lunedì 2 maggio 2011

Due volumi di Carmelo Lavorino

Scena del Crimine e Tracce Criminali (scheda)


Il delitto di via Poma

"La Scena del Crimine e lo Staging"

ROMA - Sabato 14 maggio - ore 10,00 - 12,30 / 15,30 - 17,30
Istituto S. Giuseppe, Via Giovanni Bovio 44
Seminario di Studi "LA SCENA DEL CRIMINE E LO STAGING"

Intervento del Prof. Francesco Sidoti

Quota iscrizione al Seminario euro 60,00 (sessanta)

martedì 26 aprile 2011

Sentenza Busco: chi è causa del suo mal pianga se stesso...

La sentenza di condanna di Raniero Busco interpreta congetture non dimostrate da nessuno come certezze; dati incerti, non dimostrati e ambivalenti come certezze; dati non gravi e anch'essi incerti come "gravi e significativi".
La sentenza applica il principio del terzo escluso "Chi se non lui?". Sceglie di premiare il ragionamento molto forte ed amalgamato dell'impianto accusatorio. Punisce severamente la debolezza della strategia e della linea della difesa dell'imputato, l'incertezza e l'incoerenza del suo comportamento processuale, il fatto che la difesa Busco non abbia attivato efficienti indagini difensive e criminalistiche, la sua incapacità nel confutare l'accusa e i testimoni contro, l'inerzia nel dimostrare che Busco nel 1990 aveva prodotto un alibi agli inquirenti che lo avevano messo sulla graticola.
Non riesco a comprendere, ancora, perché la difesa di Busco abbia scelto la linea che Simonetta fosse stata assassinata dopo le 17,30 e non entro le 16,30; perché non abbia scelto di dimostrare che l'assassino ha usato diverse volte la mano sinistra per colpire Simonetta sia a mano nuda sia con il tagliacarte; perché non abbia richiesto perizie tecniche, biologiche e medico legali per individuare l'ora della morte, se l'assassino abbia usato la mano sinistra, sul sangue sulla porta, sul computer della vittima e su altri aspetti topici.
Ritengo che la difesa di Busco (1) abbia svilito l'istituto delle indagini difensive, abbia seminato male e raccolto peggio, (2) abbia attinto molto dal mio libro "Il delitto di Via Poma - Sulle tracce dell'assassino" e dalle mie indicazioni ed avesse i dati e gli strumenti per vincere il processo: invece ha scelto la strada dell'immodestia e dell'ingratitudine, (3) abbia usato Busco e il suo entourage come passepartout per talk show televisivi e per un'effimera visibilità mass mediatica.
... a proposito di "male": chi è causa del suo mal pianga se stesso!

giovedì 21 aprile 2011

E' un killer organizzato l'assassino di Carmela Rea ... serial o rabbioso? O domestico?

L'assassino si è sporcato del sangue della vittima, probabilmente si è ferito colpendola; il suo mezzo di trasporto e il luogo dove ha fatto stazionare il corpo sono sporchi di sangue; ha sferrato i colpi con violenza cieca, punitiva traboccante d'odio. Poi ha avuto a disposizone il corpo inerte della vittima sul quale ha agito attività di manipolazione, di messa in posa e composizione, ma non agito pratiche sessuali. Sulla stessa ha dovuto lasciare tracce proprie, e su di sé ha tracce della vittima.
Se è un soggetto dell'ambiente domestico il caso si chiuderà quando arriveranno le evidenze criminalistiche, di laboratorio e medico legali, perché tutte le contraddizioni esploderanno.
Se è un soggetto esterno, si deve valutare che ha catturato velocemente la vittima approfittando di un calo del suo sistema difensivo, della solitudine del luogo, delle circostanze, oppure della non diffidenza della vittima.
Si tratta allora di soggetto (i) predatore stanziale, meticoloso, pianificatore, conoscitore dei luoghi, delle abitudini e della logistica delle zone, che ha ideato un modus operandi e un metodo di approccio con la vittima - e di cattura - abile, invisibile ed astuto. Un situazionale.
Un predatore che si è organizzato strumentalmente, logiscamente e per modus operandi per attendere la preda al varco, per attirarla in trappola, per catturarla e traportarla altrove, per agire su di lei., oppure che ha approfittato della situazione.
Un soggetto così può essere sia un serial killer, sia una persona che ha agito in modo estemporaneo e/o che spasimava per la donna.
Naturalmente occorre prima analizzare la vittimologia, i vari background, le analogie, i contatti telefonici e di frequentazione, oltre ai percorsi, ai tragitti ed alle varie sincronie spaziali-temporali, per poi attendere gli esiti delle indagini criminalistiche, delle evidenze medico legali, delle investigazioni tradizionali e d'intelligence.
Occorre conoscere i movimenti, i comportamenti, le abitudini e le interrelazioni di Carmela Rea e del marito, sapere se erano già stati sul luogo della scomparsa, chi aveva deciso di andarci, chi lo sapeva.
Per ora prendiamo in considerazione solo i due scenari di difficile soluzione: quello del serial killer e quello del soggetto stupratore e/o situazionale. Quello domestico è fin troppo facile e, come già detto, appena arriveranno i dati scientifici, si autorisolverà.

IPOTESI PRIMARIA: SERIAL KILLER
Non possiamo ignorare le analogie e le coincidenze fra l'omicidio di Carmela Rea e quello di Rossella Goffo: gli stessi tratti femminili marcati, alteri ed avvenenti, l'ambiente militare e/o paramilitare di frequentazione, la zona della scomparsa e del ritrovamento, l'impadronimento repentino ed astuto delle vittime, l'accanimento esasperato contro i loro corpi, la libertà di movimento in un territorio speciale, il possesso di un veicolo pratico e insospettabile. In tutto questo ricordiamoci che il modus operandi varia con l'apprendimento e l'esperienza e che la firma psicologica resta la stessa.
NON PARLARE DI SERIAL KILLER SIGNIFICA SPEGNERE IL LUME PER NON VEDERE QUELLO CHE NON SI DESIDERA.
Si tratta di un serial killer che genera fiducia ed appare innocuo, che è attratto dalle donne avvenenti, more, con aspetto serio e sobrio e che per lui sono NON RAGGIUNGIBILI: un soggetto che alla loro resistenza ed al loro rifiuto entra in stato di improvvisa collera maligna, quella del "guerriero rabbioso distruttivo, violento e implacabile", tanto da arrivare all'over killing ed allo sgozzamento.
E' un serial killer collerico esplosivo, primitivo, sadico, edonista, libidinoso e controllore del potere: è un assassino del tipo primitivo ed espressivo, che quando libera la violenza bestiale distrugge il volto, la femminilità, la bellezza e l'umanità delle vittime: over kill + sgozzamento femminile simbolico + volto devastato = fanatismo e missione di vendetta.
Il soggetto ignoto ha bisogno di trascorrere molto tempo con la povera preda per sentirsi vivo e dominatore, per umiliarla, per affermare la propria grandezza privandola della libertà e della vita, per eseguire il progetto criminoso.
La sua azione culmina nello scaricare la vittima lasciando una firma a due livelli: 1) la cattura della preda seguita dalla rivendicazione del proprio operato crudele e predatorio, dalla manifestazione della propria potenza e del proprio potere sul corpo della donna, dal disprezzo della vittima, dalla sua disumanizzazione tramite la distruzione del viso, dalla sfida agli inquirenti; 2)  i disegni sulla vittima con gli strumenti di morte, la composizione della vittima dopo averla scaricata, la messa in posa della vittima e la meticolosa composizione-organizzazione della scena che lascia agli investigatori per sfidarli e per depistare.
Vuole essere preso in considerazione dalle vittime, dall'opinione pubblica e dagli investigatori che gli danno la caccia: è in escalation omicidiaria.
Quando ha la preda in suo possesso mette in atto tutte le fantasie che ha covato per settimane e mesi, che lo dominano, che lo costringono a fare quel fa.

IPOTESI SECONDA. STUPRATORE E/O EROTOMANE DALLA RABBIA RIMOSSA
L'assassino è un maschio (con molte probabilità anche un soggetto erotomane) che da tempo desiderava sessualmente la donna, la quale, come è noto, non passava inosservata. Il soggetto ha avuto modo di seguirla sin da quando la vittima è uscita di casa con il marito e la figlioletta. La teneva sotto controllo.
Ha atteso il momento opportuno, l'ha seguita, l'ha approcciata: il resto è noto. E si ritorna agli aspetti essenziali della firma, del modus operandi e dell'organizzazione logistica-strumentale già citati. Il movente dell'omicidio è per tacitazione testimoniale, per collera esplosa in seguito all'insulto insopportabile del rifiuto, al non volere essere indicato come "colui il quale ha oltrepassato il segno e il limite", alla perdita del controllo.

L'IPOTESI DEL SOGGETTO DOMESTICO E' LA PIU' SEMPLICE ... !

mercoledì 13 aprile 2011

Condannato a dieci anni di carcere un "predicatore" per violenza sessuale, grazie ai Consulenti del CESCRIN

Il Collegio difensivo di Concetta De Liso, parte offesa nel processo contro il predicatore pentecostale zaccardiano Eliseo Capriotti, imputato di violenza sessuale nei confronti della suddetta, reato consumato quando la stessa era tredicenne e in gravi condizioni fisiche, rende noto che l'imputato "predicatore" è stato condannato alla pena di 10 anni di reclusione.
Il Collegio difensivo della vittima e parte offesa, formato dall’avv. Ernesto Bucci del Foro di Taranto, dal dott. Carmelo Lavorino criminologo criminalista di Roma, dal perito fonico forense ed esperto in indagini informatiche Mariano Pitzianti di Cagliari, dal dott. Enrico Delli Compagni psicologo di Giulianova, dichiara che finalmente è stata fatta giustizia di un reato aberrante, abominevole e turpe, anche grazie alla serenità della Corte Giudicante del Tribunale di Teramo (Presidente Giovanni Spinosa, a latere Angela Di Girolamo e Ileana Ramundo), alla freddezza del P.M. Laura Colica, al coraggio della parte offesa Concetta De Liso, la quale ha avuto il senso civico, la responsabilità e l’intelligenza di fidarsi delle istituzioni denunciando le violenze subite.
Determinanti sono state le consulenze tecniche della parte offesa dott. Lavorino e Delli Compagni e del fonico forense Pitzianti.
Purtroppo le violenze contro l'allora tredicenne si sono consumate all’interno di un gruppo pseudo-religioso che in realtà si è dimostrato essere una setta, organizzazione che si auspica la magistratura renderà oggetto di indagini approfondite.
L’avvocato di parte civile Ernesto Bucci ha chiesto anche l’invio degli atti al pm per falsa testimonianza a carico di alcuni esponenti della comunità che hanno testimoniato nel corso delle varie udienze. 

lunedì 4 aprile 2011

TRE Seminari CESCRIN 2011

ROMA           Sabato 14  Maggio - ore 10,00 - 13,30 / 15,30 - 17,30
ROMA           Sabato 11 Giugno - ore 10,00  - 13,30 / 15,30 - 17,30
CAGLIARI    Sabato 18 Giugno -  ore 10,00  - 13,30 / 15,30 - 17,30NUORO   Domenica 19 Giugno - ore 10,00  - 13,30 / 15,30 - 17,30
ROMA - Sabato 14 maggio - ore 10,00 - 12,30 / 15,30 - 17,30
Istituto S. Giuseppe, Via Giovanni Bovio 44
Seminario di Studi "LA SCENA DEL CRIMINE E LO STAGING"

Intervento del Prof. Francesco Sidoti

Quota iscrizione al Seminario euro 60,00 (sessanta)


Istituto S. Giuseppe, Via Giovanni Bovio 44
Seminario di Studi "OMICIDI IN FAMIGLIA - ASPETTI CRIMINOLOGICI E INVESTIGATIVI"
Docenti: Dott. Marco Cannavicci. Dott. Enrico Delli Compagni, Dott. Carmelo Lavorino, Avv. Luigi Vincenzo 
Quota iscrizione al Seminario euro 60,00 (sessanta)

NUORO 19 Giugno
CORSO D’INVESTIGAZIONE CRIMINALE PER ESPERTI - Primo Modulo
CAGLIARI 18 Giugno
Incontro col criminologo Carmelo Lavorino
LA LOGICA DELL'INDAGINE NELL'ANALISI INVESTIGATIVA CRIMINALE
L'Analisi criminale e il Paradigma investigativo. La logica nell’indagine: induzione, deduzione, abduzione, pensiero laterale, analisi sistemica.  La scena del crimine nell’Analisi criminale. Modus Operandi: definizione, criteri di Analisi criminale. Firma criminale: definizione, criteri di Analisi criminale.
Casi di storia: Il delitto di Cogne: vittima Samuele Lorenzi. Il delitto di Via Poma: vittima Simonetta Cesaroni. Omicidio di Sarah Scazzi. Omicidio di Yara Gambirasio. Altri.