PENSIERI DEL PROF. CARMELO LAVORINO
Strage familiare, omicidio del
tipo domestico, parzialmente premeditato nel c.d. "ciclo vitale
del crimine". Uxoricidio più infanticidio: moglie e figlioletti. Eliminazione con massacro tramite arma bianca, con sgozzamento e fendenti.
Omicidio fantasticato,
immaginato e desiderato da Carlo Lissi, con l'obiettivo finale di liberarsi
dell'ostacolo della famiglia ed essere così libero di potere essere
"gradito" alla donna desiderata e bramata (la collega di lavoro), quindi, omicidio per ricerca della libertà, con lo scopo immediato di punire la moglie
"rea" di averlo indotto a tradire il sogno e l'illusione
della fissazione verso la collega, con il movente "cuscinetto" del fastidio, del rifiuto e della routine familiare. Gli omicidi e le fantasie più
terribili nascono nella mente e dalla mente, in essa prosperano e si
alimentano per poi divenire mostri del pensiero e dell'azione.
Lissi doveva uccidere per
liberare le proprie fantasie e se stesso; doveva essere libero da
legami familiari per potere pensare di "avere" per sé la
donna che gli aveva fatto perdere la testa, ed ha pensato: "Per scendere nell'inferno e per goderlo devi sterminare gli angeli". E così ha eliminato, in un momento
di slatentizzazione dell'istinto omicida e di perdita totale di tutti
i freni inibitori e morali, i tre apparenti ostacoli al suo sogno
folle e criminale, usando il classico strumento di morte indicatore
di passionalità, di contatto fisico e corporeo "vittima-assassino"
e di chiara volontà assassina: il coltello domestico. Ha ucciso la moglie dopo un rapporto sessuale col pugno fracassante e la lama penetrante, successivamente ha sgozzato i figli e poi, lucidamente, guidato dalla sua ombra malvagia e crudele, amorale e lucidamente folle, ha attuato il depistaggio e il procacciamento dell'alibi.
L'organizzazione, la
premeditazione, la logistica e il modus operandi sono del tipo non
professionale. Di fatto Lissi ha depistato le indagini, ha alterato
la scena ed ha attuato la messiscena in modo dilettantesco e privo di
logica poliziesca-investigativa: ha commesso molti errori, non ha
calcolato i tempi, si è procurato un alibi traballante, ha lasciato
tracce evidenti, si è disfatto dell'arma in modo frettoloso, non si è autodeterminato a eludere le indagini e ad affrontare la graticola degli inquirenti e degli interrogatori. Quindi: modus operandi semplice, violento ed efficace, utile al massacro ma non al depistaggio ed all'autoconservazione; livelli criminali di basso tenore non adatti per sfuggire alle indagini e "godere" il frutto del crimine; crudeltà ed egoismo al massimo livello; omicidio del tipo mostruoso.
Carmelo Lavorino
PUBBLICHIAMO UN PENSIERO DEL DOTT. ENRICO DELLI COMPAGNI
Il triplice omicidio avvenuto a Motta Visconti nel milanese è quello
che può definirsi una strage familiare compiuta da un Family mass
murderer. Si tratta coloro
che fanno strage della propria famiglia, di persone parallelamente
intese e considerate tali. A
volte l'azione omicidiaria si allarga coinvolgendo nel ruolo di
vittime anche altri parenti, semplici conoscenti, vicini di casa, o
anche persone sconosciute all’assassino che in quel momento si
trovano sul luogo della strage (ad esempio ignari passanti).
Solitamente l’autore dell’eccidio si toglie la vita, è per
questa condizione che spesso di parla di suicidio di massa familiare
o suicidio allargato alla famiglia, mass murderer/suicide. Quando ciò
non avviene si può parlare di un Family mass murderer Strumentale,
cioè che ha pianificato l'omicidio che rappresenta uno strumento per
raggiungere uno scopo ben preciso. Nel caso di Carlo Lissi è
possibile parlare di un soggetto “Emancipatario
o alla ricerca della libertà”.
Esistono
delle dinamiche familiari apparentemente sane, ma che in realtà
nascondono patologie comunicative e relazionali tremendamente
disturbate. In
casi di questo tipo la pianificazione è un elemento fondamentale ed
essenziale dei delitti. Essa presuppone una volontà omicidiaria e
una lucida determinazione, elemento spesso presente negli adolescenti
o tardo adolescenti che uccidono i genitori alla ricerca di libertà.
Per questo è possibile considerare che ci troviamo di fronte a un
soggetto immaturo, con una profonda insofferenza verso quelli che
possono essere definite le responsabilità familiari che
inevitabilmente contrastavano con il proprio pensiero di libertà. Un
soggetto narcisista che al fine di soddisfare un bisogno, per
affermare il proprio Io ha deciso di fare scempio della propria
famiglia.
Aspetto
psicodinamico:
gli
strumentali commettono la strage al fine di ricavarne qualcosa di
concreto. Essi tendono alla realizzazione di soddisfazioni materiali
quali appropriarsi anzitempo dell’eredità, usufruire di beni che
al momento gli sono proibiti, liberarsi da un controllo asfittico dei
genitori/consorti. Questi family mass murderer solitamente
premeditano la strage, tentano di depistare le indagini, al fine di
poter usufruire del bene strumentale per il quale hanno ucciso. Non
si costituiscono e quasi mai si suicidano, soprattutto se sono
adolescenti, anche perché solitamente ancora non elaborano
completamente il senso di colpa e la gravità del reato commesso. Al
momento in cui vengono catturati tendono a dichiararsi innocenti
almeno nei primi momenti per poi crollare e raccontare lucidamente
l’accaduto senza la benché minima emozione (es. De Nardo e Maso).
In questa categoria, che è composta solitamente da figli che
uccidono i genitori, l’età media è molto bassa ed è possibile
dire che di solito trattasi di family mass murderer adolescenti,
tardo adolescenti, che comunque vivono ancora all’interno della
famiglia di origine, difficilmente si possono considerare adulti
anche se l’età anagrafica ne attesta il contrario. (Rif.
Bibliografico “Profili criminali e psicopatologici del reo” cap.
I family mass murderer di Enrico Delli Compagni- Maggioli Editore)
Dott. Enrico Delli
Compagni
- Psicologo clinico e forense - Direttore
Comunità Educativa "SIRENA"
Giudice Esperto presso il
Tribunale di Sorveglianza di L'Aquila
Consulente e docente
CE.S.CR.IN (Centro studi Criminalistici Criminologici
Investigativi)
Socio S.I.C. (Società Italiana di
Criminologia) - Iscritto all’Albo dei Periti del Tribunale di
Teramo