Pubblichiamo un'intervista rilasciata dal Prof. Lavorino a BlitzQuotidiano
OMICIDIO
LORYS STIVAL: CERCHIAMO LA VERITÀ E LASCIAMO STARE FALSI SCOOP,
IPOTESI INDIMOSTRABILI E VOLI PINDARICI.
DIVERSITÀ
DI OPINIONI FRA I CRIMINOLOGI CARMELO LAVORINO E FRANCESCO BRUNO.
Il
prof. Carmelo Lavorino, direttore del CESCRIN (Centro Studi
Investigazione Criminale), oltre ad essere criminologo, criminalista,
investigatore criminale, profiler ed analista della scena del
crimine, è Cintura nera di Karate grado superiore e maestro di
difesa personale e di tecniche di combattimento disarmato ed armato,
quindi, alla professionalità del criminologo investigativo (si è
interessato di oltre 250 casi d'omicidio) unisce quella dell'esperto
di combattimento reale e di studio su strangolamenti e percosse.
Prof.
Lavorino, lei dopo le dichiarazioni del prof. Francesco Bruno a
Mattino 5 sull'omicidio di Lorys Stival - dove lo stesso si dice
convinto che si tratta di omicidio nell'ambito della pedofilia ad
opera di due persone perché le ferite non sono della stessa
tipologia, che l'arma del delitto non è la fascetta da elettricista,
che la ferita al cranio non è stata prodotta dalla caduta nel
canalone dove poi il bambino è stato rinvenuto - ha propalato il
seguente comunicato stampa: "OMICIDIO DI LORYS STIVAL,
SUPERFICIALITA' ED ERRORI ANALITICI. Ritengo che la "ricostruzione
choc" di Francesco Bruno riportata da Mattino5 sia
antiscientifica, illogica, non condivisibile e priva di
spiegazioni.".
Ci
dice qual è la sua posizione sul caso e il motivo delle sue
critiche?
- Di fatto a Mattino5 non è stato spiegato nulla a supporto delle conclusioni e quello che è stato detto non ha "polpa" investigativa e criminologica. Si tratta solo di un'ipotesi senza riscontri e basata su presupposti incerti se non falsi. Quando si enuncia un'ipotesi bisogna portare elementi molto forti a supporto e poi svolgere un ragionamento esatto e logico ed arrivare a conclusioni certe. Nella fattispecie nulla di ciò si è verificato. Diciamo che per supportare l'innocenza di Veronica vengono usati metodi basati sul nulla.
Può
approfondire qualche aspetto?
-
Certamente. A Mattino5 è stato detto che nelle uccisioni a sfondo
pedofilo se gli aggressori sono in due uccidono in maniera diversa,
quindi, nel caso di Lorys, essendoci la prova dello strangolamento e
di un colpo alla testa il significato sarebbe che gli aggressori sono
due (!?)... ergo ci si trova di fronte a un delitto nel contesto
della pedofilia. Il ragionamento non lo condivido perché è basato
su un presupposto non vero, sulla cosìdetta "petizione di
principio", cioè, la tecnica di mettere la conclusione gradita
come presupposto e la si dà per scontata e, contemporaneamente: tale
ragionamento è un circolo vizioso. Un comportamento del genere lo
reputo dannoso anche per la stessa Veronica se vuole dimostrare di
essere innocente, perché non fa altro che fare confusione e gridare
"al ladro...al ladro" senza che ladro ci sia.
Torniamo
alle sue confutazioni al prof. Bruno per la questione dei due
aggressori?
-
Il fatto che Lorys Stival abbia due tipi di fratture e diversi tipi
di lesioni, frattura da strangolamento all'osso ioide e frattura da
caduta o da colpo in testa tramite un corpo contundente, e segni di
strangolamento al collo tramite un mezzo costrittorio più graffi,
NON significa minimamente che ci troviamo di fronte a due aggressori:
significa solo che sono state usate due tecniche lesive diverse: lo
strangolamento e l'aggressione con colpi, oppure precipazione da
due-tre metri. Ci troviamo di fronte a due tecniche successive e
combinate che fanno parte della dinamica omicidiaria e della
situazione contingente dell'omicidio d'impeto: due tecniche diverse
non significano per forza due aggressori come invece è stato
affermato a Mattino5.
Badi,
ho trattato moltissimi casi di omicidio dove l'assassino si è
accanito sulla vittima con diverse tecniche lesive, a iniziare dal
Mostro di Firenze e da Via Poma, al delitto dell'Olgiata, al delitto
di Arce, all'uccisione di Samatha Fava conclusosi in appello qualche
giorno con la condanna dell'assassino, laddove l'uomo prima ha
colpito la donna al naso con un pugno sbattendola a terra, poi le ha
rotto le costole con una serie di calci e poi l'ha strangolata con
una cinghietta di elettricista, come quella che si ipotizza sia stata
usata contro il piccolo Lorys. Ed ancora: Simonetta Cesaroni prima è
stata aggredita con uno schiaffo alla tempia destra poi è stata
pugnalata; Serena Mollicone la ragazza di Arce, prima è stata
colpita sul sopracciglio sinistro che l'ha fatta svenire e poi è
stata soffocata con una tecnica sofisticata; Alberica Filo della
Torre (delitto dell'Olgiata) è stata colpita con uno zoccolo alla
tempia dopo un tentativo di strangolamento. Gli esempi di tecniche
combinate con diverse tipologie criminoesecutive e un assasino unico
sono innumerevoli.
Ma
la frattura al cranio è stata prodotta sul luogo del delitto o sul
canalone?
-
Il fatto che la frattura al cranio possa essere stata causata non per
la precipitazione sul muro di calcestruzzo del canalone e/o sul
canalone stesso, ma da un colpo alla testa, ci parla di una
criminodinamica diversa ma certamente non di due aggressori. E
nemmeno ha valenza di conclusioni scientifiche la dichiarazione che
ho sentito a Mattino5: "...
quando si cade da un’altezza di quel tipo, se il soggetto è vivo,
ci sono delle fratture sulle braccia in quanto si cerca di attutire
la caduta...", ma qui, in realtà, non abbiamo questi segni
perché il bambino, quando è stato buttato nel canalone, era privo
di sensi, quindi non poteva effettuare gli atti autoconservativi di
mettere le mani e le braccia davanti al corpo per attutire la caduta
come invece fanno i soggetti vigili e coscienti.
Ritengo
che tentare di dimostrare una tesi con presupposti e/o con
ragionamenti fallaci è innanzitutto ostativo alla giustizia, alla
verità ed a Veronica Panarello se è innocente.
E
sull'ipotesi che l'arma dello strangolamento sia un laccio e non una
fascetta dell'elettricista?
-
Non condivido la dichiarazione che è impossibile per un adulto
strangolare un bambino con una striscetta da elettricista perché il
bambino si muove e la fascetta è corta e che, di conseguenza, l'arma
del delitto sarebbe un'altra. Il bambino era paralizato dalla paura,
incapace di reagire, sopraffatto dall'adulto, debole e sfiduciato,
senza la forza di reagire, aggredito da un adulto pesante almeno 50
kg e molto forte nei suoi confronti: un adulto entrato nella spirale
della rabbia distruttiva e maligna. Ed è altamente probabile che
l'assassino prima abbia tramortito il bambino con tecnica di
soffocamento o altra tecnica aggressiva, per poi strangolarlo.
E
sulla questione che il bambino sia stato oggetto di violenza sessuale
così come sarebbe stato dedotto dalla dilatazione dell'anello anale
di
circa due centimetri, dall'assenza di mutandine, dai pantaloni del
bambino bagnati di urina e per il fatto che fosse ben vestito dalla
cintura in su, cosa dice?
-
Basiamoci su dati certi (o da considerare tali sino a prova
contraria) e scientifici, cioè, quelli provenienti dalla relazione
autoptica del consulente del Pubblico ministero dott. Juvara, l'unico
consulente che ha visto il cadavere. Questi ha escluso la violenza
sessuale (recente e/o pregressa) e che il bambino fosse sotto
l’effetto di alcuna droga o farmaco. Abbiamo la documentazione che
il medico legale prima dell'autopsia ha dichiarato che i pantaloni
erano slacciati
(bottone e zip) e leggermente abbassati e che il bambino era privo
delle mutandine,
che la dilatazione anale era di
circa due centimetri e che per tale motivo non venne presa la
temperatura rettale, che sul gluteo sinistro vi erano tre tagli
paralleli,
che non vi era nessuna traccia di colluttazione, che le suole
delle scarpe erano pulite e che vi erano segni
di strusciamento sulla parte superiore della scarpa destra, che vi
era stata una minima fuoriuscita di sangue
e siero dal naso (tale
da causare una chiazza di 8 × 7 centimetri sul cemento del
canalone).
Dopo
l'autopsia e ricevuti i risultati degli esami di laboratorio del tipo
istologico e tossicologico, il medico legale ha elencato le seguenti
conclusioni di cui riporto una sintesi:
-
la causa della morte di Lorys è da attribuire con certezza ad
asfissia
da strangolamento;
-
l’ora
della morte è
da collocarsi fra le 8.30 e le 10.00 del mattino del 29 novembre;
-
la lesione “in vitam” che ha causato la morte è quella sul collo
(un solco continuo sull’intera superficie) e tale lesione è
“compatibile” con le fascette
stringicavo 280
× 4,5 del tipo di quelle presenti in casa Stival;
-
la
frattura complessa della teca cranica è avvenuta “in limine
vitae”,
cioè nei 3-4 minuti successivi allo strangolamento;
-
sono state riscontrate altre due lesioni “in limine vitae” (1)
sul collo, causata da un oggetto
da punta e taglio (forse
forbici), fra il retro dell’orecchio destro e la mandibola, (2)
sulla parte
superiore di entrambi i polsi,
come se al bambino dopo lo strangolamento i polsi fossero stati
legati insieme;
-
il bambino non era sotto l’effetto di alcuna droga o farmaco;
-
non
sono emerse violenze carnali,
né recenti né pregresse;
-
lo
stomaco era vuoto,
così come il duodeno e l’esofago, mentre erano presenti feci
nell’ampolla rettale.
Ebbene,
tutto questo mi fa ritenere, anche se non lo escludo, che il contesto
dell'omicidio a sfondo pedofilo sia improbabile e se invece il
contesto fosse della pedofilia le questioni della diversità delle
lesioni non significa nulla in tal senso: sicuramente occorrono degli
approfondimenti tramite una perizia medico-legale che non lasci punti
oscuri e colmi tutte le lacune, se possibile. Però, se il difensore
della signora Panarello avesse nominato un proprio consulente tecnico
(la madre fu immediatamente sospettata) per farlo partecipare agli
accertamenti autoptici, oggi avremmo meno eventuali lacune su cui
disquisire e piangere.
Lei
esclude la pista pedofila? Ritiene Veronica Panarello innocente o
colpevole?
- Guardi, non escludo nulla, ma mi piace basarmi su dati, presupposti e ragionamenti scientifici e metodi robusti, non su fantasie o pregiudizi. Comunque nel dicembre del 2014, quindi qualche giorno dopo l'arresto della madre, rilasciai al quotidiano La Sicilia la seguente intervista, dove non escludevo né l'innocenza della signora e né la pista pedofila o l'omicidio a sfondo sessuale. Eccola.
- INTERVISTA DEL DICEMBRE 2014 AL QUOTIDIANO "LA SICILIA"
«Abbiamo
tre opzioni principali: madre assassina, madre che copre l’assassino;
madre innocente. Lasciamo agli inquirenti la prima e la seconda e
concentriamoci sulla terza, cioè “madre innocente”».
«Allo
stato dei fatti e delle nostre conoscenze - prosegue Lavorino - gli
inquirenti hanno individuato, raccolto e organizzato una serie di
indizi che singolarmente e nel loro insieme sono realmente gravi,
precisi e concordanti nello stringere il cerchio attorno a Veronica
Panarello, col presupposto fondamentale e certissimo che Loris sia
rientrato in casa alle 8:31. A questo punto la donna può salvarsi
“se e solo se” riuscirà a dimostrare che tutti gli indizi sinora
interpretati come colpevolizzanti nei suoi confronti, possono essere
letti in modo alternativo».
E
quindi indicare un altro assassino?
«L’alternativa
deve mettere a posto tutti i tasselli del puzzle senza alcuna
incoerenza interna ed esterna. Ogni scenario prevede che Loris sia
ucciso da una o più persone che chiamiamo “combinazione criminale”
o soggetto ignoto. Se Loris è la sagoma vista entrare alle 8:31
l’omicidio si è sviluppato nel garage, in uno degli appartamenti
condominiali o a casa della madre. Se la sagoma non è di Loris gli
scenari cambiano completamente e la madre ovviamente esce dai
sospetti, a prescindere dalle sue incertezze, imprecisioni,
contraddizioni e bugie. Premetto che non sono d’accordo sull’ora
della morte fra le 9 e le 10,30, la forbice temporale è sicuramente
maggiore. «Gli scenari possibili sono esattamente sei. Eccoli:
SCENARIO
1 - Omicidio organizzato dalla “combinazione criminale” per
vendetta contro la madre e per odio contro il piccolo. La
combinazione si appropria del bambino, lo uccide, segue a distanza i
movimenti della madre e decide d’incastrarla sovrapponendosi ai
suoi movimenti in macchina. Usa le fascette perché è a conoscenza
che a casa di Panarello sono presenti e fa attenzione a non lasciare
tracce biologiche, dattiloscopiche e documentali visive. Per questo
taglia ed elimina le fascette e si muove con circospezione. In tal
caso l’assassino può essere donna o uomo e sicuramente conosceva
il bambino e ne aveva la fiducia. I tragitti mattutini di Veronica
che si reca al Vecchio Mulino alle 8:34, torna a casa alle 8:48, esce
alle 9:23 e torna in zona Vecchio Mulino alle 9:27 prima di recarsi a
Donnafugata sono noti all’assassino che, fra l’altro, la
controllava da lontano o in altro modo. Per tale motivo ha deciso di
andare a scaricare il corpicino del bambino proprio in quella zona. E
nemmeno è da escludere che, conoscendo il passato di Veronica,
sapesse che la stessa in passato aveva vissuto in tale zona e ha
giocato anche a incastrarla. È comunque interessante che il Vecchio
mulino fosse noto anche a soggetti della malavita e della
tossicodipendenza.
SCENARIO
2 - Omicidio situazionale e strumentale per tacitazione testimoniale.
Il bambino torna a casa e trova in garage, nelle scale o a casa
l’assassino che, nell’ultimo caso, si è introdotto per furto,
per fare un dispetto alla famiglia, o altro motivo. Il bambino
riconosce l’intruso il quale in preda alla rabbia lo blocca e lo
uccide. L’assassino ha le chiavi del portone o del garage e, se si
è introdotto in casa, ha anche le chiavi di casa che ha potuto
procurarsi in diversi modi. Sapendo delle telecamere si è mosso con
accortezza e con stratagemmi ad hoc.
SCENARI
3-4-5-6 - Omicidio a sfondo sessuale, o in seguito a litigio. Lo
scenario è identico anche in caso di morte per disgrazia o in
seguito a gioco. Loris dal garage sino all’uscio di casa è
incappato in una situazione pericolosa divenuta criminogena e poi
esplosa, situazione pericolosa che va dalla tentata aggressione
sessuale a un litigio fa minori. L’assassino o dei complici
(familiari, amici, compagni di gruppo) hanno poi effettuato il
trasporto in località Vecchio mulino con le accortezze del caso. Le
accortezze di autosicurezza e per farla franca da parte della
combinazione criminale iniziano dal post mortem».
Professore,
non ritiene di muoversi su un terreno franoso e scivoloso se non su
una nuvola teorica?
«Assolutamente
no, perché o la difesa di Veronica produce le strade, i modi e le
prove dell’alternativa logica e valida, oppure la donna verrà
condannata, questo a prescindere dalle valutazioni di diritto sugli
indizi.
E la difesa di Veronica – se non addirittura il marito – dovrebbe trovare i riscontri a una di queste alternative. Il marito ha tutti gli interessi e le motivazioni per individuare il vero colpevole, sia questi la moglie o altre persone».
E la difesa di Veronica – se non addirittura il marito – dovrebbe trovare i riscontri a una di queste alternative. Il marito ha tutti gli interessi e le motivazioni per individuare il vero colpevole, sia questi la moglie o altre persone».
E
come spiega le menzogne, le incongruenze e le contraddizioni di
Veronica?
«Dando
per scontato che la famosa sagoma sia proprio di Loris, in uno
scenario innocentista può essere accaduto che Veronica per motivi
sconosciuti (punizione, litigio, altro) abbia mandato indietro il
figlio, oppure non si sia accorta che non è entrato in macchina
perché la fretta, lo stress e l’abitudine l’hanno distratta. Nel
frattempo Loris entra nel condominio e viene ghermito dall’assassino
che è entrato in modo da non essere ripreso dalla videocamera,
oppure è del condominio o era presente per altre ragioni. Veronica
alle 8:48 torna a casa e non lo trova. Pensa di essere imballata
mentalmente e di avere accompagnato il bambino a casa.
Quando va a scuola non lo vede e scattano i vari meccanismi di difesa dell’io, fra cui l’amnesia dissociativa. In tal modo spieghiamo la “famosa menzogna” del “non accompagnamento a scuola”, la confusione e le imprecisioni. Del resto il suo stato psichico, anche in seguito alla notizia della morte del figlio, era particolare e con le facoltà cognitive allentate».
Quando va a scuola non lo vede e scattano i vari meccanismi di difesa dell’io, fra cui l’amnesia dissociativa. In tal modo spieghiamo la “famosa menzogna” del “non accompagnamento a scuola”, la confusione e le imprecisioni. Del resto il suo stato psichico, anche in seguito alla notizia della morte del figlio, era particolare e con le facoltà cognitive allentate».
Però
Veronica ha il profilo psicologico per essere l’assassina, giusto?
«Lo
stato psichico di Veronica, il suo back-ground, il carattere,
l’aggressività infradomestica, la solitudine e le sue negatività
che sicuramente si rifiutava di riconoscere e che potrebbe avere
proiettato sul figlio sono tutte caratteristiche che giocano contro
di lei. Qui i casi sono due: o piove sul bagnato e Veronica è
maledettamente sfortunata con situazioni, eventi e coincidenze
coalizzatisi contro di lei, oppure l’assassino era a conoscenza
delle sue caratteristiche psicologiche, di opportunità e di capacità
esecutive e ne ha approfittato dopo la morte del bambino. Elenco una
serie di indicatori che non sembrano essere compatibili con la figura
della madre assassina nel caso di morte per omicidio volontario. Il
disprezzo verso il corpo, l’assenza di ogni segno di rimorso, lo
scaricamento del corpo in quella maniera violenta e veloce, il volere
disfarsi di un fardello scomodo e pericoloso sono tutti indicatori di
una persona che non nutriva da tempo sentimenti di affetto verso il
bambino, cosa che invece la madre sino a poche ore prima della
scomparsa di Loris ha mostrato e vissuto. Attenzione, in moltissimi
casi di uccisione del tipo familiare l’assassino/a lascia una
traccia di rimorso o negazione psichica, quale aggiustare il
cadavere, coprirlo, lasciarlo in posa non umiliante. Invece il
bambino è stato buttato ancora vivo, come un fantoccio da
deumanizzare, con i pantaloni abbassati, quasi a volerlo degradare,
in mezzo all’immondizia. Altro aspetto importante è l’avere
coperto il capo del bambino col cappuccio della felpa: un atto che
non è di rimorso/negazione psichica, bensì strumentale a
nasconderlo. E ancora l’eliminazione delle fascette tramite forbici
procura lesioni al corpo mentre il bambino è ancora vivo. La
circostanza denota due aspetti molto forti: l’assassino ha
eliminato l’arma del delitto contenente il proprio dna e le proprie
impronte digitali e, contemporaneamente, ha prolungato il proprio
contatto corporeo e fisico con la vittima, addirittura facendola
soffrire maggiormente. Ebbene, l’atto implica sadismo fisico,
psicologico e odio covato per settimane. Non è compatibile con la
madre assassina.
La metodica omicidiaria dello strangolamento volontario tramite fascetta implica una serie di atti logici, mirati, organizzati e consequenziali, che male si adattano ai tempi ristretti di Veronica e allo stato compulsivo di madre assassina».
La metodica omicidiaria dello strangolamento volontario tramite fascetta implica una serie di atti logici, mirati, organizzati e consequenziali, che male si adattano ai tempi ristretti di Veronica e allo stato compulsivo di madre assassina».
L’assassino
sarebbe quindi un esterno.«Tre aspetti sono compatibili con la
figura di un assassino esterno: il modus operandi spietato, veloce,
accurato e organizzato; l’assenza di tracce psicologiche quali la
negazione psichica e il rimorso, la messa in posa e la composizione
del cadavere, e la presenza di tracce psicologiche quali il disprezzo
e l’odio verso il bambino vivo e morto, la procurata sofferenza e
il non avere retrocesso dall’azione assassina. E infine la mancata
pianificazione di attività per “farla franca” da parte di
Veronica. Prima fra tutte, il non avere previsto di essere ripresa
dalle videocamere». STOP INTERVISTA
Professore,
cosa pensa della consulenza dell'ing. Carmelo Lo Curto il quale
dichiara che alla guida della macchina non c'era Veronica, ma un
soggetto maschile?
Come
sto dicendo da 14 mesi occorre una perizia disposta dal Giudice da
affidatare a periti, quindi superpartes, che analizzino TUTTI i
filmati di TUTTE le telecamere – naturalmente allineando e
sincronizzando gli orari – per stabilire UNA VOLTE PER TUTTE i
movimenti della macchina della Panarello e di altre macchine
interessati, individuarne i percorsi, individuare e definire
(indicando il grado di probabilità) UNA VOLTA PER TUTTE chi fosse
alla guida, chi accanto, chi dietro e quant'altro utile. Alla perizia
parteciperebbero come consulenti della difesa dell'imputata Veronica
Panarello sia l'ing. Carmelo Lo Curto che ha concluso nella sua
relazione tecnica che la persona alla guida era un uomo, sia gli
ausiliari del Pubblico ministero nel personale della Polizia
scientifica, sia i consulenti delle persone offese.
La
perizia dovrebbe risolvere anche il quesito se la sagoma vista uscire
e poi rientrare alle 8:31 sia realmente di Lorys Stival ed elaborare
una seria e scientifica ricostruzione cronologica degli eventi, dei
comportamenti, dei movimenti e dei posizionamenti di tutte le persone
del palazzo della Panarello e delle persone informate dei fatti.
Per
concludere?
Gli
scenari omicidiari, nel caso di non colpevolezza di Veronica, possono
essere diversi, e nemmeno sono da escludere gli scenari della tentata
violenza carnale o di un "gioco" erotico finito male e
sfociato nella follia distruttiva. In tal caso si devono comprendere
i motivi delle menzogne della madre di Lorys (ho le mie idee in
merito), però senza inventare i marziani scesi sulla Terra e tentare
voli pindarici giusto per fare scalpore e nulla più. Il fatto che
le tecniche aggressive nei confronti del bambino siano una di
strangolamento e l'altra colpitrice o di precipazione, il fatto che
il bambino non avesse le mutandine e presentasse invece i pantaloni
bagnati di urina, il fatto che l'arma del delitto sia un laccio e non
una fascetta non dimostrano minimamente che gli assasini siano in
numero di due e che ci troviamo di fronte a una tentata violenza
sessuale. Per dimostrare il contesto della pedofilia occorrono altri
argomenti, indicatori e ragionamenti.