domenica 30 dicembre 2012

INIZIATIVE E CONVEGNI CESCRIN 2013

PRIMO ANNUNCIO - Corso LIASC (Logica Investigativa e Analisi Sistemica Criminale
nelle città di Ancona, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Pescara, Roma, Torino).
Ente Organizzatore: CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale)
Inizio del Corso MARZO 2013, termine del Corso MAGGIO 2013.
Il Corso  prevede in ogni città SEI incontri  di CINQUE ore l'uno: 30 ORE DI LEZIONE.
Testi e dispense forniti dal CESCRIN. Studio ed analisi di casi reali.

Responsabile didattico e tecnico del Corso LIASC è il prof. Carmelo Lavorino direttore del CESCRIN, criminologo, criminalista, investigatore criminale, profiler, analista della scena del crimine.

LIASC=> La Logica Investigativa e Analisi Sistemica Criminale è:
- l'arte, la scienza e la tecnica del pensiero investigativo;
- la logica dell'investigazione criminale per l'ottimizzazione del risultato finale inteso (a) come l'individuazione del soggetto ignoto autore del crimine, (b) come l'individuazione e la definizione di elementi utili al supporto o alla confutazione di una tesi investigativa;
- le fasi del Metodo MOCCI (Modello Organizzativo Criminalistico Criminologico Investigativo (o Metodo Lavorino));
- l'analisi  e l'interpretazione sistemiche degli indicatori del crimine, del modus operandi e delle scene del crimine;
- lo strumento del Criminal Profiling, del Modello delle 7 ESSE e del CSIA (Crime Scene Investigation & Analysis);
- l'individuazione, la definizione e l'analisi sistemica degli indicatori concettuali del crimine;
- l'applicazione delle Matrici Superiori di Analisi Criminale (MACREV, MALMEV, TAPEC, MOCO).


mercoledì 19 dicembre 2012

IL RAPIMENTO DI LERICI


RAPIMENTO IN SEGUITO A RAPINA
Il sequestro di Andrea Calevo deve essere interpretato tramite l'analisi del modus operandi, della dinamica dei fatti, degli indicatori del crimine “rapimento in seguito a rapina“ e della vittimologia.
Il modus operandi fa ritenere che si tratta di una rapina pianificata e premeditata, sfociata in un sequestro lampo attuato per ottenere benefici di due tipi (1) il contenuto delle casseforti di altri appartamenti della famiglia Calevo più altri beni di immediata acquisizione, dopo avere rapinato il contenuto della cassaforte in casa, (2) un eventuale e successivo versamento di contanti tramite richiesta di riscatto.
Il comportamento del commando è quello di un gruppo criminale organizzato, controllato, coordinato, deciso, risoluto, efficiente e professionale, con tempo e mezzi a disposizione. Però nell'azione esecutiva non quadrano tre aspetti: 1) non avere impedito l'allarme dato dalla madre di Calevo (immobilizzata durante il blitz intrusivo) e quindi non avere impedito l'immediato blocco dei beni della famiglia; 2) non avere incendiato la macchina del rapito, ma di averla soltanto fatta precipitare nel fiume Magra; 3) avere lasciato tracce di sé del tipo visivo, descrittivo, fonico, comportamentale e, probabilmente, biologiche, dattiloscopiche e telematiche.
La pianificazione dei rapitori, però, perde la professionalità per quanto riguarda le modalità di richiesta del riscatto (tramite lettera), il silenzio telefonico fra i complici del sequestro, il non avere studiato le tracce mnestiche telematiche, alcunedecisoni estemporanee (indicatori di scarsa "perizia criminale").


Un "SEQUESTRO ORGANIZZATO POST RAPINA" del genere ha bisogno dei seguenti sette elementi-requisiti:

1 - la certezza che i valori esistano realmente, una buona probabilità che l'azione valga la candela, che i valori vengano realmente rapinati e che il riscatto venga successivamente pagato; l'allarme dato dalla madre ha inficiato il pagamento del riscatto, tale allarme era facilmente prevedibile;
2 - la disponibilità dei soldi di immediata acquisizione e quella successiva del riscatto e/o di altri beni per esaudire le richieste dei rapitori; anche in tal caso dobbiamo ritenere che l'allarme dato dalla madre abbia impedito la seconda “rata“ di sicuro pagamento;
3 - la richiesta di non allertare le Forze dell’Ordine e l'immediata comunicazione ai familiari che si tratta di un sequestro a scopo di estorsione e quindi di comportarsi di conseguenza, proprio per evitare l’immediato blocco dei beni; questo non è accaduto;
4 - la distruzione degli strumenti esecutivi del rapimento; invece la macchina del sequestrato usata dai rapitori non è stata distrutta;
5 - prevedere, organizzare, coordinare e gestire i contatti; tali contatti sono ormai difficilissimi;
6 - prevedere e organizzare il luogo di custodia dell’ostaggio, come raggiungerlo, con cosa e chi, le auto-sicurezze relative;
7 - pianificare tutto: le fasi, il luogo, i tragitti, i tempi e i modi del pagamento del riscatto.
Come emerge, gli elementi 1, 2, 3, 4 e 5 sono assenti e/o contraddittori e, di fatto, annullano il requisito della premeditazione del rapimento oppure la "professionalità criminale" dei rapitori.

LE IPOTESI SONO TRE:
  1. il rapimento è stata una scelta estemporanea, immediata e non pianificata, al che i delinquenti sono stati costretti a gestire una situazione non prevista; successivamente, qualcosa è andata storta (Andrea Calevo ha reagito, si è ribellato, ha tentato la fuga, ha riconosciuto qualcuno dei rapitori, ha compreso l'identità del basista) e si è verificata l'aggressione fisica all'ostaggio stesso, divenuto ormai solo un pericolo e un peso;
  2. sono stati programmati sia la rapina che il rapimento, ma non la gestione del rapito e dei contatti per la seconda fase del piano se non in modo dilettantesco; in questo scenario possono annidarsi progetti ritorsivi, di vendetta e di altra tipologia che possono essere dedotti solo dalla vittimologia totale, dalle sue frequentazioni a rischio, da debiti non pagati;
  3. ci si trova di fronte a una montatura dove rapitori, registi, basisti e vittime rivestono ruoli complessi da chiarire.

lunedì 17 dicembre 2012

La strage nella Sandy Hook Elementary School di Newtown

Adam Lanza è un "mass murderer-spree killer", uno stragista ossessivo compulsivo che in poche ore ha attuato un progetto di distruzione e di morte altrui e propria: il massacro nella scuola.
Soggetti del genere sono persone problematiche, inadeguate, perdenti, con un passato di inquietitudine, frustrazioni e chiusure sociali. Persone solitarie, asociali e piene di contraddizioni, che per arrivare a commettere tali crimini vivono e si sentono prive di attenzioni e di considerazione, sono frustrate, in preda alla rabbia distruttiva e incapaci di colloquiare.
Il momento zero – o acting out – si verifica, o meglio esplode, quando il soggetto entra nel corto circuito del loop senza uscita, in un vortice di stress, problemi e frustrazioni.

La chiave della strage è nelle scene del crimine e nella vittimologia.
Due le scene del crimine: la casa e la scuola; tre i tipi di vittime: la madre, il personale scolastico e gli scolaretti della madre. E infine se stesso, come accade quasi sempre ai mass murderers.
Le scene del crimine e le vittime sono legate da un intreccio creato dalle frustrazioni subite dal killer nel corso degli anni, dalla professione della madre e dal culto che la stessa aveva delle armi, dalle difficoltà che da figlio aveva nelle relazioni con la madre, con il personale della scuola e con la scuola della madre, dai sentimenti di invidia, gelosia e odio che nutriva verso i bambini della scuola in cui la madre operava e prestava le sue attenzioni, dall'indubbio effetto criminogeno delle armi da fuoco con le quali viveva e colloquiava.
La madre è la vittima primaria quale essere odiato e da eliminare: inizio della propria vendetta, uccisa dopo l'ennesimo litigio e l'esplosione della rabbia distruttiva, con un messaggio forte e chiaro: "Resterai nella nostra casa, laddove appartieni, mentre io andrò a distruggere quel tuo mondo per cui hai le attenzioni che sottrai a me, tuo figlio". Ed è indicatore di disprezzo e di volontà, sia di annichilimento della persona che dell'immagine femminile (quindi deumanizzarla e non riconoscerla come madre), l'avere esploso il colpo in faccia: uno solo, devastante, lacerante e dissacrante!
Le maestre sono le vittime strumentali, abbattute per arrivare all'obiettivo finale, i bambini, anche se si ritiene che alcune di loro fossero i veri obiettivi. A mio avviso la lite del giorno prima col personale scolastico è stata la scintilla finale che ha unificato ed attivato tutti i sensori dell'omicidio, già pronti a esplodere. Adam aveva fantasticato da mesi la strage contro i bambini, inconsciamente la cullava e la perfezionava: la ruminava e la nutriva: poi, quando si sono amalgamati situazioni, circostanze, comportamenti, stato psichico e cause di stress HA COLPITO INESORABILMENTE!
I bambini sono i reali obiettivi del killer che, nella sua mente distorta, uccide per gelosia, invidia, vendetta e per dispetto; per odio accumulato e sedimentato perché oggetto delle attenzioni materne; per distruggere "l'oggetto" di attenzione della madre odiata; per colpire la dolcezza, l'innocenza e la freschezza dei bambini e tutto ciò che rappresentano: la felicità, la serenità, la continuazione della vita, il futuro.

L'eliminazione totale del bene più prezioso
Adam Lanza ha deciso di togliere alla madre ed alla scuola quello che avevano di più prezioso: i bambini e la vita.
Nella scuola di Newtown le vittime non sono state casuali, sono la rappresentazione di un dramma scritto da Adam e dalla madre, giudicata e condannata ad essere uccisa con esecuzione fredda, dissacrante e determinata: le vittime sono i bambini, la loro innocenza che Adam non aveva più, le loro famiglie e la felicità familiare prima del Natale.
Uccidendo i bambini Adam ha ucciso se stesso, ha privato la madre di sé e dei bambini ma solo dopo averla "disattivata": prima ha privato i bambini della propria madre e loro maestra, poi ha ucciso i bambini ormai "orfani" della sua vittima, bambini "simbolo e causa" della sua sconfitta agli occhi della madre ed ai propri, poi si è "immolato": questo è il loop infernale e allucinante della vendetta di Adam, folle stragista, mosso dall'istinto di morte che si era impadronito di lui!

Modus operandi e firma del killer
Il modus operandi di Adam Lanza si è dimostrato efficiente e pianificato in tutte le sue fasi: dall'acquisizione delle armi al loro trasporto, al percorso viario, agli atti critici ed alle azioni strategiche e tattiche.
Le numerose pallottole esplose contro i corpicini ormai privi di vita e l'uccisione del tipo "Li prenderemo uno ad uno, uno dopo l'altro" sono i chiarissimi indicatori della sua rabbia distruttiva e della sua azione "oltre la morte". Sono il suo messaggio e parte della sua firma, sono il suo over killing, frammento sintomatico di bisogni intimi distruttivi da gratificare ed esaudire.
Quello che sconcerta nella strage della scuola del Connecticut è stata la facilità con la quale Adam Lanza abbia potuto mettere in atto il folle piano stragista all'interno della scuola, cioè, arrivare a scuola armato del fucile, della pistola Glock e della rivoltella Sig Sauer, iniziare la carneficina a gradi e fasi, senza essere notato o bloccato prima dai controlli sociali attorno alla scuola, poi da quelli all'interno della scuola.

domenica 16 dicembre 2012

DetectiveCrime NEWS

STRAGE SCUOLA USA: un mass killer/murderer organizzato e pianificatore, atipico, traboccante d'odio, di disprezzo e di vendetta ...

AVETRANA OMICIDIO SARAH SCAZZI: Michele Misseri e il settimo scenario ...

LO STRAGISTA GIOVANNI VANTAGGIATO: ... ma quale incapacità d'intendere e di volere ? ... più organizzato, consapevole e lucido esecutore di lui dove lo trovi?