giovedì 8 maggio 2014

Il Serial Killer di Firenze - SINTESI

SINTESI DELLE MIE DICHIARAZIONI SUL MANIACO DI FIRENZE

Si tratta di un soggetto incauto, con modus operandi non professionale e strumentale alla gratificazione dei bisogni intimi di dominare, umiliare e fare soffrire la vittima. Anche le tecniche di autosicurezza per "farla franca" sono approssimative e rudimentali.Ha una una potente motivazione di comporre la scena con la vittima e di metterla in posa, così espondendola e offrendola come sacrificio e come soggetto che deve espiare: il tutto preceduto dall'approccio e dalle azioni sadiche e di dominio. Tali comportamenti derivano da bisogni intimi e da spinte psicologiche del tipo emotivo e di gratificazione, da tendenze e da ferite narcisistiche.
Risulta essere un serial killer del tipo missionario, giustiziere, sadico, controllore del potere ed edonista, che mette in essere i seguenti atti di matrice piscologica: controllo scenico, composizione della scena, azioni e ferite simboliche sulla vittima, over crimee, tortura ed accanimento in vita e tacito messaggio di sfida e di ostentazione della propria opera.  
Come pianificatore della propria sicurezza e del depistaggio appare essere un soggetto sprovveduto in quanto ha lasciato tracce del tipo biologico, dattiloscopico-papillare, visive, mnestiche e comportamentali e non effettua atti di depistaggio, di alterazione e di distruzione delle prove e della scena. Bassi i suoi livelli criminali di tecnica e di pianificazione, sono del tipo self made man.
Prima immaginava, fantasticava ed agiva violenze sadiche e stupri, ora ha passato il guado oltrepassando il limite del non ritorno con l'omicidio.
Mette in essere anche un'attività predatoria per procurarsi oggetti e feticci.
Con altissima probabilità sarà catturato.


lunedì 5 maggio 2014

Giallo della Lungara: vittoria della indagini difensive e della ricerca della verità

C.S. - Sono passati undici anni dalla morte di Claudia Agostini, uno dei cold cases di cui mi interesso per conto della parte offesa. Le nuove indagini disposte dal Gip rappresentano la vittoria del lavoro serio, professionale e meticoloso del Pool di difesa e del CESCRIN, delle indagini difensive a tutto campo coordinate dall'avv. Luigi VINCENZO e dal sottoscritto, degli strumenti mentali investigativi dell'Analisi Investigativa Criminale Sistemica e del Metodo MOCCI (Modello Organizzativo Criminalistico Criminologico  Investigativo). 
Sono undici anni che facciamo i salti mortali per cercare la verità a prescindere da opinioni e posizioni personali, professionali e di "schieramento".
Prof. Carmelo Lavorino


"DAL CORRIERE DELLA SERA
Morte di Claudia agostini: ripartono le verifiche
Si riapre il giallo di via della Lungara. "Non si è suicidata". Il gip ordina al pm nuove indagini.
 
ROMA - Si riapre il giallo di Claudia Agostini, l’insegnante d’inglese trovata morta in circostanze misteriose a via della Lungara la mattina del 13 ottobre del 2003, non può essere archiviata come un suicidio. La richiesta della procura di chiudere la tragedia come un atto compiuto da una persona disperata è stata respinta - per la seconda volta in undici anni - di nuovo da un gip. Rimane pertanto indagato con l’accusa di omicidio volontario l’allora convivente della donna, Leonardo Bellatti. Il pubblico ministero Nicola Maiorano dovrà riesaminare da capo la scena del delitto.
Sono le otto del mattino quando Claudia, 41 anni, viene trovata morta tra due auto in via della Lungara con le mani sul petto in segno di preghiera e il volto rivolto verso il cielo. Però, buttarsi da un palazzo di 19 metri e atterrare supini sul lato opposto della strada in uno spazio stretto tra due macchine senza danneggiarne nessuna e con le mani congiunte sembra «impossibile», come già scriveva nel 2007 il gip Roberto Laviola respingendo l’ipotesi del suicidio.

Gli occhiali. Scartata la tesi del gesto volontario, i nuovi accertamenti prendono spunto da alcune di contraddizioni emerse dall’interrogatorio dell’indagato, che non andava più d’accordo con la Agostini. Primo: appare anomalo che la tuta indossata dalla donna al momento del ritrovamento non sia sporca di sangue sulla spalla destra, dove è stata rinvenuta una ferita precedente alla morte. Eppure l’indagato ha sostenuto che quella notte indossava proprio quegli indumenti.
Allora sorge una domanda:la quarantunenne è stata uccisa mentre era nuda e poi vestita in un momento successivo? Ancora: gli occhiali di lei sono stati trovati nella zainetto. Anche questa appare un’anomalia: la donna è sempre stata miope e non avrebbe potuto salire fino all’ultimo piano senza gli occhiali. Il criminologo Carmelo Lavorino e l’avvocato della famiglia di Claudia, il legale Luigi Vincenzo, suggeriscono altre verifiche su strade mai battute in precedenza.

Gettata in strada. La Agostini potrebbe essere stata gettata in strada da via Orti D’Alibert su cui si affaccia una parte del palazzo dove viveva la coppia e che incrocia via della Lungara.
Il suggerimento è accolto dal gip: il vicolo è buio e avrebbe permesso all’assassino di preparare il cadavere della donna con pazienza senza essere disturbato dai passanti. Dalle indagini della parte civile emerge un altro dettaglio legato a via Orti D’Alibert: ci vive una donna che ha sostenuto di aver visto su via della Lungara il cadavere alle cinque e mezzo del mattino nel modo in cui è stato trovato. La teste è nata a Firenze dove ha i suoi natali anche Bellatti: i due si conoscevano e lei l’ha aiutato, come sospettano il criminologo Lavorino e l’avvocato Vincenzo? Domande che dovranno trovare una risposta."
 

sabato 3 maggio 2014

OMICIDIO KATIA TONDI: GLI OPINIONISTI SUPERFICIALI PRIMA SI DOCUMENTINO...POI PARLINO

Mi ha telefonato l'amico Ferdinando Terlizzi, giornalista, storico e scrittore di Santa Maria Capua Vetere, chiedendomi un commento sulle dichiarazioni di un ignoto* opinionista criminologo sulla vicenda Katia Tondi apparse su un settimanale. Ho evitato di informarmi sull'identità dell'opinionista e sul nominativo della testata per evitare inutili e pretestuose polemiche e per mantenere le distanze. 
* Nota. Ho saputo successivamente che l'ignoto opinionista è la d.ssa Roberta Bruzzone e che il settimanale è GIALLO, al che mi chiedo come è possibile "sparare sentenze investigative e giornalistiche" senza prima documentarsi a fondo, considerate anche le possibilità e le opportunità di poterlo fare? Bah...!!!

L'opinionista ha scritto quanto segue: "KATIA TONDI: TUTTI GLI INDIZI MI FANNO PENSARE CHE IL COLPEVOLE SIA IL MARITO. (...) A oggi tutti gli elementi probatori a carico di Lavoretano sono così numerosi che, a meno che non salti fuori una pista alternativa coerente, ritengo probabile che la posizione del marito di Katia si complicherà ulteriormente" (!!!???).

Il mio commento è stato il seguente: "Il criminologo professionista serio ed analitico può e deve esporsi pubblicamente su casi di omicidio ancora segretati SE E SOLO SE possiede tutti i dati investigativi, forensi, della scena del crimine, cronologici, spaziali e relativi a tutti gli scenari. A volte si perde l'occasione per fare silenzio ed è accaduto anche in questo caso, sopratutto se si parla giusto per pubblicare qualcosa a livello giallistico e/o per dimostrare d'esistere. I cavalli si contano alla fine, lo dissi anche per i casi Pacciani, via Poma ed Arce, ora lo dico anche per Katia Tondi. Questo caso ha visto troppi avventurieri mass-mediatici sparare balle, un qualcosa che a mio avviso suona come oltraggio alla vittima ed alla Corte. Le piste alternative esistono, ma bisogna avere occhi, mente, logica e lenti invetigative per vederle e capirle, capirle e vederle".

Devo aggiungere che chi sproloquia su "TUTTI GLI INDIZI" sicuramente non conosce TUTTI GLI INDIZI (cosa significa poi "PROBATORI"?... visto che gli indizi se sono tali non sono prove e che se sono prove non sono indizi (!!!???)), né conosce i tempi, le cronologie e i dati oggettivi, forensi e investigativi del caso, né il lavoro espletato da noi del Pool difensivo di Emilio Lavoretano...comprese le piste alternative validamente documentate da noi proposte. Può un chirurgo opinionista scrivere tanto per scrivere e sparare balle? Può un ingegnere opinionista sparare balle dimostrando di non conoscere l'algebra e la scienza delle costruzioni? Può un esperto cacciatore scambiare lucciole per lanterne? Certamente no! Può un opinionista criminologo "sparare sentenze di opinione" ignorando i dati investigativi, giudiziari, forensi, criminologici, criminalistici e medico-legali della vicenda e scrivere per sfoggiare sulla rubrichetta quanto è "bravo"? Penso proprio di no!

Scrisse il Manzoni "Spegnere il lume è un mezzo opportunissimo per non vedere la cosa che non piace, ma non per vedere quella che si desidera" e questo "opinionista" mi sembra che spesso e volentieri spenga la luce della verità per cercare solo quelle dei riflettori mass mediatici: attenzione, che la luce illumina tutto...però...!"

Ripeto: i cavalli si contano alla fine, il resto sono chiacchiere!

martedì 15 aprile 2014

Delitto Samanta Fava - Tracce papillari e biologiche dell'assassino e Indicatori del Crimine

COMUNICATO STAMPA DEL 15 APRILE 2014
 
Contesto quanto avrebbe dichiarato avventatamente e superficialmente dall'avv. Tatangelo difensore dell'imputato Cianfarani, con riferimento all'udienza del 14 aprile (ieri) ed alla mia escussione in qualità di consulente tecnico dell'avv. Eduardo Rotondi, difensore delle persone offese sig. Tedeschi Raffaella e Fava Murella, madre e sorella della vittima.
L'avv. Tatangelo avrebbe dichiarato, a detta degli organi di stampa, che la mia constatazione-dichiarazione-considerazione-conclusione "Sulle cinghiette autostringenti di plastica che hanno strangolato Samanta Fava e su quella che le legava i piedi abbiamo cercato le tracce di Dna e le impronte papillari del soggetto strangolatore e confenzionatore e, poiché la fascetta è stata toccata, manipolata, e stretta con forza e con ovvio rilascio di tessuto epiteliale ed essudato da parte del SOGGETTO IGNOTO, mancando tali presenze di effetto di comportamento il significato è univoco: il soggetto strangolatore ha usato accorgimenti quali guanti in gomma, o guanti di altro genere, ovvero altro tipo di materiale protettivo proprio per non lasciare tracce papillari e biologiche di sé, dimostrandosi in tal modo soggetto organizzato, cosciente, vigile, pianificatore, attento premeditatore ed abile esecutore dell'omicidio tramite strangolamento, del depistaggio e dell'occultamento del cadavere" è stata contestata dal PM e dalla Polizia Scientifica. In realtà l'avv. Tatangelo è caduto sull'equivoco che quando il PM ha dichiarato che non era stata cercato DNA sulla cinghietta, il PM si è riferito alla parte della cinghietta che stringeva il collo della vittima, mentre io ho detto e precisato che abbiamo cercato (Polizia Scientifica e Consulenti delle Parti)  il DNA e le impronte papillari dell'assassino sulle parti delle cinghiette che non stringevano il collo ma che erano servite all'assassino per tirare il cappio e stringerle, quindi, zone delle cinghiette CHE NON SONO STATE MAI IN CONTATTO COL CORPO DELLA VITTIMA.
Distinti saluti.
Prof. Carmelo Lavorino

Per precisione, fornisco le conclusioni della mia CT in riguardo la questione "A-TRACCE BIOLOGICHE E PAPILLARI" e i c.d. "B-INDICATORI DEL CRIMINE":

A- TRACCE BIOLOGICHE E PAPILLARI
- Le fascette indicate come reperti 14, 15, 16 – con il reperti 14 e 16 n.q. di mezzi costrittori individuati anche come “ARMA DEL DELITTO” - sono state toccate, manipolate e strette con forza e quindi con ovvio e certissimo rilascio di tessuto epiteliale ed essudato da parte del SOGGETTO IGNOTO. Mancando tali presenze di effetto di comportamento sui suddetti reperti il significato è univoco: il soggetto strangolatore ha usato accorgimenti speciali e mirati quali guanti in gomma, o guanti di altro genere, ovvero altro tipo di materiale protettivo proprio per non lasciare tracce papillari e biologiche di sé, dimostrandosi in tal modo soggetto organizzato, cosciente, vigile, pianificatore, attento premeditatore ed abile esecutore sia dell'omicidio tramite strangolamento, sia del depistaggio e dell'occultamento del cadavere.
IN BASSO tre fotografie scattate a  fascette simili per dimensioni a quelle repertate sul cadavere. E' utile RIBADIRE che il DNA e le tracce papillari sono state cercate sulle zone che non cingevano e non toccavano il collo e il corpo della vittima, cioè, le zone NON STRETTE DAL CAPPIO e quindi toccate e tirate con forza dall'assassino.





 
- Il nastro adesivo che è stato stretto attorno alla vittima è stato con certezza assoluta toccato, steso, manipolato, pigiato e stretto dalle mani del soggetto ignoto, con ovvio contatto delle creste papillari delle mani. Mancando tali presenze di effetto di comportamento il significato è univoco: il soggetto confezionatore della salma ha usato accorgimenti speciali e specifici quali guanti in gomma, o guanti di altro genere, ovvero altro tipo di materiale protettivo, dimostrandosi in tal modo soggetto organizzato, cosciente, vigile, pianificatore.
- L'assenza di tracce di difesa attiva sulle/nelle unghie della vittima Samanta Fava è indicatore del fatto che la vittima, al momento dell'avvolgimento del mezzo costrittore delle cinghiette attorno al collo, era in stato di non coscienza, era inanimata, inoffensiva, disattivata, impossibilitata a difendersi.
- L'assenza di tracce di liquido seminale nelle zone elettive è indicatore del fatto che non vi è stato alcun tipo di rapporto sessuale del tipo non protetto prima dell'aggressione."

B- CONCLUSIONI SUGLI "INDICATORI DEL CRIMINE" 
Non può trattarsi quindi di morte in seguito a disgrazia, malore, gioco erotico estremo o similari: TRATTASI DI SOFFOCAMENTO PER TACITAZIONE TESTIMONIALE ED AUTOSICUREZZA, IN SEGUITO AD AGGRESSIONE VIOLENTA EFFETTUATA TRAMITE COLPI AL VOLTO ED ALLA COSTOLE DEL TIPO FRACASSANTE PERCUOTENTE PENETRANTE.
Trattasi di omicidio del tipo complesso, combinato e fasico, laddove, applicando il principio dei SETTE INDICATORI CONCETTUALI FONDAMENTALI DEL CRIMINE si conclude quanto segue:
  1. L’INTENTO PRIMARIO è l’eliminazione della vittima per motivi di carattere personale in seguito a conflitto emozionale per motivi di autosicurezza e per farla franca dopo averle procurato fratture.
  2. Il MOVENTE (motivazione interiore più il mixer d’interesse psicologico, biologico, tattico, strategico ed economico più la situazione criminogena) è per autosicurezza, per tacitazione testimoniale e per affermare il proprio dominio dopo aggressione verosimilmente a sfondo sessuale violenta con il fracassamento delle ossa nasali tramite pugni, seguito dal fracassamento delle costole con calci mentre la vittima era a terra.
  3. Il CONTESTO appare del tipo misto, in seguito ad aggressione e per autosicurezza.
  4. La PREMEDITAZIONE dell’omicidio è piena e completa, inizia con l’attività di strangolamento, anticipata dall’attività di aggressione violenta con i colpi al volto: quindi, aggressione d'impeto con colpi fracassanti, omicidio volontario premeditato con le fascette metodica omicidiaria "strangolamento".
  5. La METODICA CRIMINOESECUTIVA è di aggressione ripetuta (rito appetitivo) iniziata con parti del proprio corpo (pugni al volto e calci al soma) e perfezionata in STRANGOLAMENTO tramite le cinghiette reperti 14 e 16. Lo strangolamento è avvenuto alzando leggermente la testa della vittima, dispondendo le cinghiette sotto il collo parte posteriore, formando il cappio e tirando violentemente e con forza verso l'alto, così formando due cerchi: uno dalla circonferenza di cm 25 (reperto 14).
  6. La VOLONTARIETÀ è piena e completa in quanto collegata a livello sistemico con la METODICA CRIMINOESECUTIVA e la PREMEDITAZIONE.
  7. L’ORGANIZZAZIONE LOGISTICA appare essere efficiente, accurata, meticolosa e completa, specialmente nella fase di occultamento del cadavere e di depistaggio.


mercoledì 5 marzo 2014

Yara Gambirasio e ultima notizia in vita

Yara Gambirasio e ultima notizia in vita
Alla puntata di Top Secret del 5 marzo 2014 ho dichiarato: (1) che Yara Gambirasio ha ricevuto un sms alle 18:25 da una sua amica (Martina), che le ha risposto alle 18:44 e che ne ha ricevuto un altro alle 18:49; (2) che quindi sino al momento della risposta - h 18:44 -  Yara non era stata aggredita e disattivata, era all'interno del veicolo che la trasportava, non era in stato d'allarme; (3) che aveva fiducia nel suo assassino anche all'interno del veicolo in movimento.
La mattina del 6 marzo 2014 i cronisti dell'Eco di Bergamo mi hanno confermato l'evento dei tre sms, delle dichiarazioni di Martina, del tracciato delle BTS (celle telefoniche). E i tabulati telefonici dichiarano in tal senso.
Il tutto, compreso il DNA dell'Ignoto 1, si salda col profilo che tracciai a suo tempo laddove definii un "soggetto sui 40 anni d'età...insospettabile...".

giovedì 27 febbraio 2014

Via Poma - Un po' d'umiltà da parte degli Inquirenti...

   Come dico da anni Raniero Busco non c'entra nulla con l'omicidio di Simonetta Cesaroni: è stato l'ultimo svarione congetturale-investigativo-logico dell'inchiesta: una serie di strafalcioni iniziati con NON avere preso le temperature cadaveriche ed ambientali, continuata col non accorgersi che l'assassino ha colpito diverse volte la vittima con la mano sinistra e protrattasi con altre "prodezze".
    Nel 1993 scrissi che il sangue sul telefono era dell'assassino, sangue gruppo A dqalfa4/4, mentre il PM dell'epoca si era abbarbicato sull'apoditticità che fosse sangue gruppo 0, quindi di Simonetta Cesaroni. La sentenza della Corte d'Appello mi ha dato ragione, la Cassazione non ha smentito il mio enunciato.
    Scrissi anche che l'assassino era un soggetto mancino, un territoriale, da ricercare fra il portierato e l'ufficio dove lavorava Simonetta.
    Poi ho indicato che il soggetto che ha cancellato le tracce e messo a posto la scena del delitto era a conoscenza  che il  tagliacarte arma del delitto apparteneva alla scrivania della dipendente Maria Luisa Sibilia, ma che non sapeva che alle ore 11 quel tagliacarte era stato smarrito tanto che la Sibilia lo aveva cercato.. quindi ...
    Ho anche scritto che il corpetto di pizzo è stato poggiato e disposto sul ventre di Simonetta non dall'assassino, ma da chi lo ha aiutato a fare le pulizie. Un atto di pietas, di negazione psichica, di accomodamento.
    Ed ancora: omicidio per rifiuto, rabbia distruttiva, il tutto per sanare una terribile ferita narcisistica; omicidio iniziato con uno schiaffo circolare alla tempia destra di Simonetta sferrato proprio con la mano sinistra, continuato punendo istintivamente le quattro zone del corpo della vittima: volto=bellezza; gola e petto=vita; ventre=maternità; pube=sessualità.
    Inganno strutturale, errore di presupposto, cronologie analizzare e interpretare!
   Consiglio agli Inquirenti di andare a guardarsi - con mente fredda, analitica, priva di emozioni e coinvolgimenti personali, di casta e ideologici - quanto ho scritto sul delitto di Via Poma e sul profilo dell'assassino e la questione del sangue sul telefono: bastano solo un po' d'umiltà e la volontà di risolvere il caso per motivi istituzionali ed etici.
   Consiglio ai "Giornalisti Investigativi di smetterla di accodarsi alle ipotesi degli Inquirenti e di ragionare con la propria materia grigia senza pensare al "pezzo", ma a districare il groviglio dell'enigma.