e con un peso di kg 18 come carico anteriore e nessun carico posteriore; (2) il tragitto di ritorno con la vettura priva del carico anteriore di kg 18; dopodiché confrontare le immagini del filmato con quelle del 29 novembre e verificare se vi sono differenze o non e, in caso positivo, di quale tipo e per quali ragioni;
  3. ripetere con la vettura di Veronica o con una di uguali caratteristiche, alla stessa velocità ed alle stesse condizioni ambientali del 29 novembre 2014: (1) il tragitto di andata con una persona dello stesso peso di Veronica e con un peso di kg 18 come carico anteriore e con una persona di kg 70 come carico posteriore; (2) il tragitto di ritorno con la vettura priva del carico anteriore di kg 18 e del carico posteriore di kg 70; dopodiché confrontare le immagini del filmato con quelle del 29 novembre e verificare se vi sono differenze o non e, in caso positivo, di quale tipo e per quali ragioni;
  4. comparare tutte le immagini dei tre esperimenti riferite a ogni punto, locazione e coordinate geografiche delle vetture riprese nei frames, e ricercare eventuali squilibri di peso fra i carichi anteriori e quelli posteriori, e quant'altro utile alle investigazioni;
  5. quanto ai precedenti quattro punti si deve applicare allo scenario che vedrebbe, a detta di Veronica Panarello, Andrea Stival trasportato furtivamente nella sua macchina per entrare a casa.
CONCLUSIONI
Se saranno seguite le mie indicazioni il caso sarà risolto per quanto riguarda sia le accuse di Veronica Panarello al suocero, sia la presenza o l'assenza di una persona all'interno della sua macchina nei tragitti sensibili.
Distinti saluti.
Prof. Carmelo Lavorino criminologo, criminalista, profiler, analista della scena del crimine.

lunedì 8 febbraio 2016

TRE CONVEGNI DI CRIMINOLOGIA E INVESTIGAZIONE CRIMINALE A GAETA

EVENTI SCIENTIFICI CULTURALI  ORGANIZZATI DAL CESCRIN
"INCONTRO COL CRIMINOLOGO PROFILER:IL CRIMINE VIOLENTO, L'OMICIDIO E LE DONNE VITTIME. ASPETTI CRIMINOLOGICI E SOCIALI"
Venerdì 4 Marzo 2016 – Ore 16:30 – 19:30
Hotel Serapo – Sala Conferenze - Via Firenze, 11 - GAETA
INGRESSO LIBERO

PROGRAMMA
  • Dott. Cosmo Mitrano, Sindaco di Gaeta - Saluti dell'Aministrazione Comunale. Presentazione dell'Evento e dei Relatori.
  • Avv. Prof. Eduardo Rotondi, Presidente della Camera Penale di Cassino, Consulente giuridico del CESCRIN - Introduzione all'Evento. I reati di genere che riguardano le persone più deboli. Aspetti particolari del diritto penale ed evoluzioni nel tempo.
  • Prof. Carmelo Lavorino, Criminologo, Criminalista, Profiler, Direttore del CESCRIN - I fondamentali della criminologia e dell'investigazione criminale. Considerazioni ed analisi sul crimine violento, sull'omicidio nei confronti delle donne e sulla prevenzione del fenomeno criminale "femminicidio".
  • Dott. Enrico Delli Compagni, Psicologo clinico e forense, Giudice Esperto presso il Tribunale di Sorveglianza di L'Aquila, Docente CESCRIN - Stalking, minacce e molestie; stupro e aggressione a sfondo sessuale: aspetti preventivi.
  • Avv. Piergiorgio Di Giuseppe - Il movente nel "femminicidio".
  • Avv. Maria Rosaria Battaglia, Delegata Area legale C.R.I. Comitato Locale Sud Pontino – Femminicidio ed aspetti legali. La legge sul "femminicidio".
  • D.ssa Maria Cattolico, Psicologa, Addetta al supporto psicologico C.R.I. Sud Pontino - Sindrome della donna maltrattata. Primo colloquio della vittima di maltrattamento.
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22 APRILE 2016: "LA PEDOFILIA E LA PEDOCRIMINALITA'"
DATA DA DEFINIRE "AGGRESSIVITA', GIOVANI E CRIMINI VIOLENTI"


sabato 30 gennaio 2016

OMICIDIO INCORVAIA: OMICIDIO ...

Morte del Brigadiere dei Carabinieri Salvatore Incorvaia
Cold case del 1994 ... OMICIDIO ... NON SUICIDIO !!!

Conferenza Stampa - Giovedì 11 febbraio 2016 - Ore 15:30
MONZA - Hotel Falcone - Corso Milano 5 - Tel. 039 2300187

Il prof. Carmelo Lavorino, criminologo, criminalista, analista della scena del crimine e profiler, consulente della Famiglia INCORVAIA, esporrà tutti gli ELEMENTI NUOVI PER LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI E I MOTIVI DI CERTEZZA ASSOLUTA CHE SI TRATTA DI OMICIDIO E NON DI SUICIDIO.
  
INTERVERRANNO I FAMILIARI DEL 
BRIG. SALVATORE INCORVAIA

INGRESSO LIBERO SU PRENOTAZIONE a cescrin@gmail.com
Organizzazione CESCRIN      detcrime.blogspot.it       www.carmelolavorino.com


MORTE DEL BRIGADIERE CC SALVATORE INCORVAIA, COLD CASE DEL 1994: SETTIMANA CRUCIALE PER LA VERITÀ E LA GIUSTIZIA.
Giovedì 11 febbraio si decide una volta per tutte se la morte del brigadiere è suicidio oppure omicidio, morte avvenuta la notte del 16 giugno 1994, 21 anni fa. A termine della Camera di consiglio e per le ore 15:30 abbiamo organizzato una conferenza stampa presso l'Hotel Falcone di Monza per spiegare all'opinione pubblica come stanno le cose.
Non vi è alcun motivo che depone per il suicidio, al 100% si tratta di omicidio: ciononostante gli inquirenti sono entrati nel deserto dell'errore d'equipe, di fonte autorevole e del convincimento autoriverberante e non escono dal deserto. Tale contesto errorifico-orrorifico iniziò nel 1994 con la consulenza autoptica del medico legale il quale, commettendo errori e superficialità che un eccellente professore come lui mai e poi mai avrebbe potuto/dovuto commettere, concluse che la morte era per suicidio. In seguito il medico legale, denunciato dal padre del brigadiere, ammise la maggior parte dei propri errori...però...si disse sempre convinto che si trattava di suicido (!?...sic!!!).
Due anni fa i familiari del brigadiere hanno presentato istanza per la riapertura delle indagini allegando una mia consulenza tecnica, successivamente il padre ha presentato denuncia-querela nei confronti di cinque persone che, a suo dire, avrebbero commesso una serie di errori tutti strumentali al depistaggio delle indagini: ebbene, il Pm (1) rifiuta la riapertura delle indagini con argomentazioni che critico e non condivido e impregnate del pregiudizio suicidiario, (2) chiede l'archiviazione della denuncia-querela perché questa è basata sul presupposto che la morte del brigadiere sia omicidio e non invece suicidio (!?). A mio avviso il Pm dà per scontato il presupposto del suicidio e pone tale conclusione a lui gradita come presupposto, in logica si chiama “errore di petizione di principio”.
È OVVIO CHE I FAMILIARI DEL BRIGADIERE CHIEDERANNO ALLA PROCURA GENERALE DI MILANO L'AVOCAZIONE DELLE INDAGINI.
***
RIPORTO UNO STRALCIO DELL'OPPOSIZIONE DEI FAMILIARI DEL BRIGADIERE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE ED AL RIGETTO DELLA RIAPERTURA DELLE INDAGINI PER OMICIDIO, IN TALE STRALCIO VI SONO INSERITI PER MOTIVI DI OPPORTUNITÀ QUATTRO OMISSIS CHE SARANNO ESPLICITATI IN SEDE DI CONFERENZA STAMPA.
(…) Nonostante un'opera meticolosa, scientifica, oggettiva, sottoposta a controlli di gruppo e incrociati (e non certo "di parte" come sostenuto dalla Procura) come quella del Prof. LAVORINO e dei suoi collaboratori, e al cospetto della nostra sofferenza di Famiglia che da 20 anni è costretta a patire la negazione di circostanze evidenti, il Pubblico Ministero ha rigettato il tutto con due pagine di motivazioni, intimamente contraddittorie e che nulla dicono dal punto di vista scientifico, investigativo, criminalistico e criminologico, come in seguito si andrà a motivare.
(…) L'ISTANZA PER LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI PROPONEVA I SEGUENTI OTTO PUNTI DI CONCLUSIONE SUPPORTATI DA SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI FONDANTI I CITATI PUNTI, ALL'UOPO SI ELENCA SINTETICAMENTE QUANTO IL PM NON CONFUTA E NON MOTIVA IN NEGATIVO:
A- GLI OTTO PUNTI NUOVI:
PUNTO 1 - NON SI TRATTA DI ATTO SUICIDIARIO BENSÌ DI OMICIDIO ABILMENTE CAMUFFATO DA SUICIDIO.
PUNTO 2 - L'OMICIDIO È STATO PERPRETATO DA UNA COMBINAZIONE CRIMINALE ABILE, ORGANIZZATA, PIANIFICATRICE, CONOSCITRICE DELLE ARMI, DELLA BALISTICA E DELLE TECNICHE INVESTIGATIVE DELL'EPOCA, CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE, POSSIBILITÀ, OPPORTUNITÀ, CAPACITÀ DI CONOSCENZA, D'INTERVENTO E DI CONTROLLO.
PUNTO 3 - SALVATORE INCORVAIA NON AVEVA ALCUN MOTIVO ED ALCUNA TENDENZA ALL'ATTO SUICIDIARIO, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AL PUNTO DI CONCLUSIONE 1.
PUNTO 4 - VI È LA CERTEZZA LOGICA-SCIENTIFICA-CRIMINALISTICA CHE AL MOMENTO DELLO SPARO INCORVAIA NON IMPUGNAVA LA PISTOLA, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.
PUNTO 5 - VI È LA CERTEZZA SCIENTIFICA-LOGICA-CRIMINALISTICA CHE L'EVENTO OMICIDIARIO CHE HA VISTO E DETERMINATO L'ESPLOSIONE DEL COLPO MORTALE CONTRO IL BRIGADIERE SALVATORE INCORVAIA (OMISSIS...), COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AL PUNTO DI CONCLUSIONE-INVESTIGATIVO 11.
PUNTO 6 - TRATTASI DI ATTO OMICIDIARIO (OMISSIS...) SEGUITO DA ABILISSIMA OPERA COMBINATA E COMPLESSA DI ALTERAZIONE DELLA SCENA E DEPISTAGGIO, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AI PUNTI DI CONCLUSIONE-INVESTIGATIVI 12, 13.
PUNTO 7 - VI È STATA UN'ABILISSIMA OPERA COMBINATA E COMPLESSA DI ALTERAZIONE DELLA SCENA E DI DEPISTAGGIO MESSA IN ESSERE DA UNA COMBINAZIONE CRIMINALE ORGANIZZATA E CONOSCITRICE ANCHE DELLE ATTIVITÀ DELLA VITTIMA, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 14, 15, 16.
PUNTO 8 - DEVONO ESSERE ATTUATE METICOLOSE, DELICATE E SEGRETISSIME INVESTIGAZIONI PER INDIVIDUARE, DISCRIMINARE, DEFINIRE, CLASSIFICARE E SISTEMIZZARE I RUOLI, I RANGHI, I COMPORTAMENTI, GLI OBIETTIVI, LE MOTIVAZIONI, I MOVENTI E GLI INTERESSI DI "CHI, COME, QUANDO, PERCHÉ, IN CHE MODO, CON CHI E DOVE" ABBIA ALTERATO LA SCENA, INQUINATO, DEPISTATO E FUORVIATO LE INDAGINI, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 12, 13, 14, 15, 16.

B- I SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI:
I punti di conclusione della RELAZIONE LAVORINO in seguito riportati sono tutti elementi investigativi, criminalistici, criminologici e d'intelligence che singolarmente, a gruppi, globalmente e interrelati sono univoci, certi, precisi, forti e concordanti nel dimostrare quanto precedentemente enunciato agli elementi nuovi I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII.
1) le conclusioni dell'autopsia psicologica del Dott. ENRICO DELLI COMPAGNI psicologo ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
2) l'assenza di microspruzzi ematici sul dorso della mano destra e sul polso del brig. Salvatore INCORVAIA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
3) l'assenza di consistenti residui di sparo sul dorso della mano destra del brigadiere ALLA QUALE IL PM FA RIFERIMENTO RICONOSCENDONE LA PROBALITÀ;
4) l'incompatibilità delle OTTO macchiette di sangue sulla manica destra e delle DUE macchiette di sangue sulla camicia (lato destro, vicino la cintura) con l'atto suicidiario, dimostrata tramite il Metodo BPA, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
5) l'assenza (a) sulla manica destra e sulla spalla destra della giacca di Incorvaia e sulla camicia delle macchie di sangue indicatrici di atto suicidiario e definite dal metodo BPA come BACK SPATTER, (b) sulla canna della pistola ed al suo interno del c.d. "effetto di ritorno del sangue" (draw back), CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
6) l'assenza sul sedile, sul montante sinistro della vettura, sul tettuccio della vettura e sul finestrino anteriore sinistro delle macchie di sangue definite dalla BPA come FORWARD SPATTER, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
7) la certezza che la distanza di sparo è di almeno 5 cm, evidenza che reca ulteriore vulnus all'ipotesi suicidiaria, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA RIFERIMENTO TRANNE CHE RIPRENDERLA MINIMAMENTE E INDIRETTAMENTE QUANDO SI RIFERISCE ALL'ASSENZA DEL VIVO DI VOLATA;
8) l'impossibilità dell'esistenza della linea retta di sparo formata dai quattro punti critici (1) la bocca di fuoco, (2) il foro d'entrata, (3) il foro d'uscita, (4) il foro sul montante provocato dall'ogiva fuoruscita dalla tempia sinistra dimostrata tramite la RITRIDEC (Ricostruzione tridimensionale della scena del crimine), CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
9) la dilatazione-ovalizzazione dell'orletto di struscio sul montante sinistro della vettura lasciato dall'ogiva, PALESEMENTE incompatibile con la linea retta di sparo formata dai quattro punti critici, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
10) l'impossibilità dell'autoesplosione del colpo da parte di Incorvaia dimostrata tramite il combinato disposto della BPA e della RITRIDEC, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO E CHE INVECE TRAVISA;
11) le assenze singole e l'assenza globale dell'effetto FORWARD SPATTER sul montante sinistro della vettura (dove si sarebbe conficcata l'ogiva mortale), sul tettuccio della vettura e sul finestrino anteriore sinistro, provano che Incorvaia (OMISSIS...): trattasi del sangue che segue la direzione di moto del proiettile, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO E CHE INVECE TRAVISA;
12) 13) 14) 15) 16) un insieme di considerazioni, conclusioni, osservazioni e constatazioni CCII (Criminalistiche Criminologiche Investigative Intelligence) dimostrano sia l'esistenza di indicatori dell'omicidio tutti incompatibili con l'ipotesi suicidiaria, sia l'esistenza dell'evento omicidio organizzato, di uno speciale modus operandi e di una specialissima attività di autoconservazione e autosicurezza da parte della combinazione criminale per "farla franca" (obiettivo, purtroppo, raggiunto), AI QUALI PUNTI COMPLESSI E SISTEMICI IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO.
(...)
NON SI COMPRENDE CON QUALE LOGICA E CON QUALE BASE SCIENTIFICA IL PM ABBIA CONFUTATO APODITTICAMENTE I SUDDETTI OTTO PUNTI E I SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI SENZA MOTIVAZIONE ALCUNA.
(...)
RICHIESTE
Per tutto quanto sopra esposto i sottoscritti INCORVAIA Giuseppe e INCORVAIA Sabina si oppongono alla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero e chiedono che le indagini proseguano in modo creativo, lungimirante e sistemico, fra cui (1) (OMISSIS...), (2) l'individuazione dell'abile regista che ha condizionato l'inchiesta sino a fare determinare anche grazie ai vari depistaggi il falso scenario suicidiario, così coprendo la combinazione criminale assassina.
I sottoscritti chiedono in particolare che sulla base dei motivi e degli aspetti criminologici, criminalistici e investigativi esposti il Giudice restituisca gli atti al Pubblico Ministero per compiere un atto di indagine decisivo: una consulenza tecnica multidisciplinare e quindi collegiale (alla quale pertecipino anche i nostri esperti) che stabilisca definitivamente (1) se trattasi di azione omicidiaria oppure suicidiaria, attraverso l’applicazione di discipline e tecniche scientifiche quali la BPA (Blood Pattern Analisys), la RITRIDEC (Ricostruzione tridimensionale della scena del crimine), la balistica, la logica dell'investigazione criminale, e di ogni altra ritenuta utile e/o necessaria per la corretta ricostruzione della dinamica del fatto e che valuti se i cinque denunciati, (2) quali siano gli errori commessi durante l'inchiesta e le loro implicazioni.
Quanto sopra per acquisire un riscontro alle conclusioni ed alle tesi contenute nella relazione di consulenza tecnica del Prof. LAVORINO e dei suoi Collaboratori, che se confermate annullerebbero completamente i dubbi e le conclusioni (comunque apodittiche e prive di alcuna motivazione) su cui la Procura ha fondato il giudizio di insussistenza di qualsiasi reato, a partire dall’omicidio volontario. La conferma della tesi omicidiaria farebbe luce sulla verità dei fatti, e renderebbe necessarie indagini sulle ipotesi di depistaggio denunciate.

ANTEFATTO
La sera del 16 giugno 1994 SALVATORE INCORVAIA esce di casa alle 21:30 circa, dopo cena. Nota: Non avendo il medico legale esaminato il contenuto gastrico è impossibile determinare quante ore dopo cena il brigadiere Incorvaia sia morto. La moglie ha dichiarato che non vi è stata alcuna discussione o alcun litigio.
Il brigadiere Incorvaia si reca dal collega ed amico per sfogarsi di alcune incomprensioni che aveva col comandante della Stazione dei carabinieri di Vimercate. Il collega ha dichiarato che non vi era stato alcun litigio fra l'Incorvaia e la moglie, precisando che il brigadiere Incorvaia era agitato per problemi di lavoro all'interno della Stazione dei Carabinieri di Vimercate.
Incorvaia alle 23:55 lascia l'abitazione del collega e si reca al bar Tulipan in Vimercate, per bere una birra della sua marca preferita, la Du Demon. La proprietaria del locale ha dichiarato che Incorvaia non era preoccupato e nemmeno dedito all'alcool.
A mezzanotte e trenta Incorvaia esce dal bar Tulipan e si dirige verso Oreno. Nota: Oreno è il luogo dove il brigadiere Incorvaia sarà rinvenuto cadavere e dove era consapevole, tanto da averlo annotato in agenda, che avveniva spaccio di droga (rif. nota su agenda del 16/06/1992, pag. 117 AUTOPSIA PSICOLOGICA).
La mattina seguente il cadavere di Incorvaia viene rinvenuto da un passante, in una zona di campagna di Oreno, nei pressi della provinciale che collega Vimercate ad Arcore. Fra le mani, distanti una trentina di centimetri, c'è la pistola d'ordinanza con la canna rivolta verso sinistra; il finestrino anteriore destro in frantumi, quello posteriore destro abbassato; le luci di posizione accese, la macchina non risulta chiusa con le sicure; il motore è spento; le chiavi risultano inserite nel blocco di accensione in posizione “luci di parcheggio”.  Nonostante fosse frantumato il finestrino destro, lato del passeggero, il medico legale basa la sua consulenza e la ricostruzione della dinamica dei fatti sul falso presupposto che il finestrino rotto fosse il sinistro e, incredibilmente, non tiene conto che sul dorso della mano destra (quella che avrebbe dovuto esplodere il colpo) non vi era alcun microspruzzo di sangue, che sulla mano destra vi era UNA SOLA PARTICELLA TERNARIA DI RESIDUO DI SPARO, che le macchie di sangue erano INCOMPATIBILI con atto suicidiario, che molte cose NON quadravano.
Il 23/02/95 il PM della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza avanza al Gip, ai sensi dell'art. 415 c.p.p., una richiesta di archiviazione del procedimento penale contro ignoti n. 619/94 R.G.N.R. – n. 1832/94 R.I.G.P. poiché «la perizia autoptica ha concluso che tutti gli elementi sostanziali, i dati anamnestici e anatomopatologici orientano verso un'azione suicidiaria e non vi sono elementi in contrasto con tale ipotesi».
Il 24/02/95, l'ufficio del Gip emette un decreto di archiviazione del procedimento penale n. 619/94 R.G.N.R. – n. 1832/94 R.I.G.P. Dove dispone l'archiviazione, ordina la restituzione degli atti al PM, «il dissequestro e la restituzione all'Arma dei Carabinieri della pistola e dei proiettili sequestrati» con la motivazione che «non sono emerse alcune responsabilità di terzi».

Così si è formato il convincimento del suicidio, che noi contestiamo in toto.