mercoledì 18 febbraio 2015

YARA: BOSSETTI: IL CERCHIO SI STRINGE! CONSIDERAZIONI ANTICIPATORIE VINCENTI: DAL PROFILO ALLE MICROTRACCE...

L'estate scorsa fui molto chiaro a MATRIX specificando che Bossetti sarebbe stato incastrato dalle microtracce su Yara, dai tabulati telefonici e dai suoi comportamenti sulla scena del crimine prima dell'accaparramento della preda. Ricordo che il conduttore Luca Telese si tolse la giacca, la buttò a terra e spiegò ai telespettatori il concetto del trasferimento delle microtracce dalla scena all'aggressore ed alla vittima, e così via...!
Ora emerge che il 26 novembre 2010 Yara sarebbe salita sul furgone di Massimo Bossetti, come si evince da alcuni fili del tessuto dei sedili del furgone Iveco Daily di Bossetti presenti sui suoi leggings.
Ricordo che già diversi "pseudoinvestigatori pseudoprofiler pseudocriminologi (!?)" e squallidi giornalisti "investigativi" (!?)" avevano "sofferto" perché tre mesi dopo il rapimento avevo tracciato il sequente profilo del soggetto ignoto, pubblicato dai media e riportato da alcuni emittenti, fra cui TG5, RAI Unoe SKY: "È il ''Classico soggetto insospettabile, di buona famiglia, con dei figli della stessa età della vittima e che gode della sua fiducia, proprio perché era considerato soggetto non pericoloso e che ha potuto abbattere le difese della vittima grazie al rapporto di frequentazione, di conoscenza e di fiducia''. Circa 40 anni. Si presenta come "timorato di Dio", affettuoso e premuroso padre di famiglia. È un territoriale.
Ha perso il controllo, ha cercato di effettuare un'aggressione del tipo sessuale nei confronti della piccola Yara, ma quando ha capito di essere andato oltre, ha temuto di essere denunciato e di perdere il rispetto e la dignità e di vedere infangata la propria situazione sociale: così è passato all'atto distruttivo aggressivo'.
È il predatore occasionale che approfittando della situazione, delle opportunità e della vulnerabilità vittima, slatentizza l'istinto assassino dopo quello sessuale aggressivo, perde il controllo, si fa dominare dalle fantasie sessuali e dai desideri repressi: perde il controllo, ghermisce, attacca, colpisce, uccide".
E la "sofferenza per rosicamento" continua inesorabile, perché tutti sanno prevedere che dopo il lampo arriva il tuono, ma in pochi sappiamo prevedere da dove arriva il fulmine, quando e perché!
    Altro squallido aspetto della vicenda è che trasmissioni televive "investigative" tipo Porta a porta, Quarto grado, Chi l'ha visto (ed altre) fanno finta di non conoscere le mie considerazioni anticipatorie, le mie osservazioni e deduzioni vincenti...per meschini interessi di bottega, per motivi di bassa partigianeria, di leccapiedismo e di falsa solidarietà di "colleganza": anche questa è l'Italia dei raccomandati, dei maneggioni e della cupola benedetta, dove combriccole, clan e "cupolari" la fanno da padroni, alla faccia della libertà di stampa edi opinione, della scienza e della meritocrazia!!!

lunedì 2 febbraio 2015

DEFINITIVO: SEMINARIO 27-28 FEBBRAIO

ROMA - Seminario di Studi CESCRIN
"SCENA DEL CRIMINE E DNA NUCLEARE E MITOCONDRIALE:
dal Giallo di  Via Poma al Delitto di Brembate" 
Venerdì 27 Febbraio h 15,00-19,45 - Sabato 28 Febbraio e h 10,00-13,45

Presso LIBRERIA MEDICHINI CLODIO Piazzale CLODIO 26 A/B/C


DOCENTI
 Prof. Rosa CACCIOPPO - Prof. Emiliano GIARDINA
Prof. Carmelo LAVORINO  - Prof. Claudio LAVORINO
Prof. Francesco SIDOTI - Prof. Marco STRANO
Introduzione dell'Avv. Luigi VINCENZO

www.carmelolavorino.com                 www.detectivecrime.com


PROGRAMMA
Venerdì  27 Febbraio
Ore 15:30  Avv. Luigi Vincenzo          Introduzione
Ore 15:45  Prof. Carmelo Lavorino   Scena del crimine "Serbatoio di dati investigativi"
Ore 16:45  Prof. Claudio Lavorino     Dna nucleare e Dna mitocondriale 
Ore 17:45                                                   Pausa
Ore 18:00  Prof. Emiliano Giardina   Dna e consulenze tecniche
Ore 18:50   Prof. Carmelo Lavorino  Scena del crimine, DNA e casi di storia
Ore 19:20  Prof. Francesco Sidoti       Conclusioni 


Sabato 28  Febbraio
Ore 10:00 Prof. Claudio Lavorino      Lo stato dell'Arte: interpretazione dei risultati ed errori
Ore 11:30                                                   Pausa 
Ore 11:45 Prof. Marco Strano             Integrazione fra Profiling psicologico e Dna profiling
Ore 12:45 Prof. Carmelo Lavorino     DNA, analisi criminale ed equazione del crimine
Ore 13:30 Prof. Rosa Caccioppo         Conclusioni

Quota di partecipazione al Seminario: euro 135,00; 
Studenti e Forze dell'Ordine euro 60,00
Sarà rilasciato ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
MASSIMO 25 PARTECIPANTI
Nessun posto disponibile - Iscrizioni Stop


giovedì 29 gennaio 2015

ARRESTO MARITO ELENA CESTE

MIA PRIMA CONSIDERAZIONE
Mi sembra che l'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Miche Buoninconti, marito della vittima Elena Ceste, sia il frutto della pressione mediatica dei sedicenti "giornalisti investigativi" e dei saccentoni dei servizi sociali, della logica di un traballante "terzo escluso", di un insieme di indizi a due/tre facce, di una logica investigativa obsoleta, di una caccia alle streghe ed al marito "antipatico" "strano", "incerto", "maleducato con i giornalisti" e "misterioso": questo a prescindere dalla colpevolezza o non di Michele Buoninconti!
Attenzione, non c'è alcuna certezza che trattasi di omicidio, le prove scientifiche latitano, la fisiognomica non c'entra proprio nulla, le incertezze e le contraddizioni del marito sono caratteriali e non significative!
E nemmeno mi convince la dichiarazione del colonnello dei CC Fabio Federici "La donna sarebbe deceduta per morte violenta nella sua abitazione...il movente sarebbe...". Mie cinque domande... per ora: (1) quale traccia assolutamente certa prova che la morte sia avvenuta in casa? Mistero. Non è uscita fuori questa traccia regina. (2) Come si fa a dire che trattasi di morte violenta visto che non si conoscono le cause della morte e gli eventuali mezzi? (3) Perché si presentano "certezze" ammantate da dubbi e da verbi espressi col modo condizionale dubitativo? (4) Perché il movente viene presentato come ipotetico e incerto?
(5) Perché si parla di "OMICIDIO PREMEDITATO" laddove, se il marito fosse colpevole, il suo gesto assassino e i "depistaggi" sarebbero il risultato di un modus operandi sgangherato, istintivo e disorganizzato e di un'aggressione d'impeto?

Penso che il Tribunale del Riesame potrebbe capovolgere la situazione...SE E SOLO SE LA DIFESA LAVORERÀ OTTIMAMENTE.

mercoledì 28 gennaio 2015

YARA, BOSSETTI E DNA MITOCONDRIALE...E SPECCHIETTI ACCHIAPPALLODOLE

Il Pool di Difesa di un indagato o di un imputato deve trovarle e provarle TUTTE per scagionare il proprio assistito, ma queste "TUTTE" devono essere attività e conclusioni leali, scientifiche e logiche, non squallidi metodi per parlare in trasmissioni televisive, fare clamore ed essere illuminati dai riflettori. Altrimenti si fa come il gatto che dopo avere messo a soqquadro la dispensa rispose alla domanda del "Cosa hai fatto?" con "Non lo so...ma abbiamo fatto una casino infernale..e solo questo ci interessa fare!".
La famosa traccia 31G20 rilevata sulle mutandine di Yara contenete il DNA nucleare di Bossetti e quello mitocondriale di Yara e di un altro eventuale soggetto che non è Bossetti, è frutto di commistione di tre tracce biologiche di tre soggetti: Yara Gambirasio, Massimo Bossetti e una terza persona (eventuale).
Quindi il DNA nucleare di Bossetti è presente con assoluta certezza su due punti critici della scena del crimine collegati all'azione aggressiva: mutandine e leggins di Yara ...e il polverone alzato con questione del DNA mitocondriale non reca alcun vulnus a questo dato oggettivo.
ALCUNE RIFLESSIONI
Il DNA nucleare di Bossetti è contestualizzabile all'omicidio perché è allocato su due punti critici e topici dell'intimità e del nucleo della scena del crimine, a prescindere dal DNA mitocondriale di un soggetto terzo.
Bossetti è stato colto con la pistola fumante (il proprio DNA sui punti critici) e non sa spiegarne il motivo in uno scenario d'innocenza, ed è inopportuno parlare di "inversione dell'onere della prova" perché le indagini difensive devono produrre scenari alternativi interni ed esterni, altrimenti la pistola fumante diviene prova.
Ed ancora. Il DNA nucleare serve per identificate, il DNA mitocondriale serve per escludere. E i casi che si possono presentare quando si comparano due DNA mitocondriali sono sette, di cui uno solo esclude che appartengono alla stessa persona (devono esserci due o più differenze nucleotidiche), gli altri sei non escludono. Domanda: cosa ci dice la comparazione dei DNA mitocondriali di Bossetti e del "secondo ignoto"...di quale caso trattasi?
A TAL PROPOSITO RIPORTO QUANTO SCRITTO E CODIFICATO NEL MASTER DI GENETICA FORENSE A CURA DEL PROF. GIUSEPPE NOVELLI E DEL DOTT. MASSIMILIANO GIARDINA.
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DI SEQUENZA
Dal momento che il DNA mitocondriale si trasmette per linea materna ed in assenza di ricombinazione, non può considerarsi un sistema identificativo, bensì un metodo utile per escludere la compatibilità tra campioni, tracce biologiche e reperti.
L’interpretazione dei risultati delle sequenze mitocondriali è suggerita da specifiche raccomandazioni SWGDAM (Scientific Working Group on DNA Analysis Methods- 2003) e deve tenere in considerazione l’eventuale presenza di eteroplasmia e la possibilità di risultati non attendibili. In particolare, possiamo distinguere vari casi:
I caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 si dimostrano identiche in ogni nucleotide. In tal caso non possiamo escludere che i due campioni appartengano alla stessa persona o a persone imparentate in linea materna.
II caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 mostrano due o più differenze nucleotidiche. In tal caso possiamo escludere che i due campioni appartengano alla stessa persona o a persone imparentate in linea materna.
III caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 mostrano soltanto una differenza nucleotidica. In tal caso il risultato sarà inconclusivo.
IV caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 si dimostrano identiche in ogni nucleotide eccetto per una base che risulta ambigua in una delle due sequenze. In tal caso non possiamo escludere che i due campioni appartengano alla stessa persona o a persone imparentate in linea materna.
V caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 si dimostrano identiche in ogni nucleotide eccetto per alcune basi che, in siti differenti nelle due sequenze, abbiamo dato risultati ambigui o non-interpretabili. In tal caso non possiamo escludere che i due campioni appartengano alla stessa persona o a persone imparentate in linea materna.
VI caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 si dimostrano identiche in ogni nucleotide ma è rilevata eteroplasmia in una specifica base in una delle due sequenze. Se una delle due basi eteroplasmiche è presente nell’altra sequenza, non possiamo escludere che i due campioni appartengano alla stessa persona o a persone imparentate in linea materna.
VII caso: due sequenze di DNA mitocondriale alle regioni HV1 e/o HV2 si dimostrano identiche in ogni nucleotide ed è rilevata eteroplasmia allo stesso sito, in entrambe le sequenze. In tal caso non possiamo escludere che i due campioni appartengano alla stessa persona o a persone imparentate in linea materna.
Quindi A PRESCINDERE SE BOSSETTI È INNOCENTE O COLPEVOLE E A PRESCINDERE DAL DNA MITOCONDRIALE, è meglio che la Difesa di Bossetti si dia da fare ad esperire INDAGINI DIFENSIVE COME IL MANUALE E LA BIBBIA PRETENDONO e che non insegua più le chimere della visibilità mass mediatica, cosa che fa bene all'Ego ma non alla Verità, alla Giustizia ed al Sospettato chiunque egli sia.
LE INDAGINI DIFENSIVE SONO ALTRA COSA...E SONO INCOMPATIBILI CON GLI SPECCHIETTI ACCHIAPPALLODOLE!!

UN PENSIERO PER GLI INQUIRENTI E PER LA PARTE OFFESA
È stato un errore imperdonabile non pianificare, organizzare e coordinare un piano esecutivo, di controllo e d'intelligence per fare cadere in trappola "IGNOTO 1" dopo la sua individuazione, cioè, mantenere segreta la sua individuazione e creargli una serie di situazioni speciali, di insicurezza, di ansia, di sospetti, di pericolo e di provocazioni tali da farlo scoprire, da fargli comunicare ad altri il proprio operato, da farlo tradire e farlo cadere in contraddizione. Questo, anche perché è ovvio che l'assassino di Yara dal 26 novembre di quattro anni fa ha avuto tempo, modi, sistemi e mezzi sia per cancellare ogni legame fra sé e il crimine, fra sé e la scena, sia per depistare, inquinare, alterare, contaminare e distruggere.

lunedì 22 dicembre 2014

La madre di Loris...verso l'ergastolo ma non per colpa sua!

INTERVISTA DEL 4 GENNAIO 2015 - LA SICILIA

Franca Antoci
«La difesa di Veronica avrebbe dovuto minare alla base e nel nucleo il paradigma investigativo degli inquirenti, indicare e dimostrare alternative al quadro indiziario». Il criminologo Carmelo Lavorino è molto duro sull'impostazione della difesa di Veronica Panarello nonostante il Riesame sia uno step che condivide con l'accusa le esigenze di custodia cautelare e non certo una sentenza di condanna.


Cosa contesta nel merito e, soprattutto, quale sarebbe stata l'azione difensiva che avrebbe suggerito all'avvocato?
«Perché lasciare tanti varchi all'impianto strutturato della Procura e all'ordinanza di custodia cautelare in carcere? Che senso ha mettere in dubbio che l'arma del delitto è una fascetta, visto che le tracce sul collo del bambino depongono in tal senso? 

Perché non presentare una propria consulenza tecnica antropometrica fotogrammetrica filmando un bambino della stessa altezza di Loris che ripete gli stessi movimenti della famosa sagoma alle ore 8,31 del 29 novembre? Sagoma che la Procura dice essere compatibile con Loris? Riprese da fare alla stessa ora e con le stesse condizioni di luminosità e con gli ovvi accorgimenti tecnici. 
Perché non proporre e non provare piste alternative forti e logiche, legando movente, situazione criminogena, stato psichico dell'assassino, arma del delitto, epicentro del crimine e luogo di scarico del cadavere, indicando profili diversi da Veronica Panarello? 
Perché non analizzare al micron i vari modus operandi ipotizzati dalla Procura per confutarli e poi proporre la contromossa vincente? 
Perché non tenere conto di quanto è accaduto in tutti i casi di madri accusati di avere ucciso la prole? Tutti questi perché non risolti dimostrano che la difesa non ha carte in mano, oppure che non sa giocare sul terreno di scontro dove si è infilata».
Se l'assassina è la madre, in quale probabile scenario si sarebbe mossa?
«La madre aveva immaginato, organizzato, ruminato e cullato l'uccisione del bambino da tempo. Il tutto in una parte nascosta e impenetrabile della sua psiche, in un compartimento stagno che chiamo "nucleo segreto intrapsichico del crimine". Una crudeltà lucida, fine e irrazionale all'interno di una normalità apparente. In tal caso la madre avrebbe accumulato giorno dopo giorno odio rabbioso e distruttivo contro il bambino, negatività dopo negatività e desiderio di annientamento totale, così proiettando sul bambino le proprie debolezze e le situazioni nere, sino a configurare il piccolo Loris come il demone delle proprie sofferenze e del proprio fallimento. La scintilla di un qualcosa accaduta la mattina del 29 novembre, lo stato psichico alterato al momento del fatto e gli eventuali disturbi di personalità hanno fatto il resto».
Cosa consiglierebbe a Veronica?
«Se è colpevole di stare sulla difensiva; se è innocente di attivare una difesa forte, dinamica, moderna e organizzata tale da spostare il terreno di scontro e capace di individuare il vero assassino. Dovrebbe far fare quello che Edgar Allan Poe definiva "Andare oltre le apparenze impossibili"».


COMUNICATO DEL 2 GENNAIO 2015
"Considerati i contenuti e il metodo della difesa di V.P. - invero superficiali e non recanti vulnus alcuno all'impianto accusatorio che in realtà è molto forte- ritengo che la donna debba rassegnarsi a trascorrere molto tempo in carcere. La sua difesa avrebbe dovuto indicare e dimostrare le alternative possibili, ma non lo ha fatto, se non rintuzzando debolmente e senza risultato i poderosi attacchi della Procura. Invece di usare i cannoni ha sparato con le pistole ad acqua, svilendo l'istituto delle indagini difensive.
La difesa di Veronica avrebbe dovuto (1) minare alla base e nel nucleo il paradigma investigativo degli inquirenti, (2) indicare e dimostrare alternative al quadro indiziario,
... INVECE SI È DILETTATA IN INUTILI E BANALI SOFISMI restando sul terreno di scontro scelto dagli inquirenti."
La madre di Loris...verso l'ergastolo ma non per colpa sua!


Intervista a La Sicilia del 21 dicembre 2014  (scarica il PDF CL01)

Perché la madre di Lorys potrebbe essere innocente
IL GIALLO DI SANTA CROCE CAMERINA

Loris, i sei scenari del criminologo

«Ecco perché la mamma non l’ha ucciso» di Franca Antoci


Dic 21, 2014



Versione stampabileSend by email

La nostra intervista con il noto “profiler” Carmelo Lavorino

Quale evento scatenante ha potuto trasformare una madre perfetta in assassina? Il movente non c’è: va ricercato tra le pieghe della psiche di Veronica Panarello. Manca pure l’esatta ricostruzione di quella drammatica mattina del 29 novembre. E il prof. Carmelo Lavorino, noto criminologo criminalista profiler, consulente in alcuni dei più noto gialli d’Italia, spiega perché Veronica Panarello non ha ucciso il figlio di 8 anni Loris Andrea. «Abbiamo tre opzioni principali: madre assassina, madre che copre l’assassino; madre innocente. Lasciamo agli inquirenti la prima e la seconda e concentriamoci sulla terza, cioè “madre innocente”».

«Allo stato dei fatti e delle nostre conoscenze - prosegue Lavorino - gli inquirenti hanno individuato, raccolto e organizzato una serie di indizi che singolarmente e nel loro insieme sono realmente gravi, precisi e concordanti nello stringere il cerchio attorno a Veronica Panarello, col presupposto fondamentale e certissimo che Loris sia rientrato in casa alle 8:31. A questo punto la donna può salvarsi “se e solo se” riuscirà a dimostrare che tutti gli indizi sinora interpretati come colpevolizzanti nei suoi confronti, possono essere letti in modo alternativo».

- E quindi indicare un altro assassino?«L’alternativa deve mettere a posto tutti i tasselli del puzzle senza alcuna incoerenza interna ed esterna. Ogni scenario prevede che Loris sia ucciso da una o più persone che chiamiamo “combinazione criminale” o soggetto ignoto. Se Loris è la sagoma vista entrare alle 8:31 l’omicidio si è sviluppato nel garage, in uno degli appartamenti condominiali o a casa della madre. Se la sagoma non è di Loris gli scenari cambiano completamente e la madre ovviamente esce dai sospetti, a prescindere dalle sue incertezze, imprecisioni, contraddizioni e bugie. Premetto che non sono d’accordo sull’ora della morte fra le 9 e le 10,30, la forbice temporale è sicuramente maggiore. «Gli scenari possibili sono esattamente sei. Eccoli:

SCENARIO 1 - Omicidio organizzato dalla “combinazione criminale” per vendetta contro la madre e per odio contro il piccolo. La combinazione si appropria del bambino, lo uccide, segue a distanza i movimenti della madre e decide d’incastrarla sovrapponendosi ai suoi movimenti in macchina. Usa le fascette perché è a conoscenza che a casa di Panarello sono presenti e fa attenzione a non lasciare tracce biologiche, dattiloscopiche e documentali visive. Per questo taglia ed elimina le fascette e si muove con circospezione. In tal caso l’assassino può essere donna o uomo e sicuramente conosceva il bambino e ne aveva la fiducia. I tragitti mattutini di Veronica che si reca al Vecchio Mulino alle 8:34, torna a casa alle 8:48, esce alle 9:23 e torna in zona Vecchio Mulino alle 9:27 prima di recarsi a Donnafugata sono noti all’assassino che, fra l’altro, la controllava da lontano o in altro modo. Per tale motivo ha deciso di andare a scaricare il corpicino del bambino proprio in quella zona. E nemmeno è da escludere che, conoscendo il passato di Veronica, sapesse che la stessa in passato aveva vissuto in tale zona e ha giocato anche a incastrarla. È comunque interessante che il Vecchio mulino fosse noto anche a soggetti della malavita e della tossicodipendenza.

SCENARIO 2 - Omicidio situazionale e strumentale per tacitazione testimoniale. Il bambino torna a casa e trova in garage, nelle scale o a casa l’assassino che, nell’ultimo caso, si è introdotto per furto, per fare un dispetto alla famiglia, o altro motivo. Il bambino riconosce l’intruso il quale in preda alla rabbia lo blocca e lo uccide. L’assassino ha le chiavi del portone o del garage e, se si è introdotto in casa, ha anche le chiavi di casa che ha potuto procurarsi in diversi modi. Sapendo delle telecamere si è mosso con accortezza e con stratagemmi ad hoc.

SCENARI 3-4-5-6 - Omicidio a sfondo sessuale, o in seguito a litigio. Lo scenario è identico anche in caso di morte per disgrazia o in seguito a gioco. Loris dal garage sino all’uscio di casa è incappato in una situazione pericolosa divenuta criminogena e poi esplosa, situazione pericolosa che va dalla tentata aggressione sessuale a un litigio fa minori. L’assassino o dei complici (familiari, amici, compagni di gruppo) hanno poi effettuato il trasporto in località Vecchio mulino con le accortezze del caso. Le accortezze di autosicurezza e per farla franca da parte della combinazione criminale iniziano dal post mortem».

- Professore, non ritiene di muoversi su un terreno franoso e scivoloso se non su una nuvola teorica?«Assolutamente no, perché o la difesa di Veronica produce le strade, i modi e le prove dell’alternativa logica e valida, oppure la donna verrà condannata, questo a prescindere dalle valutazioni di diritto sugli indizi.
E la difesa di Veronica – se non addirittura il marito – dovrebbe trovare i riscontri a una di queste alternative. Il marito ha tutti gli interessi e le motivazioni per individuare il vero colpevole, sia questi la moglie o altre persone».

E come spiega le menzogne, le incongruenze e le contraddizioni di Veronica?«Dando per scontato che la famosa sagoma sia proprio di Loris, in uno scenario innocentista può essere accaduto che Veronica per motivi sconosciuti (punizione, litigio, altro) abbia mandato indietro il figlio, oppure non si sia accorta che non è entrato in macchina perché la fretta, lo stress e l’abitudine l’hanno distratta. Nel frattempo Loris entra nel condominio e viene ghermito dall’assassino che è entrato in modo da non essere ripreso dalla videocamera, oppure è del condominio o era presente per altre ragioni. Veronica alle 8:48 torna a casa e non lo trova. Pensa di essere imballata mentalmente e di avere accompagnato il bambino a casa.
Quando va a scuola non lo vede e scattano i vari meccanismi di difesa dell’io, fra cui l’amnesia dissociativa. In tal modo spieghiamo la “famosa menzogna” del “non accompagnamento a scuola”, la confusione e le imprecisioni. Del resto il suo stato psichico, anche in seguito alla notizia della morte del figlio, era particolare e con le facoltà cognitive allentate».

Però Veronica ha il profilo psicologico per essere l’assassina, giusto?«Lo stato psichico di Veronica, il suo back-ground, il carattere, l’aggressività infradomestica, la solitudine e le sue negatività che sicuramente si rifiutava di riconoscere e che potrebbe avere proiettato sul figlio sono tutte caratteristiche che giocano contro di lei. Qui i casi sono due: o piove sul bagnato e Veronica è maledettamente sfortunata con situazioni, eventi e coincidenze coalizzatisi contro di lei, oppure l’assassino era a conoscenza delle sue caratteristiche psicologiche, di opportunità e di capacità esecutive e ne ha approfittato dopo la morte del bambino. Elenco una serie di indicatori che non sembrano essere compatibili con la figura della madre assassina nel caso di morte per omicidio volontario. Il disprezzo verso il corpo, l’assenza di ogni segno di rimorso, lo scaricamento del corpo in quella maniera violenta e veloce, il volere disfarsi di un fardello scomodo e pericoloso sono tutti indicatori di una persona che non nutriva da tempo sentimenti di affetto verso il bambino, cosa che invece la madre sino a poche ore prima della scomparsa di Loris ha mostrato e vissuto. Attenzione, in moltissimi casi di uccisione del tipo familiare l’assassino/a lascia una traccia di rimorso o negazione psichica, quale aggiustare il cadavere, coprirlo, lasciarlo in posa non umiliante. Invece il bambino è stato buttato ancora vivo, come un fantoccio da deumanizzare, con i pantaloni abbassati, quasi a volerlo degradare, in mezzo all’immondizia. Altro aspetto importante è l’avere coperto il capo del bambino col cappuccio della felpa: un atto che non è di rimorso/negazione psichica, bensì strumentale a nasconderlo. E ancora l’eliminazione delle fascette tramite forbici procura lesioni al corpo mentre il bambino è ancora vivo. La circostanza denota due aspetti molto forti: l’assassino ha eliminato l’arma del delitto contenente il proprio dna e le proprie impronte digitali e, contemporaneamente, ha prolungato il proprio contatto corporeo e fisico con la vittima, addirittura facendola soffrire maggiormente. Ebbene, l’atto implica sadismo fisico, psicologico e odio covato per settimane. Non è compatibile con la madre assassina.
La metodica omicidiaria dello strangolamento volontario tramite fascetta implica una serie di atti logici, mirati, organizzati e consequenziali, che male si adattano ai tempi ristretti di Veronica e allo stato compulsivo di madre assassina».

L’assassino sarebbe quindi un esterno.«Tre aspetti sono compatibili con la figura di un assassino esterno: il modus operandi spietato, veloce, accurato e organizzato; l’assenza di tracce psicologiche quali la negazione psichica e il rimorso, la messa in posa e la composizione del cadavere, e la presenza di tracce psicologiche quali il disprezzo e l’odio verso il bambino vivo e morto, la procurata sofferenza e il non avere retrocesso dall’azione assassina. E infine la mancata pianificazione di attività per “farla franca” da parte di Veronica. Prima fra tutte, il non avere previsto di essere ripresa dalle videocamere».

lunedì 15 dicembre 2014

OMICIDIO LORIS: È PREMEDITATO "SE E SOLO SE"...

OMICIDIO LORIS: È PREMEDITATO "SE E SOLO SE"...
Finalmente si ragiona solo con gli strumenti logico-investigativi e sugli aspetti investigativi, criminalistici, criminologici e d'intelligenze, uscendo dal gossip, dalle sensazioni e dalle ipotesi apodittiche.

1- I PUNTI CERTI DI PREMESSA
La famiglia sospetta di Veronica con forte sentimento colpevolista.
Gli orari delle telecamere potrebbero essere non allineati e non univoci, occorre verificare.
Loris non ha subito violenze sessuali o fisiche, né riferibili all'aggressione, né precedenti.
La madre ha tutte le caratteristiche psichiche, di vissuto, situazionali, comportamentali ed esecutive per essere l'assassina, ma ancora mancano le prove fisiche, testimoniali e personologiche.
L'orario dell'aggressione va dalle ore 8:32 a seguire, la fascia "ore 9 – 10" è suggestiva e forzatura ideologica, dovebbe essere estesa verso l'avanti.
Il fatto che Veronica arrivata al corso di cucina a Donnafugata abbia chiesto scusa per il ritardo, non si tratta di procacciamento d'alibi e non c'entra nulla col delitto.
Non conosciamo gli esiti degli accertamenti tecnici, di laboratorio e delle attività investigative.
Se si tratta d'omicidio d'impeto non quadrano i tempi, le situazioni criminogene e criminodinamiche, la meticolosità dell'azione omicidiaria e di sbarazzamento del corpicino, i tragitti organizzati e l'eliminazione e distruzione delle prove.
QUINDI I TEMPI ESECUTIVI DEL MODUS OPERANDI sono troppo stretti A MENO CHE e SE E SOLO SE (1) non si tratti di OMICIDIO PREMEDITATO ORGANIZZATO, PIANIFICATO E STABILITO, (2) CHE LA SAGOMA RIPRESA DALLA TELECAMERA MENTRE ENTRA NEL PORTONE DEL CONDOMINIO SIA AL 100% QUELLA DEL PICCOLO LORIS: il doppio presupposto di doppio condizionale "SE E SOLO SE" potrebbe coprire la ristrettezza dei tempi.

2- I TEMPI ESECUTIVI DEL MODUS OPERANDI
Gli inquirenti ipotizzano il seguente modus operandi:
  • Alle ore 8:30 circa Veronica esce assieme ai due figlioletti; accade qualcosa (elemento scatenante primario) e Loris viene rimandato a casa dalla madre che gli consegna le chiavi. Loris alle 8:31 circa torna a casa ed è sua la sagoma ripresa dalla videocamera (PRIMO DOPPIO PRESUPPOSTO CONDIZIONATO "SE E SOLO SE").
  • Veronica alle 8:48 ritorna nei pressi dell'abitazione e parcheggia la vettura col dietro rivolto verso l'ingresso del garage condominiale, poi entra nel garage, apre il portone basculante. È tornata col chiaro intento di uccidere il bambino e di trasportarne il corpo, per questo posiziona la macchina all'interno del garage (SECONDO DOPPIO PRESUPPOSTO CONDIZIONATO "SE E SOLO SE").
  • Alle 8.53 Veronica arriva al terzo piano, a meno che non abbia ordinato al bambino di aspettarla in garage. Ma appare maggiormente probabile in questo contesto che il bambino sia salito a casa e la madre lo abbia raggiunto per ucciderlo. Veronica apre la porta alle 8:53-54.
  • Veronica disattiva il bambino terrorizzandolo, gli blocca i polsi con le fascette, lo prepara per l'esecuzione sollevandogli il capo, disponendo la fascetta e infilando la linguetta nel foro; poi tira con forza e guarda la scena, e tira ancora: attende la fine della vittima. Il tutto in cinque minuti. Siamo arrivati alle 8:58, non oltre.
  • Il marito l'ha già cercata due volte al cellulare, ma questo risultava non raggiungibile.
  • Alle 9:01 risponde al marito perché il suo cellulare è raggiungibile.
  • Alle 9:04 inizia a preparare il corpicino per l'occultamento: taglia le fascette ai polsi ed al collo, gli toglie gli slip per motivi che sono ancor da individuare e definire, gli rimette i pantaloni, lo avvolge in una coperta o in un sacco di plastica e lo porta giù, in garage. Il tutto viena gito freddamente e lucidamente, facendo attenzione a non incappare in nessun condomino.
  • Veronica rrivata in garage sistema il corpicino di Loris nel portabagali o sul sedile posteriore coprendolo, poi si avvia verso il Vecchio Mulino.
3- COSA NON QUADRA ANCORA
Incongruenza del tipo spaziale-temporale. Alle 9:01 la madre viene raggiunta dalla telefonata del marito, il quale le ha telefonata prima ma lei non era raggiungibile, segno che era ancora in garage (i tempi nella fattispecie collimano). Ma se era ancora in garage non uccide Loris prima delle 9:01, ma immediatamente dopo la telefonata. Però avrebbe di già dovuto disattivare Loris, altrimenti il padre ne avrebbe sentito la voce, le grida o i lamenti ... ma il padre non ha sentito NULLA.
Incongruenza del tipo logico-decisionale. Appare strano che in un omicidio pianificato nei minimi particolari per i tempi, i modi, i sistemi e i mezzi esecutivi, di trasporto e di allontanamento dalle scene del crimine, Veronica non abbia organizzato tutti gli atti per "farla franca", non abbia considerato la presenza delle telecamere e si sia tradita con la questione delle fascette consegnate alle maestre.
Incongruenza del tipo psicologico-comportamentale. Gli atti logici, mirati, consequenziali, lucidi e organizzati delle fasi prima del crimine, durante il crimine e dopo il crimine attribuiti a Veronica presentano troppe "bandierine rosse = red flags" nell'ambito di un omicidio premeditato.

3- COME REDIMERE LA QUESTIONE
Dobbiamo attendere gli esiti degli accertamenti tecnici e, molto probabilmente, arriveranno le risposte di molti testimoni silenziosi e invisibili noti come "tracce del crimine e tracce criminali", siano essi del tipo personale, chimico, biologico, fisico, merceologico, mnestico, comportamentale e di altra tipologia.