lunedì 22 dicembre 2014

La madre di Loris...verso l'ergastolo ma non per colpa sua!

INTERVISTA DEL 4 GENNAIO 2015 - LA SICILIA

Franca Antoci
«La difesa di Veronica avrebbe dovuto minare alla base e nel nucleo il paradigma investigativo degli inquirenti, indicare e dimostrare alternative al quadro indiziario». Il criminologo Carmelo Lavorino è molto duro sull'impostazione della difesa di Veronica Panarello nonostante il Riesame sia uno step che condivide con l'accusa le esigenze di custodia cautelare e non certo una sentenza di condanna.


Cosa contesta nel merito e, soprattutto, quale sarebbe stata l'azione difensiva che avrebbe suggerito all'avvocato?
«Perché lasciare tanti varchi all'impianto strutturato della Procura e all'ordinanza di custodia cautelare in carcere? Che senso ha mettere in dubbio che l'arma del delitto è una fascetta, visto che le tracce sul collo del bambino depongono in tal senso? 

Perché non presentare una propria consulenza tecnica antropometrica fotogrammetrica filmando un bambino della stessa altezza di Loris che ripete gli stessi movimenti della famosa sagoma alle ore 8,31 del 29 novembre? Sagoma che la Procura dice essere compatibile con Loris? Riprese da fare alla stessa ora e con le stesse condizioni di luminosità e con gli ovvi accorgimenti tecnici. 
Perché non proporre e non provare piste alternative forti e logiche, legando movente, situazione criminogena, stato psichico dell'assassino, arma del delitto, epicentro del crimine e luogo di scarico del cadavere, indicando profili diversi da Veronica Panarello? 
Perché non analizzare al micron i vari modus operandi ipotizzati dalla Procura per confutarli e poi proporre la contromossa vincente? 
Perché non tenere conto di quanto è accaduto in tutti i casi di madri accusati di avere ucciso la prole? Tutti questi perché non risolti dimostrano che la difesa non ha carte in mano, oppure che non sa giocare sul terreno di scontro dove si è infilata».
Se l'assassina è la madre, in quale probabile scenario si sarebbe mossa?
«La madre aveva immaginato, organizzato, ruminato e cullato l'uccisione del bambino da tempo. Il tutto in una parte nascosta e impenetrabile della sua psiche, in un compartimento stagno che chiamo "nucleo segreto intrapsichico del crimine". Una crudeltà lucida, fine e irrazionale all'interno di una normalità apparente. In tal caso la madre avrebbe accumulato giorno dopo giorno odio rabbioso e distruttivo contro il bambino, negatività dopo negatività e desiderio di annientamento totale, così proiettando sul bambino le proprie debolezze e le situazioni nere, sino a configurare il piccolo Loris come il demone delle proprie sofferenze e del proprio fallimento. La scintilla di un qualcosa accaduta la mattina del 29 novembre, lo stato psichico alterato al momento del fatto e gli eventuali disturbi di personalità hanno fatto il resto».
Cosa consiglierebbe a Veronica?
«Se è colpevole di stare sulla difensiva; se è innocente di attivare una difesa forte, dinamica, moderna e organizzata tale da spostare il terreno di scontro e capace di individuare il vero assassino. Dovrebbe far fare quello che Edgar Allan Poe definiva "Andare oltre le apparenze impossibili"».


COMUNICATO DEL 2 GENNAIO 2015
"Considerati i contenuti e il metodo della difesa di V.P. - invero superficiali e non recanti vulnus alcuno all'impianto accusatorio che in realtà è molto forte- ritengo che la donna debba rassegnarsi a trascorrere molto tempo in carcere. La sua difesa avrebbe dovuto indicare e dimostrare le alternative possibili, ma non lo ha fatto, se non rintuzzando debolmente e senza risultato i poderosi attacchi della Procura. Invece di usare i cannoni ha sparato con le pistole ad acqua, svilendo l'istituto delle indagini difensive.
La difesa di Veronica avrebbe dovuto (1) minare alla base e nel nucleo il paradigma investigativo degli inquirenti, (2) indicare e dimostrare alternative al quadro indiziario,
... INVECE SI È DILETTATA IN INUTILI E BANALI SOFISMI restando sul terreno di scontro scelto dagli inquirenti."
La madre di Loris...verso l'ergastolo ma non per colpa sua!


Intervista a La Sicilia del 21 dicembre 2014  (scarica il PDF CL01)

Perché la madre di Lorys potrebbe essere innocente
IL GIALLO DI SANTA CROCE CAMERINA

Loris, i sei scenari del criminologo

«Ecco perché la mamma non l’ha ucciso» di Franca Antoci


Dic 21, 2014



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La nostra intervista con il noto “profiler” Carmelo Lavorino

Quale evento scatenante ha potuto trasformare una madre perfetta in assassina? Il movente non c’è: va ricercato tra le pieghe della psiche di Veronica Panarello. Manca pure l’esatta ricostruzione di quella drammatica mattina del 29 novembre. E il prof. Carmelo Lavorino, noto criminologo criminalista profiler, consulente in alcuni dei più noto gialli d’Italia, spiega perché Veronica Panarello non ha ucciso il figlio di 8 anni Loris Andrea. «Abbiamo tre opzioni principali: madre assassina, madre che copre l’assassino; madre innocente. Lasciamo agli inquirenti la prima e la seconda e concentriamoci sulla terza, cioè “madre innocente”».

«Allo stato dei fatti e delle nostre conoscenze - prosegue Lavorino - gli inquirenti hanno individuato, raccolto e organizzato una serie di indizi che singolarmente e nel loro insieme sono realmente gravi, precisi e concordanti nello stringere il cerchio attorno a Veronica Panarello, col presupposto fondamentale e certissimo che Loris sia rientrato in casa alle 8:31. A questo punto la donna può salvarsi “se e solo se” riuscirà a dimostrare che tutti gli indizi sinora interpretati come colpevolizzanti nei suoi confronti, possono essere letti in modo alternativo».

- E quindi indicare un altro assassino?«L’alternativa deve mettere a posto tutti i tasselli del puzzle senza alcuna incoerenza interna ed esterna. Ogni scenario prevede che Loris sia ucciso da una o più persone che chiamiamo “combinazione criminale” o soggetto ignoto. Se Loris è la sagoma vista entrare alle 8:31 l’omicidio si è sviluppato nel garage, in uno degli appartamenti condominiali o a casa della madre. Se la sagoma non è di Loris gli scenari cambiano completamente e la madre ovviamente esce dai sospetti, a prescindere dalle sue incertezze, imprecisioni, contraddizioni e bugie. Premetto che non sono d’accordo sull’ora della morte fra le 9 e le 10,30, la forbice temporale è sicuramente maggiore. «Gli scenari possibili sono esattamente sei. Eccoli:

SCENARIO 1 - Omicidio organizzato dalla “combinazione criminale” per vendetta contro la madre e per odio contro il piccolo. La combinazione si appropria del bambino, lo uccide, segue a distanza i movimenti della madre e decide d’incastrarla sovrapponendosi ai suoi movimenti in macchina. Usa le fascette perché è a conoscenza che a casa di Panarello sono presenti e fa attenzione a non lasciare tracce biologiche, dattiloscopiche e documentali visive. Per questo taglia ed elimina le fascette e si muove con circospezione. In tal caso l’assassino può essere donna o uomo e sicuramente conosceva il bambino e ne aveva la fiducia. I tragitti mattutini di Veronica che si reca al Vecchio Mulino alle 8:34, torna a casa alle 8:48, esce alle 9:23 e torna in zona Vecchio Mulino alle 9:27 prima di recarsi a Donnafugata sono noti all’assassino che, fra l’altro, la controllava da lontano o in altro modo. Per tale motivo ha deciso di andare a scaricare il corpicino del bambino proprio in quella zona. E nemmeno è da escludere che, conoscendo il passato di Veronica, sapesse che la stessa in passato aveva vissuto in tale zona e ha giocato anche a incastrarla. È comunque interessante che il Vecchio mulino fosse noto anche a soggetti della malavita e della tossicodipendenza.

SCENARIO 2 - Omicidio situazionale e strumentale per tacitazione testimoniale. Il bambino torna a casa e trova in garage, nelle scale o a casa l’assassino che, nell’ultimo caso, si è introdotto per furto, per fare un dispetto alla famiglia, o altro motivo. Il bambino riconosce l’intruso il quale in preda alla rabbia lo blocca e lo uccide. L’assassino ha le chiavi del portone o del garage e, se si è introdotto in casa, ha anche le chiavi di casa che ha potuto procurarsi in diversi modi. Sapendo delle telecamere si è mosso con accortezza e con stratagemmi ad hoc.

SCENARI 3-4-5-6 - Omicidio a sfondo sessuale, o in seguito a litigio. Lo scenario è identico anche in caso di morte per disgrazia o in seguito a gioco. Loris dal garage sino all’uscio di casa è incappato in una situazione pericolosa divenuta criminogena e poi esplosa, situazione pericolosa che va dalla tentata aggressione sessuale a un litigio fa minori. L’assassino o dei complici (familiari, amici, compagni di gruppo) hanno poi effettuato il trasporto in località Vecchio mulino con le accortezze del caso. Le accortezze di autosicurezza e per farla franca da parte della combinazione criminale iniziano dal post mortem».

- Professore, non ritiene di muoversi su un terreno franoso e scivoloso se non su una nuvola teorica?«Assolutamente no, perché o la difesa di Veronica produce le strade, i modi e le prove dell’alternativa logica e valida, oppure la donna verrà condannata, questo a prescindere dalle valutazioni di diritto sugli indizi.
E la difesa di Veronica – se non addirittura il marito – dovrebbe trovare i riscontri a una di queste alternative. Il marito ha tutti gli interessi e le motivazioni per individuare il vero colpevole, sia questi la moglie o altre persone».

E come spiega le menzogne, le incongruenze e le contraddizioni di Veronica?«Dando per scontato che la famosa sagoma sia proprio di Loris, in uno scenario innocentista può essere accaduto che Veronica per motivi sconosciuti (punizione, litigio, altro) abbia mandato indietro il figlio, oppure non si sia accorta che non è entrato in macchina perché la fretta, lo stress e l’abitudine l’hanno distratta. Nel frattempo Loris entra nel condominio e viene ghermito dall’assassino che è entrato in modo da non essere ripreso dalla videocamera, oppure è del condominio o era presente per altre ragioni. Veronica alle 8:48 torna a casa e non lo trova. Pensa di essere imballata mentalmente e di avere accompagnato il bambino a casa.
Quando va a scuola non lo vede e scattano i vari meccanismi di difesa dell’io, fra cui l’amnesia dissociativa. In tal modo spieghiamo la “famosa menzogna” del “non accompagnamento a scuola”, la confusione e le imprecisioni. Del resto il suo stato psichico, anche in seguito alla notizia della morte del figlio, era particolare e con le facoltà cognitive allentate».

Però Veronica ha il profilo psicologico per essere l’assassina, giusto?«Lo stato psichico di Veronica, il suo back-ground, il carattere, l’aggressività infradomestica, la solitudine e le sue negatività che sicuramente si rifiutava di riconoscere e che potrebbe avere proiettato sul figlio sono tutte caratteristiche che giocano contro di lei. Qui i casi sono due: o piove sul bagnato e Veronica è maledettamente sfortunata con situazioni, eventi e coincidenze coalizzatisi contro di lei, oppure l’assassino era a conoscenza delle sue caratteristiche psicologiche, di opportunità e di capacità esecutive e ne ha approfittato dopo la morte del bambino. Elenco una serie di indicatori che non sembrano essere compatibili con la figura della madre assassina nel caso di morte per omicidio volontario. Il disprezzo verso il corpo, l’assenza di ogni segno di rimorso, lo scaricamento del corpo in quella maniera violenta e veloce, il volere disfarsi di un fardello scomodo e pericoloso sono tutti indicatori di una persona che non nutriva da tempo sentimenti di affetto verso il bambino, cosa che invece la madre sino a poche ore prima della scomparsa di Loris ha mostrato e vissuto. Attenzione, in moltissimi casi di uccisione del tipo familiare l’assassino/a lascia una traccia di rimorso o negazione psichica, quale aggiustare il cadavere, coprirlo, lasciarlo in posa non umiliante. Invece il bambino è stato buttato ancora vivo, come un fantoccio da deumanizzare, con i pantaloni abbassati, quasi a volerlo degradare, in mezzo all’immondizia. Altro aspetto importante è l’avere coperto il capo del bambino col cappuccio della felpa: un atto che non è di rimorso/negazione psichica, bensì strumentale a nasconderlo. E ancora l’eliminazione delle fascette tramite forbici procura lesioni al corpo mentre il bambino è ancora vivo. La circostanza denota due aspetti molto forti: l’assassino ha eliminato l’arma del delitto contenente il proprio dna e le proprie impronte digitali e, contemporaneamente, ha prolungato il proprio contatto corporeo e fisico con la vittima, addirittura facendola soffrire maggiormente. Ebbene, l’atto implica sadismo fisico, psicologico e odio covato per settimane. Non è compatibile con la madre assassina.
La metodica omicidiaria dello strangolamento volontario tramite fascetta implica una serie di atti logici, mirati, organizzati e consequenziali, che male si adattano ai tempi ristretti di Veronica e allo stato compulsivo di madre assassina».

L’assassino sarebbe quindi un esterno.«Tre aspetti sono compatibili con la figura di un assassino esterno: il modus operandi spietato, veloce, accurato e organizzato; l’assenza di tracce psicologiche quali la negazione psichica e il rimorso, la messa in posa e la composizione del cadavere, e la presenza di tracce psicologiche quali il disprezzo e l’odio verso il bambino vivo e morto, la procurata sofferenza e il non avere retrocesso dall’azione assassina. E infine la mancata pianificazione di attività per “farla franca” da parte di Veronica. Prima fra tutte, il non avere previsto di essere ripresa dalle videocamere».

lunedì 15 dicembre 2014

OMICIDIO LORIS: È PREMEDITATO "SE E SOLO SE"...

OMICIDIO LORIS: È PREMEDITATO "SE E SOLO SE"...
Finalmente si ragiona solo con gli strumenti logico-investigativi e sugli aspetti investigativi, criminalistici, criminologici e d'intelligenze, uscendo dal gossip, dalle sensazioni e dalle ipotesi apodittiche.

1- I PUNTI CERTI DI PREMESSA
La famiglia sospetta di Veronica con forte sentimento colpevolista.
Gli orari delle telecamere potrebbero essere non allineati e non univoci, occorre verificare.
Loris non ha subito violenze sessuali o fisiche, né riferibili all'aggressione, né precedenti.
La madre ha tutte le caratteristiche psichiche, di vissuto, situazionali, comportamentali ed esecutive per essere l'assassina, ma ancora mancano le prove fisiche, testimoniali e personologiche.
L'orario dell'aggressione va dalle ore 8:32 a seguire, la fascia "ore 9 – 10" è suggestiva e forzatura ideologica, dovebbe essere estesa verso l'avanti.
Il fatto che Veronica arrivata al corso di cucina a Donnafugata abbia chiesto scusa per il ritardo, non si tratta di procacciamento d'alibi e non c'entra nulla col delitto.
Non conosciamo gli esiti degli accertamenti tecnici, di laboratorio e delle attività investigative.
Se si tratta d'omicidio d'impeto non quadrano i tempi, le situazioni criminogene e criminodinamiche, la meticolosità dell'azione omicidiaria e di sbarazzamento del corpicino, i tragitti organizzati e l'eliminazione e distruzione delle prove.
QUINDI I TEMPI ESECUTIVI DEL MODUS OPERANDI sono troppo stretti A MENO CHE e SE E SOLO SE (1) non si tratti di OMICIDIO PREMEDITATO ORGANIZZATO, PIANIFICATO E STABILITO, (2) CHE LA SAGOMA RIPRESA DALLA TELECAMERA MENTRE ENTRA NEL PORTONE DEL CONDOMINIO SIA AL 100% QUELLA DEL PICCOLO LORIS: il doppio presupposto di doppio condizionale "SE E SOLO SE" potrebbe coprire la ristrettezza dei tempi.

2- I TEMPI ESECUTIVI DEL MODUS OPERANDI
Gli inquirenti ipotizzano il seguente modus operandi:
  • Alle ore 8:30 circa Veronica esce assieme ai due figlioletti; accade qualcosa (elemento scatenante primario) e Loris viene rimandato a casa dalla madre che gli consegna le chiavi. Loris alle 8:31 circa torna a casa ed è sua la sagoma ripresa dalla videocamera (PRIMO DOPPIO PRESUPPOSTO CONDIZIONATO "SE E SOLO SE").
  • Veronica alle 8:48 ritorna nei pressi dell'abitazione e parcheggia la vettura col dietro rivolto verso l'ingresso del garage condominiale, poi entra nel garage, apre il portone basculante. È tornata col chiaro intento di uccidere il bambino e di trasportarne il corpo, per questo posiziona la macchina all'interno del garage (SECONDO DOPPIO PRESUPPOSTO CONDIZIONATO "SE E SOLO SE").
  • Alle 8.53 Veronica arriva al terzo piano, a meno che non abbia ordinato al bambino di aspettarla in garage. Ma appare maggiormente probabile in questo contesto che il bambino sia salito a casa e la madre lo abbia raggiunto per ucciderlo. Veronica apre la porta alle 8:53-54.
  • Veronica disattiva il bambino terrorizzandolo, gli blocca i polsi con le fascette, lo prepara per l'esecuzione sollevandogli il capo, disponendo la fascetta e infilando la linguetta nel foro; poi tira con forza e guarda la scena, e tira ancora: attende la fine della vittima. Il tutto in cinque minuti. Siamo arrivati alle 8:58, non oltre.
  • Il marito l'ha già cercata due volte al cellulare, ma questo risultava non raggiungibile.
  • Alle 9:01 risponde al marito perché il suo cellulare è raggiungibile.
  • Alle 9:04 inizia a preparare il corpicino per l'occultamento: taglia le fascette ai polsi ed al collo, gli toglie gli slip per motivi che sono ancor da individuare e definire, gli rimette i pantaloni, lo avvolge in una coperta o in un sacco di plastica e lo porta giù, in garage. Il tutto viena gito freddamente e lucidamente, facendo attenzione a non incappare in nessun condomino.
  • Veronica rrivata in garage sistema il corpicino di Loris nel portabagali o sul sedile posteriore coprendolo, poi si avvia verso il Vecchio Mulino.
3- COSA NON QUADRA ANCORA
Incongruenza del tipo spaziale-temporale. Alle 9:01 la madre viene raggiunta dalla telefonata del marito, il quale le ha telefonata prima ma lei non era raggiungibile, segno che era ancora in garage (i tempi nella fattispecie collimano). Ma se era ancora in garage non uccide Loris prima delle 9:01, ma immediatamente dopo la telefonata. Però avrebbe di già dovuto disattivare Loris, altrimenti il padre ne avrebbe sentito la voce, le grida o i lamenti ... ma il padre non ha sentito NULLA.
Incongruenza del tipo logico-decisionale. Appare strano che in un omicidio pianificato nei minimi particolari per i tempi, i modi, i sistemi e i mezzi esecutivi, di trasporto e di allontanamento dalle scene del crimine, Veronica non abbia organizzato tutti gli atti per "farla franca", non abbia considerato la presenza delle telecamere e si sia tradita con la questione delle fascette consegnate alle maestre.
Incongruenza del tipo psicologico-comportamentale. Gli atti logici, mirati, consequenziali, lucidi e organizzati delle fasi prima del crimine, durante il crimine e dopo il crimine attribuiti a Veronica presentano troppe "bandierine rosse = red flags" nell'ambito di un omicidio premeditato.

3- COME REDIMERE LA QUESTIONE
Dobbiamo attendere gli esiti degli accertamenti tecnici e, molto probabilmente, arriveranno le risposte di molti testimoni silenziosi e invisibili noti come "tracce del crimine e tracce criminali", siano essi del tipo personale, chimico, biologico, fisico, merceologico, mnestico, comportamentale e di altra tipologia.



lunedì 8 dicembre 2014

OMICIDIO LORIS, DUE SCENARI PRINCIPALI

DUE SCENARI PRINCIPALI: dalla "madre responsabile" allo "spirito nero", alla "madre innocente". Attivare immediatamente le indagini difensive.

Lo scenario "madre responsabile" vede tre possibilità: 1) madre assassina con complice o depistatore; 2) madre assassina che ha fatto tutto da sola; 3) madre che ha assistito al delitto e non può accusare l'assassino altrimenti perderebbe la stima sociale e familiare.
In questi sub-scenari la madre può avere rimosso, oppure può ricordare (interamente o parzialmente) quello che ha fatto.

Certo è che il back-ground di Veronica Pasarello , il suo comportamento e le sue dichiarazioni non l'aiutano, anzi la mettono in mezzo ai guai.
La consegna delle fascette autostringenti potrebbe sembrare una confessione silente o una sottile e disperata indicazione della pista investigativa da seguire, oppure un abile (!?) ma improbabile tentativo di depistaggio e di provocazione del tipo: "Se mi espongo facendovi sapere che avevo a disposizione l'arma del delitto e i mezzi di bloccaggio dei polsi di mio figlio voi non dovete/potete sospettare di me".
Al limite si dovrebbe ipotizzare l'esistenza di uno "spirito maligno", di una silente "combinazione criminale" o di un "demiurgo invisibile", che spinga la madre nel mirino degli inquirenti facendole propalare contraddizioni e creandole trappole. Questo "spirito nero" potrebbe essere esterno alla donna, ma anche nella sua psiche e nella sua coscienza.

Lo scenario "madre innocente" prevede un insieme di situazioni e circostanze eccezionali, fortuite e particolari – oltre che tutte negative per la sorte del bambino – che l'avvocato difensore di Veronica (a prescindere se in veste di persona offesa del reato o di indagata) farebbe bene a individuare, definire e armonizzare. La difesa di Veronica dovrebbe individuare: il profilo del soggetto ignoto e come abbia potuto adescare il bambino, i movimenti esatti del bambino e dell'assassino, i movimenti e i comportamenti della madre e la soluzione di tutti i moventi e le motivazioni, le modalità esecutive e le cronologie spaziali-temporali.
Se la difesa della donna si affiderà al brocardo "Sei tu Pubblica Accusa che devi dimostrare la mia colpevolezza e sei tu Inquirente che devi trovare l'assassino e non io" ...Veronica Panarello è già condannata.
Ultimo auspicio odierno: che la difesa della parte offesa o della futura indagata si affidi a professionisti e specialisti seri e inizi sin da subito ad attivare le indagini difensive a 360 gradi sferici.


giovedì 4 dicembre 2014

OMICIDIO LORIS: CONSIDERAZIONI

   Dei luoghi del crimine LK, L1, L2, L3, L4 (rispettivamente "luogo della reciprocità letale", "luogo dell'ultima notizia in vita della vittima", "luogo del delitto", 2luogo del distacco assassino-vittima", 2luogo del rinvenimento del cadavere"), l'unico LUOGO noto al 100% senza margine d'errore - allo stato dei dati - è soltanto L4. Difatti, sino a che non saranno determinate e risolte TUTTE LE EVIDENZE FORENSI, CRIMINALISTICHE E INVESTIGATIVE, tutto è possibile e molto è probabile.
Questo significa che ancora deve essere definito se il luogo dell'ultima notizia in vita della vittima sia dove la mamma dice di averlo lasciato, nei pressi della scuola (qui esistono due posizionamenti spaziali di Loris), oppure se sia esternarmente alla casa come lasciano dedurre alcuni video. Naturalmente la realtà e l'esattezza di tale LUOGO determineranno la definitiva ed esatta direzione investigativa.
Invece il luogo della reciprocità letale, il luogo del delitto e il luogo del distacco assassino-vittima possono essere gli stessi e coincidere in uno solo (ad es., la casa, oppure il luogo dell'adescamento), possono essere due, possono essere tre e quindi essere diversi l'uno dall'altro. La scelta è giocoforza fra i seguenti cinque:
1. all'interno della scuola;
2. esternamente alla scuola;
3. all'interno della casa Stival;
4. immediatamente all'esterno di casa Stival;
5. nei pressi del Vecchio mulino.
IN TAL MODO NULLA È DATO PER SCONTATO: ATTENDIAMO I DATI CERTI! Non dimentichiamo che inizialmente la versione della madre era considerata un presupposto assoluto e poi sono arrivate le contraddizioni.
Preciso che si parla di L3 come luogo di distacco "assassino-vittima" perché non sempre l'assassino e il soggetto che effettua il trasporto del corpo sono la stessa persona.

  Passiamo ad alcune considerazioni, a prescindere dalle ipotesi multiple.
  - Il soggetto ignoto che ha tagliato la cinghietta assassina così togliendola dal collo del bambino, che lo ha trasportato sul luogo dello sbarazzamento, che gli ha tolto le mutande e lo ha coperto con un telo, ha dimostrato di essere un soggetto organizzato, metodico, freddo esecutore e opportunista. Questo soggetto è l'assassino o è una persona diversa (complice, fiancheggiatore)?
  - La fascetta assassina è stata tolta come atto di pietas (undoing: negazione psichica, disfacimento del crimine), oppure per evitare che le impronte papillari e soprattutto il Dna sulla linguetta di tiraggio potessero essere individuate, repertate e slatentizzate dalla Polizia scientifica?
  - Lo stesso discorso vale per le mutande del bambino: contenevano tracce dell'assassino? O è stato un atto di rispetto verso la vittima? Oppure, è stato un atto di depistaggio per indicare agli investigatori una falsa pista? O un atto di feticismo?
  - La copertura del corpo è stato un atto di autosicurezza per ritardare la scoperta del cadavere o un atto di undoing e di ultima protezione? Disprezzo o affetto? Eliminazione della vittima odiata, del testimone scomodo o abbandono dell'oggetto/soggetto verso cui si nutre affetto?
  - Il luogo dell'abbandono (il Vecchio mulino) è stato scelto per motivi simbolici, ritualistici e di matrice psicologica, oppure per motivi strumentali e strategici?
  - Il movente appare essere del tipo misto: odio, perdita del controllo, dominio e crudeltà, ma non possiamo sottovalutare la tacitazione testimoniale: a questo occorre collegare le circostanze e lo stato psichico dell'aggressore al momento del fatto.
  - L'organizzazione e la pianificazione dalla fase del trasporto a seguire sono evidenti.
  - L'arma del delitto, i mezzi di legamento dei polsi e la metodica omicidiaria sono riferibili alle fascette: mezzi e strumenti situazionali o precedentemente scelti? E in che modo e perché?
  - Il movente deve essere collegato al contesto, all'intento primario ed alla vittimologia: odio, rancore e vendetta? Eliminazione del testimone scomodo? Follia? Vittima di un gioco erotico? Predazione sessuale e pedofilia?

Appare stranissimo e terribile campanello d'allarme che la madre del piccolo Loris abbia consegnato alla maestra le fascette di plastica, stessa tipologia dell'arma del delitto e del bloccaggio dei polsi, e che precedentemente avesse tentato il suicidio con la stessa metodica, (però l'avvocato Villardita ha smentito il tentativo di suicidio). Lo scenario è devastante.

A queste considerazioni-problematiche investigative e criminologiche, ed altre ancora, si deve dare risposta sistemica e totalizzante!

Omicidio di Loris: ATTENDIAMO!!!

Aspetti da risolvere e da definire
Il luogo dell'ultima notizia in vita della vittima qual è?  E' l'entrata della scuola (cancello) come dice la madre, oppure è la casa del bambino come si evince da una registrazione video e dall'assenza delle immagini di Loris in tutte le registrazioni delle videocamere, come dicono gli inquirenti?
Il luogo della reciprocità letale (punto d'incontro vittima-offender) qual è?  Un luogo esterno alla casa e in prossimità della scuola, come lasciano dedurre le dichiarazioni della madre, oppure,  un punto vicino la casa della vittima o, addirittura,  un punto all'interno della casa stessa?
Il luogo del delitto o epicentro del crimine qual è?  La casa? Nei pressi del canale? In una macchina? Vicino la scuola? O dove?
La scelta del luogo di sbarazzamento del corpicino, le modalità di occultamento e di distacco sono indicatori di freddezza esecutiva e di gelido odio? Oppure sono segni di negazione psichica del crimine, quindi di undoing, e di volere chiudere il sipario con una persona alla quale si è legati affettivamente?
La tecnica criminoesecutiva dello strangolamento con quale mezzo costrittore è stata attuata? Una corda? Un laccio? Una cinghia? Una cintura da tae kwoon do, un filo elettrico, una calza di nylon, una sciarpa...? Da dove viene e dove è finita?
Qual è il momento zero del crimine (inizio dell'aggressione mortale)? Qual è la linea cronologica del crimine?
Cosa ci raccontano i tabulati telefonici?
ATTENDIAMO GLI ESITI DELLE INDAGINI INVESTIGATIVE, TECNICHE E SCIENTIFICHE, LA LETTURA DELLE TRACCE BIOLOGICHE, PAPILLARI, DI MOVIMENTO,  MERCEOLOGICHE, TELEMATICHE E COMPORTAMENTALI, LE EVIDENZE FORENSI DELLE SCENE DEL CRIMINE E MEDICO-LEGALI...POI SI VEDRÀ!


lunedì 1 dicembre 2014

L'omicidio di Loris e il Silenzio Investigativo

GLI INQUIRENTI HANNO SBAGLIATO A FARE FILTRARE LA NOTIZIA CHE hanno messo sotto torchio il cacciatore rinvenitore del corpo, che hanno sequestrato la sua macchina per analizzarla, che stanno cercando lo zaino del bambino.
Difatti, facendo filtrare la notizia, hanno consegnato la figura e la dignità del trovatore del corpicino alla logica del sospetto e del gossip. In tal modo non hanno tutelato la sua privacy e il suo senso del dovere (a prescindere dal suo ruolo nella vicenda), ed hanno spinto la gente a "farsi i fatti propri" e a non parlare. Ricordiamoci che ancora è ignoto il telefonista che avviso' anonimamente del rinvenimento del corpo di Melania Rea.
Quando si trovano/individuano testimoni importanti e si applicano metodiche investigative specifiche è meglio che resti segreto assoluto, altrimenti si potrebbe scivolare nell'innamoramento del sospetto,  nell'autoconvincimento riverberante, nel "dalli all'untore", nella mostrificazione di persone che GIUSTAMENTE devono essere "attenzionate".

Ulteriore errore: lo strombazzamento dell'assenza dello zainetto di Loris: in tal modo l'assassino ha in mano una conoscenza degli inquirenti e può agire di conseguenza...depistando, alterando...barando. Può seminarlo e farlo trovare dove vuole, dopo avere effettuato attività speciali, ad esempio, quella dell'incastro altrui inserendo tracce biologiche di persone innocenti, oppure, alterando tracce interne fuorviando in modo definitivo le indagini ed allontanando qualunque mirino investigativo da sé.


GLI INQUIRENTI DEVONO IMPARARE E PRATICARE LA NOBILISSIMA ARTE DEL SILENZIO INVESTIGATIVO E DELLA COMUNICAZIONE STRATEGICA ATTIVA. Ad es., non era meglio aspettare che Massimo Bossetti, dopo essere stato individuato come "Ignoto 1", cioè, il produttore della traccia biologica su Yara contestuale all'aggressione, avesse fatto qualche passo falso (anche provocato dagli inquirenti) e documentato???

sabato 22 novembre 2014

Omicidi Mollicone e Fava: Analogie Basiche

OMICIDI SAMANTA FAVA E SERENA MOLLICONE: QUANTE ANALOGIE BASICHE NEL MODUS OPERANDI DELL'ASSASSINO E NEGLI ATTI DI MATRICE PSICOLOGICA!
Zona dei fatti la Ciociara. Arce 2001 per Serena Mollicone, Fontechiari 2012 per Samanta Fava.
Studentessa 18enne Serena, donna separata 36enne la seconda.
Entrambe morte per soffocamento e successivamente confezionate e "imbustate".
Ignoto l'assassino di Serena, nonostante siano stati comparati il Dna e l'impronta papillare del legatore; individuato il soggetto legatore e "imbustatore" di Samanta Fava nella persona di Tonino Cianfarani, col quale aveva una relazione problematica.

PARTIAMO DA SAMANTA FAVA
Mia ipotesi in consulenza tecnica. La vittima Samanta Fava è stata picchiata a sangue ed è svenuta. Fratture alle ossa nasali prima, fratture alle costole dopo. Dopo l'aggressione l'offender l'ha uccisa tramite soffocamento usando una cinghietta autostringente da elettricista: morte per strangolamento.
Movente: tacitazione testimoniale e volontà di dominio, scelta di non soccorrere la vittima e di salvarla, bensì di eliminarla tramite soffocamento dopo avere eseguito una serie di atti logici, organizzati, consequenziali e mirati a strangolarla senza lasciare sull'arma del delitto tracce biologiche o papillari.
Poi vi è stata l'opera di composizione del corpo e della scena, di messa in posa del corpo, di legatura tattica. E l'occultamento.
Intento primario e contesto: eliminazione della vittima per autosicurezza e motivi emozionali dopo aggressione fracassante.
Tecnica criminoesecutiva: aggressione con colpi fratturanti prima, eliminazione definitiva della vittima con due cinghiette di plastica dopo. Tentativo di occultamento definitivo del cadavere con imbustamento totale e nastro adesivo.

ANDIAMO A SERENA MOLLICONE
Serena ha subito un colpo alla tempia sinistra che l'ha fatta sanguinare. E' svenuta. Il soggetto colpitore poteva chiamare i soccorsi o portarla in ospedale, invece ha preferito ucciderla tappandole con 2 metri di nastro adesivo il naso e la bocca.
Movente: tacitazione testimoniale e volontà di uscire di scena, scelta di non soccorrere la vittima e di salvarla, bensì di eliminarla tramite soffocamento dopo avere eseguito una serie di atti logici, organizzati, consequenziali e mirati a soffocarla, però lasciando sull'arma del delitto (nastro adesivo) tracce biologiche o papillari.
Poi vi è stata l'opera di composizione del corpo e della scena, di messa in posa del corpo, di legatura tattica. E l'occultamento.
Intento primario e contesto: eliminazione della vittima per autosicurezza dopo aggressione per motivi sessuali o per litigio.
Tecnica criminoesecutiva: aggressione con un colpo alle tempia sinistra prima,  eliminazione definitiva della vittima con nastro isolante dopo. Tentativo di occultamento momentaneo  del cadavere con imbustamento del volto e legatura con nastro adesivo e filo di ferro, assicurando il cadavere a un tronco d'albero.

Fra l'omicidio di Samanta Fava e quello di Serena Mollicone vi sono troppe analogie: stesso movente; stesso modus operandi di base (il modus operandi cambia col tempo e con le situazioni) anche se quello relativo Samanta Fava è più elaborato; stesse complessità situazionali; stesso attaccamento al vittima; stesse attività per farla franca; alcuni atti di matrice psicologica dello stesso tipo anche se commisurati alla situazione ed al comportamento delle vittime. Sicuramente la composizione del cadavere di Serena nasconde un aspetto emotivo profondo, un fortissimo senso di colpa e la volontà di depistare le indagini col posizionamento del corpo in località Fontecupa, mentre la composizione di Samanta presenta aspetti di autosicurezza da parte del Cianfarani, con obiettivi diversi da quelli effettuati dal soggetto ignoto su Serena Mollicone.
QUESTO PER COMINCIARE!
SAREBBE IL CASO DI CONFRONTARE IL DNA E LE IMPRONTE PAPILLARI DELL'ASSASSINO DI SERENA MOLLICONE CON QUELLI DI TONINO CIANFARANI. NON SI SA MAI...!!! TANTO SINORA SONO STATE CONTROLLATE CIRCA 300 PERSONE!!!

venerdì 17 ottobre 2014

CRIMINAL PROFILING: Strumento Investigativo

ROMA - Seminario di Studi CESCRIN
"CRIMINAL PROFILING: Strumento Investigativo" 
Venerdì 28 Novembre h 15,00-19,30 - Sabato  29 Novembre h 09,30-13,00

Presso LIBRERIA MEDICHINI CLODIO Piazzale CLODIO 26 A/B/C


DOCENTI
 Prof. Marco CANNAVICCI - Dott. Enrico DELLI COMPAGNI   - Prof. Fabrizio FORNARI
  - Prof. Carmelo LAVORINO  - Prof. Francesco SIDOTI - Prof. Marco STRANO
Introduzione dell'Avv. Luigi VINCENZO

www.carmelolavorino.com 

 GLI ARGOMENTI
  • Il Criminal Profiling come Strumento Investigativo propedeutico, prodromico, sussidiario e indicatore di direzionalità alle indagini.
  • Evoluzione e perfezionamento del Criminal Profiling.
  • La Triade Criminodinamica (Atti di Modus Operandi ed Esecutivi, Atti di Matrice Psicologica, Atti di Autosicurezza)
  • Scena del Crimine come serbatoio e contenitore dati e informazioni utili al Criminal Profiling.
  • L'Equazione del Crimine e il Criminal Profiling
  • Il Criminal Profiling e le ipotesi multiple.
  • Casi di storia.

Quota di partecipazione al Seminario: euro 135,00; 
Studenti e Forze dell'Ordine euro 75,00
MASSIMO 25 PARTECIPANTI - ATTUALMENTE 18 ISCRITTI

Modulo iscrizione al Seminario    
DA SCARICARE, COMPILARE E INVIARE TRAMITE FAX AL NR 06 39721942
OPPURE
  1.  SCARICARE, COMPILARE, SCANNERIZZARE E INVIARE COME ALLEGATO tramite e.mail a: cescrin@gmail.com
  2.  SCARICARE, COMPILARE IN WORD O PDF E INVIARE COME ALLEGATO tramite e.mail a: cescrin@gmail.com
  3.  SCARICARE, FARE COPIA E INCOLLA, COMPILARE IL MODULO IN WORD, INCOLLARE NEL TESTO DELL'EMAIL e inviare a: cescrin@gmail.com

MODULO ISCRIZIONE AL SEMINARIO CESCRIN 7-8 NOVEMBRE 2014
Il/la sottoscritto/a 
.........................................................................................................................................................
Telefono cellulare ............................................................... 
E.mail  .......................................................................................................
chiede di partecipare al Seminario CESCRIN " CRIMINAL PROFILING: STRUMENTO INVESTIGATIVO" previsto per i giorni Venerdì 28 -Sabato29 Novembre in ROMA c/o LIBRERIA MEDICHINI CLODIO, Piazzale CLODIO 26 A.

DICHIARA DI AVERE VERSATO LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE DI EURO .............................................
TRAMITE (barrare o cancellare la parte che non interessa) DI CUI INVIA COPIA:

BONIFICO intestato a:
- CESCRIN
- IBAN: IT53 S057 2803 2168 8257 0001 205
- BANCA POPOLARE DI VICENZA - FILIALE DI ROMA NR. 19
  • CAUSALE: VERSAMENTO QUOTA SEMINARIO CRIMINAL PROFILING
  • N° CRO: .......................................................................
  • DATA .........................................................................

ASSEGNO intestato a (ALLEGARE FOTOCOPIA):
- CESCRIN inviato tramite AR a: CESCRIN, VIA MARSILIO FICINO 5 - 00136 ROMA

lunedì 22 settembre 2014

I.P.A. - INTERNATIONAL POLICE ASSN

NGO in Consultative (Special) Status with the Economic and Social Council of the United Nations; in Consultative Status with the Council of Europe, the Organization of American States and UNESCO; International NGO maintaining operational relations within EUROPOL
SEZIONE ITALIANA - VIII Delegazione Lazio e Comitato Locale Ciampino Lazio Sud Gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa M.O.V.C.”

Seminario 2014 Comunicare, informare, suggestionare: orientare pensieri ed emozioni in campo criminologico"

Venerdì 3 ottobre 2014 ore 15.30 - 19.30 Comando del Corpo di Polizia Locale Roma Capitale Sala Gonzaga” Via della Consolazione, 4 – ROMA
PROGRAMMA - ORE 15.00 – INIZIO LAVORI
SALUTO del Comm. Francesco Cava, Presidente VIII Delegazione Lazio dell’Int. Police Assn.
INTRODUZIONE AL SEMINARIO a cura del Prof. Carmelo Lavorino
 Prof. Francesco Sidoti Presidente del CdL in Scienze dell’Investigazione - Università di L’Aquila
L’IGNORANZA IN TEMA DI RAPPORTI TRA COMUNICAZIONE E GIUSTIZIA.
 Prof. Marco Cannavicci Specialista in Psichiatria, Criminologia e Psichiatria Forense
FATTI, FATTACCI, FATTOIDI: PSICOPATOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE GIUDIZIARIA.
 Dr.ssa Tiziana Cugini Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma
I MASS MEDIA: OSTACOLO O AIUTO ALLE INDAGINI. IL “LIBERO CONVINCIMENTO DEL GIUDICE”.
 Prof. Carmelo Lavorino Criminologo e Criminalista. Direttore del CE.S.CR.IN. (Centro Studi Investigazione Criminale)
GIORNALISMO INVESTIGATIVO, MASS MEDIA E “COLONNE INFAMI”
 Dr. Giuseppe Paesani Psicologo e Psicoterapeuta - Consulente “Delta Counsulting”
L’EMOZIONE NELLE BUGIE: UN APPROCCIO PER CAPIRE.
 Avv. Roberto Staro Penalista
IL RAPPORTO TRA L’AVVOCATO E IL GIORNALISTA. L’EVOLUZIONE DELLA CRONACA NERA NEL SECONDO MILLENNIO

lunedì 30 giugno 2014

CESCRIN - Centro Studi Investigazione Criminale


ROMA - Seminario di Studi CESCRIN

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                                                                            Primo Seminario del 2015
"Scena del Crimine e Tracce Criminali: Analisi e Interpretazione Sistemica"

martedì 24 giugno 2014

Bossetti Killer di Yara SE E SOLO SE...

Nella Logica Investigativa Criminale esiste il doppio condizionale "SE E SOLO SE si verifica la CONDIZIONE ALFA ... THEN ELSE (ALLORA NE CONSEGUE CHE)".

Nel caso di Yara con Bossetti presunto colpevole abbiamo le seguenti CONDIZIONI VINCOLANTI CONDIZIONANTI ESCLUSIVE:
1. SE e SOLO le due tracce col Dna di Ignoto 1 misto al sangue di Yara sono contestualizzabili con l'azione aggressiva lesiva contro Yara IL DNA È DELL'ASSASSINO DI YARA.
2. SE  E SOLO SE il DNA di Ignoto 1 è riferibile al livello di identità assoluta con quello di Bossetti allora Bossetti è Ignoto 1.
3. SE E SOLO SE le condizioni 1 e 2 sono vere allora Bossetti è l'aggressore di Yara.
4. SE E SOLO SE sono vere le condizioni 1.2.3 allora il DNA sulle mutandine e sui leggins di Yara assurge a rango di prova.
4.B. SE E SOLO SE il Dna di Ignoto 1 è il Dna di Bossetti ed è il Dna dell'aggressore ALLORA Bossetti è l'aggressore omicida di Yara.
5. Gli Inquirenti devono dimostrare quanto segue: a) Bossetti era sui luoghi, sulle zone e sui percorsi del crimine nei momenti critici e topici; b) Bossetti conosceva o era entrato in contatto di reciprocità letale con Yara; c) i tabulati telefonici, le stazioni radio base di aggancio, le direzioni d'irradiamento delle celle telefoniche e i movimenti di Bossetti sono tali da posizionare Bossetti sui luoghi del crimine; c) le tracce telematiche, tecnologiche, mnestiche e comportamentali di Bossetti sui luoghi del crimine sono tali e tante da non permettere altra soluzione al di fuori della sua colpevolezza; e) Bossetti non ha alibi e/o ha prodotto alibi falsi e/o ha prodotto menzogne, informazioni false e contraddizioni sospette e depistanti; f) Bossetti è un soggetto pedofilo, quindi, con atti precisi che dimostrano tale perversione; g) le tracce e le microtracce rinvenute sul corpo di Yara sono riconducibili (anche in parte) esclusivamente a Bossetti, in modo da creare il  COLLEGAMENTO ESCLUSIVO TOTALIZZANTE ASSORBENTE FRA ASSASSINO E VITTIMA.

LA Difesa di Bossetti dovrà confutare e demolire in modo logico, scientifico e organizzato l'impianto accusatorio sopracitato.

La Difesa dei Familiari di Yara dovrà lavorare e vigilare affinché non siano commessi errori, leggerezze o imperfezioni e, contemporaneamente,  dovra offrire spunti ed analisi utili alla dimostrazione della colpevolezza di Bossetti.

I Giudici dovranno porsi sul gradino sopra gli uomini e prima di Dio, il posto che compete loro , e valutare aldilà di ogni minimo dubbio, con freddezza e scienza e consapevolezza, le PROVE: IL RESTO SONO VUOTE CHIACCHIERE ED ARRAMPICAMENTI SUGLI SPECCHI.

mercoledì 18 giugno 2014

Sintesi delle interviste sinora rilasciate sul caso Yara Gambirasio

     Confermo il profilo criminologico-investigativo-esecutivo dell'assassino di Yara che tracciai nel 2011, ricordando che trattasi di uno strumento utile alle indagini e che nel mio metoto (MOCCI – Modello Operativo Criminalistico Criminologico Investigativo Intelligence) viene applicato analizzando: (1) gli atti di modus operandi ed esecutivi, di matrice psicologica e ritualistici, di autoconservazione e depistaggio messi in essere dal soggetto ignoto (chiamasi TRIADE CRIMINODINAMICA); (2) le scene, i luoghi e i percorsi del crimine relativi vittima e soggetto ignoto; (3) la vittimologia e le evidenze medico-legali e criminalistiche; (4) tutte le caratteristiche di capacità, possibilità, opportunità e logistiche usufruite dal soggetto ignoto; (5) le risultanze info-investigative e criminologiche della fattispecie.
È altamente probabile che l'assassino di Yara – nella sua doppia vita alla mr J e dottor H - abbia tentato di esaudire e gratificare i propri bisogni intimi e le fantasie sessuali recondite e inconfessabili puntando altre ragazzine, organizzando una vita parallela di predatore, dotandosi di strumenti e logistica utili a tali scopi, effettuando vacazioni e movimenti sospetti
Ora gli inquirenti, per dimostrare al 100% la precisione dell'impianto accusatorio contro il sig. Bossetti, dovranno provare aldilà di ogni dubbio che (1) il dna di "ignoto 1" è di Bossetti, (2) tale traccia ha una connessione temporale, esecutiva ed esclusiva con l'omicidio, (3) vi è nesso eziologico e di ragion sufficiente fra detta traccia, l'omicidio e il Bossetti, (4) l'uomo era sulle scene dei luoghi, dei percorsi e dei fatti nei momenti topici, (5) tutte le tracce del tipo comportamentale, storico, mnestico, telematico, determinanti e metadeterminanti portano a lui ...tanto per cominciare.

martedì 17 giugno 2014

ESATTO IL PROFILO DEL KILLER DI YARA GAMBIRASIO GIA' NEL 2011

Questo è il profilo dell'assassino di Yara che tracciai a suo tempo (2011), pubblicato dai media e riportato da alcuni emittenti, fra cui TG5, RAI Uno e SKY.

È il ''Classico soggetto insospettabile, di buona famiglia, con dei figli della stessa età della vittima e che gode della sua fiducia, proprio perché era considerato soggetto non pericoloso e che ha potuto abbattere le difese della vittima grazie al rapporto di frequentazione, di conoscenza e di fiducia''.
Circa 40 anni. Si presenta come "timorato di Dio", affettuoso e premuroso padre di famiglia.   
E' un territoriale.
Ha perso il controllo, ha cercato di effettuare un'aggressione del tipo sessuale nei confronti della piccola Yara, ma quando ha capito di essere andato oltre, ha temuto di essere denunciato e di perdere il rispetto e la dignità e di vedere infangata la propria situazione sociale: così è passato all'atto distruttivo aggressivo'.
È il predatore occasionale che approfittando della situazione, delle opportunità e della vulnerabilità vittima, slatentizza l'istinto assassino dopo quello sessuale aggressivo, perde il controllo, si fa dominare dalle fantasie sessuali e dai desideri repressi: perde il controllo, ghermisce, attacca, colpisce, uccide
Ricordo che in una trasmissione di Rai 1 condotta da Mara Venier venne messo in onda anche l'intervista dove tracciavo il suddetto profilo, e qualcuno fece la battuta infelice e invidiosa: "...vuole fare vedere quanto è bravo...!". Bontà sua!!!

Alla puntata di Top Secret del 5 marzo 2014 ho dichiarato: (1) che Yara Gambirasio ha ricevuto un sms alle 18:25 da una sua amica (Martina), che le ha risposto alle 18:44 e che ne ha ricevuto un altro alle 18:49; (2) che quindi sino al momento della risposta - h 18:44 -  Yara non era stata aggredita e disattivata, era all'interno del veicolo che la trasportava, non era in stato d'allarme; (3) che aveva fiducia nel suo assassino anche all'interno del veicolo in movimento.
La mattina del 6 marzo 2014 i cronisti dell'Eco di Bergamo mi hanno confermato l'evento dei tre sms, delle dichiarazioni di Martina, del tracciato delle BTS (celle telefoniche). E i tabulati telefonici dichiarano in tal senso.
Il tutto, compreso il DNA dell'Ignoto 1, si salda col profilo che tracciai a suo tempo laddove definii un "soggetto sui 40 anni d'età...insospettabile...".

lunedì 16 giugno 2014

Strage di Motta Visconti: sintesi di alcune interviste

PENSIERI DEL PROF. CARMELO LAVORINO
Strage familiare, omicidio del tipo domestico, parzialmente premeditato nel c.d. "ciclo vitale del crimine". Uxoricidio più infanticidio: moglie e figlioletti. Eliminazione con massacro tramite arma bianca, con sgozzamento e fendenti.
Omicidio fantasticato, immaginato e desiderato da Carlo Lissi, con l'obiettivo finale di liberarsi dell'ostacolo della famiglia ed essere così libero di potere essere "gradito" alla donna desiderata e bramata (la collega di lavoro), quindi, omicidio per ricerca della libertà, con lo scopo immediato di punire la moglie "rea" di averlo indotto a tradire il sogno e l'illusione della fissazione verso la collega, con il movente "cuscinetto" del fastidio, del rifiuto e della routine familiare. Gli omicidi e le fantasie più terribili nascono nella mente e dalla mente, in essa prosperano e si alimentano per poi divenire mostri del pensiero e dell'azione.
Lissi doveva uccidere per liberare le proprie fantasie e se stesso; doveva essere libero da legami familiari per potere pensare di "avere" per sé la donna che gli aveva fatto perdere la testa, ed ha pensato: "Per scendere nell'inferno e per goderlo devi sterminare gli angeli". E così ha eliminato, in un momento di slatentizzazione dell'istinto omicida e di perdita totale di tutti i freni inibitori e morali, i tre  apparenti ostacoli al suo sogno folle e criminale, usando il classico strumento di morte indicatore di passionalità, di contatto fisico e corporeo "vittima-assassino" e di chiara volontà assassina: il coltello domestico. Ha ucciso la moglie dopo un rapporto sessuale col pugno fracassante e la lama penetrante, successivamente ha sgozzato i figli e poi, lucidamente, guidato dalla sua ombra malvagia e crudele, amorale e lucidamente folle, ha attuato il depistaggio e il procacciamento dell'alibi.
L'organizzazione, la premeditazione, la logistica e il modus operandi sono del tipo non professionale. Di fatto Lissi ha depistato le indagini, ha alterato la scena ed ha attuato la messiscena in modo dilettantesco e privo di logica poliziesca-investigativa: ha commesso molti errori, non ha calcolato i tempi, si è procurato un alibi traballante, ha lasciato tracce evidenti, si è disfatto dell'arma in modo frettoloso, non si è autodeterminato a eludere le indagini e ad affrontare la graticola degli inquirenti e degli interrogatori. Quindi: modus operandi semplice, violento ed efficace, utile al massacro ma non al depistaggio ed all'autoconservazione; livelli criminali di basso tenore non adatti per sfuggire alle indagini e "godere" il frutto del crimine; crudeltà ed egoismo al massimo livello; omicidio del tipo mostruoso.
Carmelo Lavorino

PUBBLICHIAMO UN PENSIERO DEL DOTT. ENRICO DELLI COMPAGNI
Il triplice omicidio avvenuto a Motta Visconti nel milanese è quello che può definirsi una strage familiare compiuta da un Family mass murderer. Si tratta coloro che fanno strage della propria famiglia, di persone parallelamente intese e considerate tali. A volte l'azione omicidiaria si allarga coinvolgendo nel ruolo di vittime anche altri parenti, semplici conoscenti, vicini di casa, o anche persone sconosciute all’assassino che in quel momento si trovano sul luogo della strage (ad esempio ignari passanti). Solitamente l’autore dell’eccidio si toglie la vita, è per questa condizione che spesso di parla di suicidio di massa familiare o suicidio allargato alla famiglia, mass murderer/suicide. Quando ciò non avviene si può parlare di un Family mass murderer Strumentale, cioè che ha pianificato l'omicidio che rappresenta uno strumento per raggiungere uno scopo ben preciso. Nel caso di Carlo Lissi è possibile parlare di un soggetto “Emancipatario o alla ricerca della libertà”. Esistono delle dinamiche familiari apparentemente sane, ma che in realtà nascondono patologie comunicative e relazionali tremendamente disturbate. In casi di questo tipo la pianificazione è un elemento fondamentale ed essenziale dei delitti. Essa presuppone una volontà omicidiaria e una lucida determinazione, elemento spesso presente negli adolescenti o tardo adolescenti che uccidono i genitori alla ricerca di libertà. Per questo è possibile considerare che ci troviamo di fronte a un soggetto immaturo, con una profonda insofferenza verso quelli che possono essere definite le responsabilità familiari che inevitabilmente contrastavano con il proprio pensiero di libertà. Un soggetto narcisista che al fine di soddisfare un bisogno, per affermare il proprio Io ha deciso di fare scempio della propria famiglia.
Aspetto psicodinamico: gli strumentali commettono la strage al fine di ricavarne qualcosa di concreto. Essi tendono alla realizzazione di soddisfazioni materiali quali appropriarsi anzitempo dell’eredità, usufruire di beni che al momento gli sono proibiti, liberarsi da un controllo asfittico dei genitori/consorti. Questi family mass murderer solitamente premeditano la strage, tentano di depistare le indagini, al fine di poter usufruire del bene strumentale per il quale hanno ucciso. Non si costituiscono e quasi mai si suicidano, soprattutto se sono adolescenti, anche perché solitamente ancora non elaborano completamente il senso di colpa e la gravità del reato commesso. Al momento in cui vengono catturati tendono a dichiararsi innocenti almeno nei primi momenti per poi crollare e raccontare lucidamente l’accaduto senza la benché minima emozione (es. De Nardo e Maso). In questa categoria, che è composta solitamente da figli che uccidono i genitori, l’età media è molto bassa ed è possibile dire che di solito trattasi di family mass murderer adolescenti, tardo adolescenti, che comunque vivono ancora all’interno della famiglia di origine, difficilmente si possono considerare adulti anche se l’età anagrafica ne attesta il contrario. (Rif. Bibliografico “Profili criminali e psicopatologici del reo” cap. I family mass murderer di Enrico Delli Compagni- Maggioli Editore)
Dott. Enrico Delli Compagni
- Psicologo clinico e forense - Direttore Comunità Educativa "SIRENA"
Giudice Esperto presso il Tribunale di Sorveglianza di L'Aquila
Consulente e docente CE.S.CR.IN (Centro studi Criminalistici Criminologici Investigativi)
Socio S.I.C. (Società Italiana di Criminologia) - Iscritto all’Albo dei Periti del Tribunale di Teramo