sabato 2 aprile 2011

Delitto dell'OLGIATA ... lontano da VIA POMA

Dopo 20 anni è stato risolto il giallo dell’Olgiata grazie all’investigazione scientifica e criminalistica, alla tecnologia ed alla ricerca scientifica e criminologica, alla pazienza della parte offesa (marito e figli della vittima), alla volontà di risolvere il caso, al fatto che il filippino Manuel Winston abbia confessato.
Il 4 aprile scrissi "Speriamo che non arrivi qualcuno che faccia ritrattare il filippino, così facendolo divenire una star giudiziaria alla Michele Misseri e usandolo come biglietto d’entrata e grimaldello per talk show." ... ebbene ... questo si è verificato: sta arrivando la solita armata brancaleonesca a caccia della visibilità mass mediatica!
Speriamo che l’uomo non diventi una vittima splendente di pentimento e di sofferenza (o la pecorella smarrita tornata all’ovile), visto che il rimorso dell’omicidio lo avrebbe fatto soffrire per ben venti anni… angosciandolo sino a intenerirlo, tanto che ha chiamato una figlioletta come la vittima: "Alberica", così dimostrando astuzia, sadismo, capacità manipolatorie, egosimo, strumentalizzazione della figlia per procacciarsi alibi psicologici! Però, nonostante il pentimento, i gioielli e i soldi spariti si sono persi e il filippino non ne sa nulla (sic!!!) e, inoltre, dichiara di non ricordare nulla dell'accaduto, come se volesse dimostrare che al momento del fatto era incapace di intendere e/o di volere: ritengo tutto ciò sospetto e da miscelare con le lacrime da coccodrillo del reo confesso.
Sono del parere che Winston poteva essere incastrato già dall’inizio grazie agli elementi logici (movente, possibilità, opportunità, capacità, tempi, sincronie e incroci di alibi), alla sua territorialità ed alla facilità dei movimenti all'interno della villa stessa (i due cani della contessa lo hanno fatto passare, conoscenza di come entrare e come uscire, conoscenza del codice di accesso al garage), a una serie di indicatori del crimine già presenti nel puzzle che dovevano essere organizzati e collegati, alla metodica omicidiaria (aggressione in seguito a litigio, colpi con lo zoccolo, strozzamento tipico di arti marziali, copertura del volto come ultima parte della firma psicologica, ...), a qualche sua traccia biologica che all’epoca poteva di già essere tipizzata ma che non venne analizzata, al rapporto litigioso che aveva con la contessa: questo avrebbe impedito che il sospetto si potesse abbattere verso il marito della vittima Pietro Mattei e il giovane Roberto Jacono.
Ricordiamoci che sin dall'inizio l'omicidio era del tipo complesso e variegato con la prova evidente di più metodiche di aggressione e omicidiarie (colpi alla testa con lo zoccolo, tentativi di strozzamento atipico, tentativi di strangolamento, tentativi di soffocamento), con i chiar indicatori di (A) omicidio d'impeto  in seguito a litigio e furto per tacitazione testimoniale, (B) della ovvia territorialità domestica, (C) della copertura dell'assassino di sesso maschile da parte di qualche territoriale di sesso femminile.
Era il classico caso da libro giallo-noir di alto livello!
Il caso dell’Olgiata mi ricorda – per le vicende investigative e per gli aspetti enigmatici – l’omicidio della professoressa catanese Antonella Falcidia, 4 dicembre 1993, assassinata nel suo appartamento con diverse pugnalate inferte con tecnica orientale, soldi spariti, orologio di valore al polso della vittima (come Alberica Filo della Torre). Venne puntato il marito e mantenuto nell’inferno del sospetto per 17 anni, tanto che nel 2007 venne incarcerato (poi liberato in seguito al ricorso al Tribunale del riesame), processato e - infine - assolto nel febbraio-marzo del 2011. Ebbene, anche in quel caso non hanno guardato verso una direzione che sto indicando da anni: la posizione di un collaboratore domestico della vittima proveniente dallo Sry Lanka, marito della badante, tale Antonio, oggi tornato nel suo Paese ...
Ultimi pensieri: 1) La traccia ematica dell'Olgiata col Dna del filippino Winston non ha nulla a che vedere con la traccia ematica di Via Poma e col suo Dna, sia ben chiaro: la prima è certa, è riferita a un solo tipo di sangue, ne sono state definite tutte e sedici le regioni alleliche; la seconda è l'ombra di un'incertezza vista di profilo ed al buio, sarebbe frutto di commistioni di due, tre e quattro sangui e Dna, ne sono state definite solo otto regioni alleliche. 2) Qualcuno ha coperto il filippino, lo ha aiutato nel depistaggio ed ha goduto di una buona parte dell'attività predatoria. 3) Se il filippino non confessava stavamo freschi.