Noto che tutte persone che hanno puntato l’indice accusatorio della “colonna infame” contro Sabrina Misseri, da quando venne sospettata da (quasi) tutti e poi accusata dal padre Michele di essere l’assassina di Sarah Scazzi, oggi, dopo l’autoaccusa confessoria di Michele, sono tutte in gelida difficoltà non palesata e reagiscono in quattro maniere:
- fanno finta di niente e continuano imperterrite nelle loro elucubrazioni mentali per dimostrare di “avere visto giusto”, attribuendo a Misseri la patente di non credibilità per le versioni 1 e 8 (!),
- continuano ad accusare Misseri senza tenere conto delle sue spiegazioni e della sua versione, perché non possono ammettere di avere sbagliato e quindi di essersi fatti abbindolare dalle sirene accusatorie,
- continuano a pagare il piatto di lenticchie ai loro sponsor che li hanno riempiti di segreti istruttori, continuando ad accusare Sabrina,
- guardano imperterrite il dito del contadino che indica la luna (dove la luna è la verità).
Ricordo che “chi indaga in nome e per conto del Popolo italiano” non ha il diritto di sbagliare e/o di fissarsi su ipotesi investigative e/o su scenari fissi, così come non ha il diritto di puntare le proprie immagine e credibilità sull’ipotesi che gli è cara, perché gioca con soldi e con mezzi non suoi, ma del Popolo.
Naturalmente è impossibile pronunciare le tre difficilissime parole: "Io ho sbagliato".
Lasciamo stare, poi, chi ha usato Michele Misseri e le sue accuse come passepartout televisivo e per mettere da parte qualche soldino: è la vittoria dello squallore e della non meritocrazia.
Tutto questo, però, succede perché in Italia vi sono diverse cupole e logge “mass mediatiche legal-thriller” che spaziano dall’accaparramento di clienti imputati e parte offese alle poltroncine di talk show e similari.
Carmelo Lavorino
Carmelo Lavorino