giovedì 27 febbraio 2014

Via Poma - Un po' d'umiltà da parte degli Inquirenti...

   Come dico da anni Raniero Busco non c'entra nulla con l'omicidio di Simonetta Cesaroni: è stato l'ultimo svarione congetturale-investigativo-logico dell'inchiesta: una serie di strafalcioni iniziati con NON avere preso le temperature cadaveriche ed ambientali, continuata col non accorgersi che l'assassino ha colpito diverse volte la vittima con la mano sinistra e protrattasi con altre "prodezze".
    Nel 1993 scrissi che il sangue sul telefono era dell'assassino, sangue gruppo A dqalfa4/4, mentre il PM dell'epoca si era abbarbicato sull'apoditticità che fosse sangue gruppo 0, quindi di Simonetta Cesaroni. La sentenza della Corte d'Appello mi ha dato ragione, la Cassazione non ha smentito il mio enunciato.
    Scrissi anche che l'assassino era un soggetto mancino, un territoriale, da ricercare fra il portierato e l'ufficio dove lavorava Simonetta.
    Poi ho indicato che il soggetto che ha cancellato le tracce e messo a posto la scena del delitto era a conoscenza  che il  tagliacarte arma del delitto apparteneva alla scrivania della dipendente Maria Luisa Sibilia, ma che non sapeva che alle ore 11 quel tagliacarte era stato smarrito tanto che la Sibilia lo aveva cercato.. quindi ...
    Ho anche scritto che il corpetto di pizzo è stato poggiato e disposto sul ventre di Simonetta non dall'assassino, ma da chi lo ha aiutato a fare le pulizie. Un atto di pietas, di negazione psichica, di accomodamento.
    Ed ancora: omicidio per rifiuto, rabbia distruttiva, il tutto per sanare una terribile ferita narcisistica; omicidio iniziato con uno schiaffo circolare alla tempia destra di Simonetta sferrato proprio con la mano sinistra, continuato punendo istintivamente le quattro zone del corpo della vittima: volto=bellezza; gola e petto=vita; ventre=maternità; pube=sessualità.
    Inganno strutturale, errore di presupposto, cronologie analizzare e interpretare!
   Consiglio agli Inquirenti di andare a guardarsi - con mente fredda, analitica, priva di emozioni e coinvolgimenti personali, di casta e ideologici - quanto ho scritto sul delitto di Via Poma e sul profilo dell'assassino e la questione del sangue sul telefono: bastano solo un po' d'umiltà e la volontà di risolvere il caso per motivi istituzionali ed etici.
   Consiglio ai "Giornalisti Investigativi di smetterla di accodarsi alle ipotesi degli Inquirenti e di ragionare con la propria materia grigia senza pensare al "pezzo", ma a districare il groviglio dell'enigma.

domenica 19 gennaio 2014

International Police Association

"Criminalità giovanile. Influenze famigliari, ambientali e culturali. Problemi e possibili rimedi"
 
Sabato 25 Gennaio 2014 - Ore 9.00 - 13.00
 
Villa Spada - Centro logistico Guardia di Finanza - Via Castiglion Fiorentino, 50 (altezza Via Salaria km 10,400) 

giovedì 12 dicembre 2013

Omicidio Samantha Fava: il 3 marzo inizia il processo contro Tonino Cianfarani

Samantha Fava è stata prima colpita con calci e pugni al volto, poi strangolata, infine composta, trasportata e occultatata.
Ad esiti pervenuti degli accertamenti tecnici disposti dal Pm dott. Alfredo Mattei, ai quali abbiamo unito i risultati delle nostre indagini difensive, fra cui l'analisi criminalistica e tridimensionale del luogo del rinvenimento del corpo della vittima, una valutazione psicologica della vittima e diverse considerazioni criminologiche e investigative, fra cui elementi di criminal profiling e l'individuazione del movente, dell'intento primario, del contesto, della metodica criminoesecutiva e del modus operandi, riteniamo che siano emerse tracce di un'azione aggressiva sulla vittima, tipo colpi al volto tali da produrre fratture nasali, seguite da azioni di omicidio premeditato tramite strangolamento.
Trattasi quindi di azione di aggressione violenta seguita da omicidio premeditato per autosicurezza, tacitazione testimoniale e volontà di eliminare il testimone della propria violenza fisica, il tutto culminato nell'abile opera di occultamento del cadavere. Modus operandi organizzato, tecnica criminale valida e meticolosa.
Allora non serviranno i voli pindarici, i deragliamenti, i silenzi, le mezze verità, i vagheggi e i sofismi di chi è accusato dell'omicidio della povera Samantha.
Naturalmente l'avv. Eduardo Rotondi, incaricato dalla madre e dalla sorella della vittima, imposterà la linea, la strategia e la tattica processuali e noi del pool tecnico-investigativo collaboreremo in tal senso (come già è avvenuto in altre occasioni).
Prof. Carmelo Lavorino
Dott. Enrico Delli Compagni 
 
Due vedute del luogo del rinvenimento del corpo di Samantha Fava
 



Enrico Delli Compagni

Eduardo Rotondi e Carmelo Lavorino

Una fase del sopralluogo
 

lunedì 2 dicembre 2013

OMICIDIO KATIA TONDI: SANGUE SULLA TENDA ... la montagna ha partorito un ridicolo topolino!!!

OMICIDIO KATIA TONDI: SANGUE SULLA TENDA ... la montagna ha partorito un ridicolo topolino!!!

Il sangue sulla tenda repertato il 4 novembre 2013 nell'appartamento dove il 20 luglio è stata uccisa Katia Tondi ... NON c'era il 20 luglio, il 6 agosto e il 23 settembre: quindi, non ha alcuna connessione con l'omicidio!!!
LEGGERE IL CONTRIBUTO
SANGUE SULLA TENDA

giovedì 17 ottobre 2013

La prova del DNA ha dimostrato che il piccolo Giovanni è figlio di Emilio Lavoretano: crolla un'altra insinuazione MOLTO STRANA...


La Difesa di Emilio LAVORETANO ha chiesto a Emilio di anticipare la prova del DNA per dimostrare al 100% che il piccolo Giovanni è suo figlio (ne eravamo sicuri al 100%). Lo abbiamo fatto tramite un laboratorio privato: la prova ha dato il seguente risultato: PATERNITA' ATTRIBUITA.
Questo con buona pace del "supertestimone" (sic!!!) e/o di chiunque abbia  insinuato che il  piccolo Giovanni non sia figlio della meravigliosa e splendida Katia Tondi, moglie seria, bella e fedelissima del sig. Emilio Lavoretano, marito sicuramente innocente.
Questo risultato fa crollare qualunque movente sia stato ipotizzato abbia potuto muovere il pacifico Emilio contro la sua amatissima moglie e, sommessamente, indica di attenzionare il "supertestimone" per ovvie ragioni.
Ora dedichiamoci alla caccia al vero assassino ed al vero movente.
Prof. Carmelo Lavorino


Il profilo dell'assassino a livello comportamentale, ideativo, immaginifico, creativo, emotivo, espressivo e comunicativo appare coincidere - guarda caso - con quello del "supertestimone" che  avrebbe dichiarato che Emilio Lavoretano non è il padre del bambino: che coincidenza ... ce lo aspettavamo da tempo!
Bene hanno fatto gli inquirenti a disporre la prova del Dna, così questo "supertestimone" è stato sbugiardato e, finalmente, sarà "attenzionato" ...

venerdì 4 ottobre 2013

Criminal Profiling dell'assassino di Katia

 IL PROFILO LOGICO INVESTIGATIVO ESECUTIVO DELL'ASSASSINO

" ... L’omicidio viene agito esattamente un anno dopo la scadenza per proporre opposizione al matrimonio, termine del 19 luglio. Il SI-Offender agisce esattamente un anno dopo, dopo avere ruminato la ferita narcisistica ed avere lentamente fantasticato, immaginato, cullato e deciso la vendetta contro la coppia..."
 
 







L’arma del delitto, un mezzo costrittorio per strangolare, è venuta col SI e con lo stesso è scomparsa.
Il SI organizzato prepara il piano d’attesa, d’intrusione, di aggressione e di fuga: però, fra attacco e fuga mette in essere gli atti di matrice psicologica quali soqquadro della camera matrimoniale e distruzione dei biglietti d'auguri per il matrimonio, predazione della fede nuziale con incisi il nome del marito e la data del matrimonio, messa in posa del cadavere, composizione della scena, undoing (disfacimento del crimine e ruminazione), contemplazione e godimento dell'opera, messaggio di sfida, di disprezzo e di accomodamento finale..."