L’ex difensore di Annamaria Franzoni dichiara al settimanale OGGI di avere trovato l’arma del delitto dal lontano settembre 2004, nel greto di un torrente…grazie a una veggente.
Almeno sei i motivi della inattendibilità dell’ultima sortita di Carlo Taormina.
DI CARMELO LAVORINO
Ho sempre considerato l’avv. Carlo Taormina il supremo responsabile della debacle del caso di Cogne; di avere svilito la grande conquista delle indagini difensive grazie alle sue sortite “mediatiche investigative”; di avere difeso così bene la Franzoni tanto da farle appioppare 30 anni di carcere; di averle alienato l’opinione pubblica e la Magistratura; di averla usata come biglietto da visita per ottenere quella visibilità mediatica dissoltasi dopo essere stato dimissionato dalla carica di Sottosegretario all’Interno. (segue)