Morte del Brigadiere dei Carabinieri Salvatore Incorvaia
Cold
case del 1994 ... OMICIDIO ...
NON SUICIDIO !!!
Conferenza
Stampa - Giovedì
11 febbraio 2016 - Ore
15:30
MONZA - Hotel Falcone - Corso Milano 5 - Tel. 039 2300187
MONZA - Hotel Falcone - Corso Milano 5 - Tel. 039 2300187
Il prof.
Carmelo Lavorino, criminologo, criminalista, analista della scena del
crimine e profiler, consulente della Famiglia INCORVAIA, esporrà
tutti gli ELEMENTI NUOVI PER LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI E I MOTIVI
DI CERTEZZA ASSOLUTA CHE SI TRATTA DI OMICIDIO E NON DI SUICIDIO.
INTERVERRANNO
I FAMILIARI DEL
BRIG. SALVATORE INCORVAIA
INGRESSO
LIBERO SU PRENOTAZIONE a cescrin@gmail.com
Organizzazione
CESCRIN detcrime.blogspot.it www.carmelolavorino.com
MORTE
DEL BRIGADIERE CC SALVATORE INCORVAIA, COLD CASE DEL 1994: SETTIMANA
CRUCIALE PER LA VERITÀ E LA GIUSTIZIA.
Giovedì
11 febbraio si decide una volta per tutte se la morte del brigadiere
è suicidio oppure omicidio, morte avvenuta la notte del 16 giugno
1994, 21 anni fa. A termine della Camera di consiglio e per le ore
15:30 abbiamo organizzato una conferenza stampa presso l'Hotel
Falcone di Monza per spiegare all'opinione pubblica come stanno le
cose.
Non vi
è alcun motivo che depone per il suicidio, al 100% si tratta di
omicidio: ciononostante gli inquirenti sono entrati nel deserto
dell'errore d'equipe, di fonte autorevole e
del convincimento autoriverberante e non escono dal
deserto. Tale contesto errorifico-orrorifico iniziò nel 1994
con la consulenza autoptica del medico legale il quale, commettendo
errori e superficialità che un eccellente professore come lui mai e
poi mai avrebbe potuto/dovuto commettere, concluse che la morte era
per suicidio. In seguito il medico legale, denunciato dal padre del
brigadiere, ammise la maggior parte dei propri errori...però...si
disse sempre convinto che si trattava di suicido (!?...sic!!!).
Due
anni fa i familiari del brigadiere hanno presentato istanza per la
riapertura delle indagini allegando una mia consulenza tecnica,
successivamente il padre ha presentato denuncia-querela nei confronti
di cinque persone che, a suo dire, avrebbero commesso una serie di
errori tutti strumentali al depistaggio delle indagini: ebbene, il Pm
(1) rifiuta la riapertura delle indagini con argomentazioni che
critico e non condivido e impregnate del pregiudizio suicidiario, (2)
chiede l'archiviazione della denuncia-querela perché questa è
basata sul presupposto che la morte del brigadiere sia omicidio e non
invece suicidio (!?). A mio avviso il Pm dà per scontato il
presupposto del suicidio e pone tale conclusione a lui gradita come
presupposto, in logica si chiama “errore di petizione di
principio”.
È
OVVIO CHE I FAMILIARI DEL BRIGADIERE CHIEDERANNO ALLA PROCURA
GENERALE DI MILANO L'AVOCAZIONE DELLE INDAGINI.
***
RIPORTO
UNO STRALCIO DELL'OPPOSIZIONE DEI FAMILIARI DEL BRIGADIERE ALLA
RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE ED AL RIGETTO DELLA RIAPERTURA DELLE
INDAGINI PER OMICIDIO, IN TALE STRALCIO VI SONO INSERITI PER MOTIVI
DI OPPORTUNITÀ QUATTRO OMISSIS CHE SARANNO ESPLICITATI IN SEDE DI
CONFERENZA STAMPA.
(…)
Nonostante
un'opera meticolosa, scientifica, oggettiva, sottoposta a controlli
di gruppo e incrociati (e non certo
"di
parte" come sostenuto
dalla Procura)
come quella del Prof. LAVORINO e dei suoi collaboratori, e
al cospetto della
nostra sofferenza di Famiglia che da 20 anni è
costretta a patire la negazione di circostanze evidenti,
il Pubblico
Ministero
ha rigettato il tutto con due pagine di motivazioni, intimamente
contraddittorie e che nulla dicono dal punto di vista scientifico,
investigativo, criminalistico e criminologico, come in seguito si
andrà a motivare.
(…)
L'ISTANZA
PER LA RIAPERTURA DELLE INDAGINI PROPONEVA I SEGUENTI OTTO
PUNTI DI CONCLUSIONE SUPPORTATI DA SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI
FONDANTI I CITATI PUNTI, ALL'UOPO SI ELENCA SINTETICAMENTE QUANTO IL
PM NON CONFUTA E NON MOTIVA IN NEGATIVO:
A-
GLI OTTO PUNTI NUOVI:
PUNTO
1 - NON
SI TRATTA DI ATTO SUICIDIARIO BENSÌ DI OMICIDIO
ABILMENTE CAMUFFATO DA SUICIDIO.
PUNTO
2 - L'OMICIDIO È STATO PERPRETATO DA
UNA COMBINAZIONE CRIMINALE ABILE, ORGANIZZATA,
PIANIFICATRICE,
CONOSCITRICE DELLE ARMI, DELLA BALISTICA E DELLE TECNICHE
INVESTIGATIVE DELL'EPOCA, CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE,
POSSIBILITÀ, OPPORTUNITÀ, CAPACITÀ DI CONOSCENZA, D'INTERVENTO E
DI CONTROLLO.
PUNTO
3 - SALVATORE
INCORVAIA NON
AVEVA
ALCUN MOTIVO ED ALCUNA TENDENZA ALL'ATTO SUICIDIARIO, COSÌ COME
MEGLIO SPECIFICATO AL PUNTO DI CONCLUSIONE 1.
PUNTO
4 - VI
È LA CERTEZZA LOGICA-SCIENTIFICA-CRIMINALISTICA CHE AL MOMENTO DELLO
SPARO INCORVAIA NON
IMPUGNAVA LA PISTOLA, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI
INVESTIGATIVI 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.
PUNTO
5 - VI
È LA CERTEZZA SCIENTIFICA-LOGICA-CRIMINALISTICA CHE L'EVENTO
OMICIDIARIO CHE HA VISTO E DETERMINATO L'ESPLOSIONE DEL COLPO MORTALE
CONTRO IL BRIGADIERE SALVATORE INCORVAIA (OMISSIS...), COSÌ COME
MEGLIO SPECIFICATO AL PUNTO DI CONCLUSIONE-INVESTIGATIVO 11.
PUNTO
6 - TRATTASI
DI ATTO OMICIDIARIO (OMISSIS...) SEGUITO DA ABILISSIMA OPERA COMBINATA E COMPLESSA DI ALTERAZIONE
DELLA SCENA E DEPISTAGGIO, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AI PUNTI DI
CONCLUSIONE-INVESTIGATIVI 12, 13.
PUNTO
7 - VI È STATA
UN'ABILISSIMA OPERA COMBINATA E COMPLESSA DI ALTERAZIONE DELLA SCENA
E DI DEPISTAGGIO MESSA IN ESSERE DA UNA COMBINAZIONE CRIMINALE
ORGANIZZATA E CONOSCITRICE ANCHE DELLE ATTIVITÀ DELLA VITTIMA, COSÌ
COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI 14, 15, 16.
PUNTO
8 - DEVONO
ESSERE ATTUATE METICOLOSE, DELICATE E SEGRETISSIME INVESTIGAZIONI PER
INDIVIDUARE, DISCRIMINARE, DEFINIRE, CLASSIFICARE E SISTEMIZZARE I
RUOLI, I RANGHI, I COMPORTAMENTI, GLI OBIETTIVI, LE MOTIVAZIONI, I
MOVENTI E GLI INTERESSI DI "CHI,
COME, QUANDO, PERCHÉ, IN CHE MODO, CON CHI E DOVE"
ABBIA ALTERATO LA SCENA, INQUINATO, DEPISTATO E FUORVIATO LE
INDAGINI, COSÌ COME MEGLIO SPECIFICATO AGLI ELEMENTI INVESTIGATIVI
12, 13, 14, 15, 16.
B-
I SEDICI ELEMENTI INVESTIGATIVI:
I
punti di conclusione della RELAZIONE LAVORINO in seguito riportati
sono tutti elementi investigativi, criminalistici, criminologici e
d'intelligence che singolarmente, a gruppi, globalmente e interrelati
sono
univoci, certi, precisi, forti e concordanti nel dimostrare quanto
precedentemente enunciato agli elementi nuovi I, II, III, IV, V, VI,
VII, VIII.
1)
le conclusioni dell'autopsia psicologica del
Dott. ENRICO DELLI COMPAGNI psicologo ALLA
QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
2)
l'assenza di microspruzzi ematici sul dorso della mano destra e sul
polso del brig. Salvatore INCORVAIA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO
RIFERIMENTO;
3)
l'assenza di consistenti residui di sparo sul dorso della mano destra
del brigadiere ALLA QUALE IL PM FA RIFERIMENTO RICONOSCENDONE
LA PROBALITÀ;
4)
l'incompatibilità delle OTTO macchiette di sangue sulla manica
destra e delle DUE macchiette di sangue sulla camicia (lato destro,
vicino la cintura) con l'atto suicidiario, dimostrata tramite il
Metodo BPA, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO
RIFERIMENTO;
5)
l'assenza (a) sulla manica destra e sulla spalla destra della giacca
di Incorvaia e sulla camicia delle macchie di sangue indicatrici di
atto suicidiario e definite dal metodo BPA come BACK SPATTER, (b)
sulla canna della pistola ed al suo interno del c.d. "effetto di
ritorno del sangue" (draw back), CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA
QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
6)
l'assenza sul sedile, sul montante sinistro della vettura, sul
tettuccio della vettura e sul finestrino anteriore sinistro delle
macchie di sangue definite dalla BPA come FORWARD SPATTER,
CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
7) la
certezza che la distanza di sparo è di almeno 5 cm, evidenza che
reca ulteriore vulnus all'ipotesi suicidiaria, CIRCOSTANZA COMPLESSA
ALLA QUALE IL PM NON FA RIFERIMENTO TRANNE CHE RIPRENDERLA
MINIMAMENTE E INDIRETTAMENTE QUANDO SI RIFERISCE ALL'ASSENZA DEL VIVO
DI VOLATA;
8)
l'impossibilità dell'esistenza della linea retta di sparo formata
dai quattro punti critici (1) la bocca di fuoco, (2) il foro
d'entrata, (3) il foro d'uscita, (4) il foro sul montante provocato
dall'ogiva fuoruscita dalla tempia sinistra dimostrata tramite la
RITRIDEC (Ricostruzione tridimensionale della scena del crimine), CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO
RIFERIMENTO;
9) la
dilatazione-ovalizzazione dell'orletto di struscio sul montante
sinistro della vettura lasciato dall'ogiva, PALESEMENTE incompatibile
con la linea retta di sparo formata dai quattro punti critici,
CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO;
10)
l'impossibilità dell'autoesplosione del colpo da parte di Incorvaia
dimostrata tramite il combinato disposto della BPA e della RITRIDEC,
CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO E
CHE INVECE TRAVISA;
11)
le assenze singole e l'assenza globale dell'effetto FORWARD SPATTER
sul montante
sinistro
della vettura (dove si sarebbe conficcata l'ogiva mortale), sul
tettuccio
della vettura
e sul
finestrino anteriore sinistro,
provano che Incorvaia (OMISSIS...): trattasi del sangue che segue
la direzione di moto del proiettile, CIRCOSTANZA COMPLESSA ALLA QUALE
IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO E CHE INVECE TRAVISA;
12)
13) 14) 15) 16) un insieme di considerazioni, conclusioni,
osservazioni e constatazioni CCII (Criminalistiche Criminologiche
Investigative Intelligence) dimostrano sia l'esistenza di indicatori
dell'omicidio tutti incompatibili con l'ipotesi suicidiaria, sia
l'esistenza dell'evento omicidio organizzato, di uno speciale modus
operandi e di una specialissima attività di autoconservazione e
autosicurezza da parte della combinazione criminale per "farla
franca" (obiettivo, purtroppo, raggiunto), AI QUALI PUNTI
COMPLESSI E SISTEMICI IL PM NON FA MINIMO RIFERIMENTO.
(...)
NON
SI COMPRENDE CON QUALE LOGICA E CON QUALE BASE SCIENTIFICA IL PM
ABBIA CONFUTATO APODITTICAMENTE I SUDDETTI OTTO PUNTI E I SEDICI
ELEMENTI INVESTIGATIVI SENZA MOTIVAZIONE ALCUNA.
(...)
RICHIESTE
Per
tutto quanto sopra esposto i sottoscritti INCORVAIA Giuseppe e
INCORVAIA Sabina si oppongono alla richiesta di archiviazione del
Pubblico Ministero e chiedono che le indagini proseguano in modo
creativo, lungimirante e sistemico, fra
cui
(1) (OMISSIS...),
(2) l'individuazione dell'abile regista che ha condizionato
l'inchiesta sino a fare determinare anche grazie ai vari depistaggi
il falso scenario suicidiario, così coprendo la combinazione
criminale assassina.
I
sottoscritti chiedono in particolare che sulla base dei motivi e
degli aspetti criminologici, criminalistici e investigativi esposti
il Giudice restituisca gli atti al Pubblico Ministero per compiere
un atto di indagine decisivo: una consulenza tecnica
multidisciplinare e quindi collegiale (alla quale pertecipino anche i
nostri esperti) che stabilisca definitivamente (1) se trattasi
di azione omicidiaria oppure suicidiaria, attraverso
l’applicazione di discipline e tecniche scientifiche quali la BPA
(Blood Pattern Analisys), la RITRIDEC (Ricostruzione tridimensionale
della scena del crimine), la balistica, la logica dell'investigazione
criminale, e di ogni altra ritenuta utile e/o necessaria per la
corretta ricostruzione della dinamica del fatto e che valuti se i
cinque denunciati, (2) quali siano gli errori commessi durante
l'inchiesta e le loro implicazioni.
Quanto
sopra per acquisire un riscontro alle conclusioni ed alle tesi
contenute nella relazione di consulenza tecnica del Prof. LAVORINO e
dei suoi Collaboratori, che se confermate annullerebbero
completamente i dubbi e le conclusioni (comunque apodittiche e prive
di alcuna motivazione) su cui la Procura ha fondato il giudizio di
insussistenza di qualsiasi reato, a partire dall’omicidio
volontario. La conferma della tesi omicidiaria farebbe luce sulla
verità dei fatti, e renderebbe necessarie indagini sulle ipotesi di
depistaggio denunciate.
ANTEFATTO
La
sera del 16 giugno 1994 SALVATORE
INCORVAIA
esce di casa alle 21:30 circa, dopo cena.
Nota: Non avendo il medico legale esaminato il contenuto gastrico è
impossibile determinare quante ore dopo cena il brigadiere Incorvaia
sia morto. La
moglie ha dichiarato che non vi è stata alcuna discussione o alcun
litigio.
Il
brigadiere Incorvaia si reca dal collega ed amico per sfogarsi di
alcune incomprensioni che aveva col comandante della Stazione dei
carabinieri di Vimercate. Il collega ha dichiarato che non vi era
stato alcun litigio fra l'Incorvaia e la moglie, precisando che il
brigadiere Incorvaia era agitato per problemi di lavoro all'interno
della Stazione dei Carabinieri di Vimercate.
Incorvaia
alle 23:55 lascia l'abitazione del collega e si reca al bar Tulipan
in Vimercate, per bere una birra della sua marca preferita, la Du
Demon. La
proprietaria del locale ha dichiarato che Incorvaia non era
preoccupato e nemmeno dedito all'alcool.
A
mezzanotte e trenta Incorvaia esce dal bar Tulipan e si dirige verso
Oreno. Nota: Oreno
è il luogo dove il brigadiere Incorvaia sarà rinvenuto cadavere e
dove era consapevole, tanto da averlo annotato in agenda, che
avveniva spaccio di droga (rif. nota su agenda del 16/06/1992, pag.
117
AUTOPSIA
PSICOLOGICA).
La
mattina seguente il cadavere di Incorvaia viene rinvenuto da un
passante, in una zona di campagna di Oreno, nei pressi della
provinciale che collega Vimercate ad Arcore. Fra le mani, distanti
una trentina di centimetri, c'è la pistola d'ordinanza con la canna
rivolta verso sinistra; il finestrino anteriore destro
in frantumi,
quello posteriore destro abbassato; le luci di posizione accese, la
macchina non risulta chiusa con le sicure; il motore è spento; le
chiavi risultano inserite nel blocco di accensione in posizione “luci
di parcheggio”. Nonostante
fosse frantumato il finestrino destro, lato del passeggero, il medico
legale basa la sua consulenza e la
ricostruzione della dinamica dei fatti sul falso presupposto che il
finestrino rotto fosse il sinistro e, incredibilmente, non tiene
conto che sul dorso della mano destra (quella che avrebbe dovuto
esplodere il colpo) non vi era alcun microspruzzo di sangue, che
sulla mano destra vi era UNA SOLA PARTICELLA TERNARIA DI RESIDUO DI
SPARO, che le macchie di sangue erano INCOMPATIBILI con atto
suicidiario, che molte cose NON quadravano.
Il
23/02/95 il PM della Procura della Repubblica presso il Tribunale di
Monza avanza al Gip, ai sensi dell'art. 415 c.p.p., una richiesta di
archiviazione del procedimento penale contro ignoti n. 619/94
R.G.N.R. – n. 1832/94 R.I.G.P. poiché «la
perizia autoptica ha concluso che tutti gli elementi sostanziali, i
dati anamnestici e anatomopatologici orientano verso un'azione
suicidiaria e non vi sono elementi in contrasto con tale ipotesi».
Il
24/02/95, l'ufficio
del Gip emette un decreto di archiviazione del procedimento penale n.
619/94 R.G.N.R. – n. 1832/94 R.I.G.P. Dove dispone
l'archiviazione, ordina la restituzione degli atti al PM, «il
dissequestro e la restituzione all'Arma dei Carabinieri della pistola
e dei proiettili sequestrati»
con la motivazione che «non
sono emerse alcune responsabilità di terzi».
Così
si è formato il convincimento del suicidio, che noi contestiamo in
toto.