martedì 15 aprile 2014

Delitto Samanta Fava - Tracce papillari e biologiche dell'assassino e Indicatori del Crimine

COMUNICATO STAMPA DEL 15 APRILE 2014
 
Contesto quanto avrebbe dichiarato avventatamente e superficialmente dall'avv. Tatangelo difensore dell'imputato Cianfarani, con riferimento all'udienza del 14 aprile (ieri) ed alla mia escussione in qualità di consulente tecnico dell'avv. Eduardo Rotondi, difensore delle persone offese sig. Tedeschi Raffaella e Fava Murella, madre e sorella della vittima.
L'avv. Tatangelo avrebbe dichiarato, a detta degli organi di stampa, che la mia constatazione-dichiarazione-considerazione-conclusione "Sulle cinghiette autostringenti di plastica che hanno strangolato Samanta Fava e su quella che le legava i piedi abbiamo cercato le tracce di Dna e le impronte papillari del soggetto strangolatore e confenzionatore e, poiché la fascetta è stata toccata, manipolata, e stretta con forza e con ovvio rilascio di tessuto epiteliale ed essudato da parte del SOGGETTO IGNOTO, mancando tali presenze di effetto di comportamento il significato è univoco: il soggetto strangolatore ha usato accorgimenti quali guanti in gomma, o guanti di altro genere, ovvero altro tipo di materiale protettivo proprio per non lasciare tracce papillari e biologiche di sé, dimostrandosi in tal modo soggetto organizzato, cosciente, vigile, pianificatore, attento premeditatore ed abile esecutore dell'omicidio tramite strangolamento, del depistaggio e dell'occultamento del cadavere" è stata contestata dal PM e dalla Polizia Scientifica. In realtà l'avv. Tatangelo è caduto sull'equivoco che quando il PM ha dichiarato che non era stata cercato DNA sulla cinghietta, il PM si è riferito alla parte della cinghietta che stringeva il collo della vittima, mentre io ho detto e precisato che abbiamo cercato (Polizia Scientifica e Consulenti delle Parti)  il DNA e le impronte papillari dell'assassino sulle parti delle cinghiette che non stringevano il collo ma che erano servite all'assassino per tirare il cappio e stringerle, quindi, zone delle cinghiette CHE NON SONO STATE MAI IN CONTATTO COL CORPO DELLA VITTIMA.
Distinti saluti.
Prof. Carmelo Lavorino

Per precisione, fornisco le conclusioni della mia CT in riguardo la questione "A-TRACCE BIOLOGICHE E PAPILLARI" e i c.d. "B-INDICATORI DEL CRIMINE":

A- TRACCE BIOLOGICHE E PAPILLARI
- Le fascette indicate come reperti 14, 15, 16 – con il reperti 14 e 16 n.q. di mezzi costrittori individuati anche come “ARMA DEL DELITTO” - sono state toccate, manipolate e strette con forza e quindi con ovvio e certissimo rilascio di tessuto epiteliale ed essudato da parte del SOGGETTO IGNOTO. Mancando tali presenze di effetto di comportamento sui suddetti reperti il significato è univoco: il soggetto strangolatore ha usato accorgimenti speciali e mirati quali guanti in gomma, o guanti di altro genere, ovvero altro tipo di materiale protettivo proprio per non lasciare tracce papillari e biologiche di sé, dimostrandosi in tal modo soggetto organizzato, cosciente, vigile, pianificatore, attento premeditatore ed abile esecutore sia dell'omicidio tramite strangolamento, sia del depistaggio e dell'occultamento del cadavere.
IN BASSO tre fotografie scattate a  fascette simili per dimensioni a quelle repertate sul cadavere. E' utile RIBADIRE che il DNA e le tracce papillari sono state cercate sulle zone che non cingevano e non toccavano il collo e il corpo della vittima, cioè, le zone NON STRETTE DAL CAPPIO e quindi toccate e tirate con forza dall'assassino.





 
- Il nastro adesivo che è stato stretto attorno alla vittima è stato con certezza assoluta toccato, steso, manipolato, pigiato e stretto dalle mani del soggetto ignoto, con ovvio contatto delle creste papillari delle mani. Mancando tali presenze di effetto di comportamento il significato è univoco: il soggetto confezionatore della salma ha usato accorgimenti speciali e specifici quali guanti in gomma, o guanti di altro genere, ovvero altro tipo di materiale protettivo, dimostrandosi in tal modo soggetto organizzato, cosciente, vigile, pianificatore.
- L'assenza di tracce di difesa attiva sulle/nelle unghie della vittima Samanta Fava è indicatore del fatto che la vittima, al momento dell'avvolgimento del mezzo costrittore delle cinghiette attorno al collo, era in stato di non coscienza, era inanimata, inoffensiva, disattivata, impossibilitata a difendersi.
- L'assenza di tracce di liquido seminale nelle zone elettive è indicatore del fatto che non vi è stato alcun tipo di rapporto sessuale del tipo non protetto prima dell'aggressione."

B- CONCLUSIONI SUGLI "INDICATORI DEL CRIMINE" 
Non può trattarsi quindi di morte in seguito a disgrazia, malore, gioco erotico estremo o similari: TRATTASI DI SOFFOCAMENTO PER TACITAZIONE TESTIMONIALE ED AUTOSICUREZZA, IN SEGUITO AD AGGRESSIONE VIOLENTA EFFETTUATA TRAMITE COLPI AL VOLTO ED ALLA COSTOLE DEL TIPO FRACASSANTE PERCUOTENTE PENETRANTE.
Trattasi di omicidio del tipo complesso, combinato e fasico, laddove, applicando il principio dei SETTE INDICATORI CONCETTUALI FONDAMENTALI DEL CRIMINE si conclude quanto segue:
  1. L’INTENTO PRIMARIO è l’eliminazione della vittima per motivi di carattere personale in seguito a conflitto emozionale per motivi di autosicurezza e per farla franca dopo averle procurato fratture.
  2. Il MOVENTE (motivazione interiore più il mixer d’interesse psicologico, biologico, tattico, strategico ed economico più la situazione criminogena) è per autosicurezza, per tacitazione testimoniale e per affermare il proprio dominio dopo aggressione verosimilmente a sfondo sessuale violenta con il fracassamento delle ossa nasali tramite pugni, seguito dal fracassamento delle costole con calci mentre la vittima era a terra.
  3. Il CONTESTO appare del tipo misto, in seguito ad aggressione e per autosicurezza.
  4. La PREMEDITAZIONE dell’omicidio è piena e completa, inizia con l’attività di strangolamento, anticipata dall’attività di aggressione violenta con i colpi al volto: quindi, aggressione d'impeto con colpi fracassanti, omicidio volontario premeditato con le fascette metodica omicidiaria "strangolamento".
  5. La METODICA CRIMINOESECUTIVA è di aggressione ripetuta (rito appetitivo) iniziata con parti del proprio corpo (pugni al volto e calci al soma) e perfezionata in STRANGOLAMENTO tramite le cinghiette reperti 14 e 16. Lo strangolamento è avvenuto alzando leggermente la testa della vittima, dispondendo le cinghiette sotto il collo parte posteriore, formando il cappio e tirando violentemente e con forza verso l'alto, così formando due cerchi: uno dalla circonferenza di cm 25 (reperto 14).
  6. La VOLONTARIETÀ è piena e completa in quanto collegata a livello sistemico con la METODICA CRIMINOESECUTIVA e la PREMEDITAZIONE.
  7. L’ORGANIZZAZIONE LOGISTICA appare essere efficiente, accurata, meticolosa e completa, specialmente nella fase di occultamento del cadavere e di depistaggio.