COMUNICATO
STAMPA “CRITICO ASPRAMENTE L'ARTICOLO DEL SETTIMANALE GIALLO
SULL'OMICIDIO MARIO PICCOLINO, DENUNCIO LA
SCONCERTANTE OPERAZIONE DI STRAVOLGIMENTO DELLA REALTÀ DEI FATTI, MI
RISERVO DI AGIRE LEGALMENTE, DICHIARO CHE LA CONSULENTE E IL LEGALE
DEL COMUNE DI FORMIA AVREBBERO
DOVUTO DIMETTERSI DALL'INCARICO E SOPRATTUTTO CHIEDERE SCUSA A
MOLTI...”
Critico
aspramente il settimanale GIALLO nelle persone del direttore
responsabile, del caporedattore e della giornalista autrice
dell'articolo "IL KILLER GUARDAVA MARIO NEGLI OCCHI" (pag.
56-57, nr 26 Anno III, articolo sull'omicidio in Formia dell'avvocato
Mario Piccolino accaduto il 29.5.2015) per il contenuto omissivo
alterante della realtà dei fatti e la d.ssa Immacolata Giuliani
che enuncia
le mie dichiarazioni sul caso come se fossero le sue
attribuendo a se stessa deduzioni, conclusioni e meriti certamente
non suoi ma SOLO del sottoscritto ed evita, inoltre, di ammettere che
io avevo ragione e lei torto. Articolo che (1) OMETTE DI INFORMARE
L'OPINIONE PUBBLICA che sin dall'inizio dichiarai con motivazioni
logiche, tecniche e scientifiche che non si trattava di killer
professionista, né di sicario e omicidio di camorra, ma omicidio con
movente del tipo personale, emozionale ed espressivo, pur essendo
perfettamente a conoscenza di tutte le mie dichiarazioni e delle mie
posizioni sul caso; (2) presenta la d.ssa Giuliani e
l'avvocato Mattia Aprea legale del Comune di Formia come
"bocca della verità", stravolgendo la realtà dei fatti,
ossia le loro reali dichiarazioni e opinioni, che si trattava di
“omicidio, killer e contesto di camorra” e che quindi io mi
sbagliavo, dichiarazioni e opinioni dei due suddetti rivelatesi
completamente erronee; (3) STRAVOLGE
LA VERITÀ DEI FATTI col seguente occhiello A GROSSI CARATTERI,
carpendo mie parole per metterle illogicamente e falsamente in bocca
alla suddetta d.ssa Giuliani così come di seguito: "Dice la
criminologa Imma Giuliani, che ha seguito il caso: "L'omicida ha
agito per motivi personali, accecato dal rancore per avere perso una
lunga battaglia legale...".
LA VERITÀ INVECE È UN'ALTRA ED È NOTA: subito dopo l'uccisione dell'avvocato Piccolino, mentre la maggior parte dei media basandosi su dichiarazioni di "addetti ai lavori" gridava all'omicidio commesso da un killer professionista della camorra, così formando l'icona del martire e dell'eroe, IL SOTTOSCRITTO RILASCIAVA LA SEGUENTE DICHIARAZIONE RIPRESA DAI MEDIA fra cui www.temporeale.info e www.golfotv.it “Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".
LA VERITÀ INVECE È UN'ALTRA ED È NOTA: subito dopo l'uccisione dell'avvocato Piccolino, mentre la maggior parte dei media basandosi su dichiarazioni di "addetti ai lavori" gridava all'omicidio commesso da un killer professionista della camorra, così formando l'icona del martire e dell'eroe, IL SOTTOSCRITTO RILASCIAVA LA SEGUENTE DICHIARAZIONE RIPRESA DAI MEDIA fra cui www.temporeale.info e www.golfotv.it “Considerati il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori, fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone per un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena".
Alle
dichiarazioni del sottoscritto la d.ssa Giuliani così
apoditticamente replicava: "Il modus operandi dell’omicidio
dell’avvocato Mario Piccolino ha chiari elementi che rafforzano
l’ipotesi di una vendetta maturata negli ambienti della criminalità
organizzata per eliminare un paladino della giustizia che operava in
maniera concreta e operativa contro ogni forma di illegalità nel sud
pontino. L’ipotesi viene rafforzata se si considerano le pregresse
aggressioni che il legale aveva subito in passato, di chiara matrice
di apparenze delinquenziale. Infatti nel 2009 era stato aggredito nel
suo studio a colpi di cric sulla testa, vicenda per la quale era
finito indagato un esponente della criminalità locale, appartenente
a una nota famiglia camorristica. Dopo tre anni ignoti scaricarono
teste di pesce davanti al suo studio. Non è da trascurare la
modalità della prima aggressione che riprende in maniera evidente il
modus operandi che ha provocato la morte di Piccolino: colpire alla
testa è una modalità di esecuzione caratteristica degli ambienti
malavitosi e terroristici."
INOLTRE
LA D.SSA GIULIANI, ATTINGENDO LE MIE DICHIARAZIONI ED ANALISI, MA AL
CONTEMPO NON POTENDO DEL TUTTO SMENTIRE SE STESSA, RILASCIAVA ANCHE
LA SEGUENTE DICHIARAZIONE: "Il modus operandi dimostra tutta la
denigrazione e il disprezzo che il killer provava nei confronti della
vittima. Considerata la modalità di intrusione presso lo studio di
Piccolino si evidenzia che il killer non sembra essere ancora
affiliato completamente all’organizzazione e che questo assassinio
abbia compiuto un rito di passaggio in cui egli oggi può essere
attivamente colluso con le attività criminali della zona”.
I
MEDIA ANTICIPAVANO LE DICHIARAZIONI DELLA D.SSA GIULIANI CON LE
SEGUENTI PREFAZIONI: "L’amministrazione comunale di Formia ha
deciso di costituirsi parte civile nell’eventuale processo che si
terrà contro il colpevole dell’omicidio di Mario
Piccolino, nominando
l’avvocato
Mattia Aprea, che
è ancora consigliere comunale di maggioranza. E per questo ha anche
scelto in qualità di perito la criminologa Immacolata
Giuliani per
poter seguire, domani mattina, l’esame autoptico sul corpo del
legale, assassinato venerdì pomeriggio con un colpo di pistola al
volto. L’autopsia avrà inizio alle ore 10,30 presso l’Ospedale
di Cassino." e "Un omicidio su commissione, compiuto da un
sicario non ancora affiliato al clan come prova di iniziazione. Ma
soprattutto per inviare un messaggio chiaro all’amministrazione
comunale di Formia. E’ questo il filone di indagine più
accreditato sul quale stanno lavorando gli investigatori della
Direzione Distrettuale Antimafia di Roma".
IL SOTTOSCRITTO COSÌ REPLICAVA ALLE APODITTICHE CONCLUSIONI DELLA D.SSA GIULIANI E ALL'ENTOURAGE: “Ho il sospetto che da quando ho dichiarato che il killer di Mario Piccolino non è un professionista, si è formato per volontà "divinatoria" un gruppo spontaneo che, per motivi di pregiudizio e di scuderia, ha prodotto dichiarazioni contraddittorie. Difatti, prima ha voluto il killer "professionista commissionato dalla camorra per motivi di camorra", poi il "killer alle prime armi" sempre incaricato dalla camorra; successivamente il killer professionista e basta, ora, dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata". Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte? E perché mai un assassino che colpisce la testa della vittima posta di fronte e vicina, deve essere definito "professionista dell'omicidio"? Solo perché ha avuto "il coraggio" di puntare l'arma a quasi contatto con la fronte della vittima? Ma si conosce la regola che è vietato e pericoloso avvicinare la pistola alla vittima...addirittura con un testimone amico della vittima che può intervenire? Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo."
CONCLUDO:
A)
DENUNCIANDO LA SCONCERTANTE OPERAZIONE DI STRAVOLGIMENTO DELLA
REALTÀ DEI FATTI E DEI MERITI E DI DISCONOSCIMENTO DELLA
PROFESSIONALITÀ DEL SOTTOSCRITTO;
B)
RISERVANDOMI DI AGIRE LEGALMENTE E DI CHIEDERE L'INTERVENTO DELLA
MAGISTRATURA,
DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI, DELL'ORDINE
DEGLI AVVOCATI
E DELL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI;
C)
DICHIARANDO CHE LA CONSULENTE E IL LEGALE AVREBBERO
DOVUTO DIMETTERSI DALL'INCARICO E SOPRATTUTTO CHIEDERE SCUSA AL
SOTTOSCRITTO, AL SINDACO, ALL'AMMINISTRAZIONE ED ALLA CITTADINANZA DI
FORMIA, AL SUD PONTINO, AL COMUNE DI GAETA ED AL SUO SINDACO DOTT.
MITRANO, OLTRE ALLE PERSONALITÀ FAGOCITATE DALLE SUDDETTE
DICHIARAZIONI QUALI IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO NICOLA
ZINGARETTI ED ALLO SCRITTORE ROBERTO SAVIANO PER TUTTE LE
DICHIARAZIONI APODITTICHE E ANTISCIENTIFICHE RILASCIATE.
Tutte
le mie dichiarazioni sull'omicidio di Mario Piccolino sono
consultabili in detcrime.blogspot.it e www.carmelolavorino.com
In
fede. Prof.
Carmelo Lavorino 27 giugno 2015
Su www.golfotv.it una mia intervista sull'omicidio di Mario Piccolino
FINITE LE SCENEGGIATE E LE SFILATE, RISTABILITA LA VERITÀ
Pubblico
quattro miei comunicati sull'omicidio dell'avv. Mario Piccolino dove
ho sempre sostenuto e spiegato che si trattava di un killer NON
professionista ma di un dilettante, di un omicidio non malavitoso e
di una vendetta personale: TECNICA DEL CRIMINAL PROFILING. I
comunicati sono del 16 giugno, il giorno della cattura di Michele
Rossi, del 30 maggio, del 1° e del 2 giugno 2015.
Molti
sapientoni, intelligentoni e "investigatori" di primo e
ultimo pelo insorsero contro i miei argomenti, tanto che "convinsero"
il Comune di Formia a costituirsi parte civile nell'incardinando
processo contro l'assassino "SICURAMENTE KILLER DELLA CAMORRA"
(!!!???) quando sarebbe stato catturato, a organizzare dimostrazioni
pubbliche infangando ancora una volta il Sud Pontino parlando di
camorra, di uccisione politica e messaggio al Sindaco ed
all'Amministrazione Comunale ecc. ecc. Addirittura sono state
propalate ad arte le seguenti favolette per il "popolino":
FAVOLA
1: "killer professionista commissionato dalla camorra per
motivi di camorra";
FAVOLA
2: "killer alle prime armi sempre incaricato dalla camorra";
FAVOLA
3: "killer professionista";
FAVOLA
4 dulcis in fundo: "killer con mano ferma, decisa, precisa e
determinata perché non ha sbagliato bersaglio, perché ha colpito da
distanza ravvicinata".
MORALE
DELLA FAVOLA: ATTIVARE IL CERVELLO PRIMA DI SCRIVERE E DI PARLARE,
COLLEGARE MENTE, MANI, PENNA E TASTIERA...PENSARE ANCORA E POI
SCRIVERE!
Invito
a controllare il profilo dell'uomo catturato e indicato come
l'assassino di Mario Piccolino con quello che tracciai a suo tempo,
quando in moltissimi gracchiavano e strombazzavano "OMICIDIO DI
CAMORA / KILLER PROFESSIONISTA".
Prof. Carmelo Lavorino Criminologo Criminalista Profiler – Crime Scene Analyst
Direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale)
OMICIDIO
MARIO PICCOLINO
Comunicato
del 16 giugno 201, giorno della cattura di Michele Rossi
La
tecnica/arte del Criminale Profiling è scienza, strumento
investigativo e logica. Se si parte da pregiudizi, da emozioni e
coinvolgimenti personali, ambientali, ideologici e d'interesse
personale SI SBAGLIA. Il profilo si traccia studiando con freddezza
il modus operandi, la scena del crimine e i luoghi, la vittimologia,
i movimenti del soggetto ignoto e i rischi corsi, l'arma del delitto,
le vie di fuga, lo stile, i livelli criminali ...ed altro!
Attaccare
il somaro dove vuole il padrone è un errore che il profiler non deve
assolutamente fare, ma per fare questo deve essere freddo, non
coinvolto, distaccato, analitico e osservatore.
Ho spiegato per tre volte perché NON ERA UN KILLER PROFESSIONISTA, fra poco pubblico quello che scrissi e dichiarai quando IL CUORE, LA MENTE E GLI INTERESSI IDEOLOGICI AMBIENTALI E INFORMATIVI VOLEVANO IL KILLER PROFESSIONISTA DELLA CAMORRA.
Ho spiegato per tre volte perché NON ERA UN KILLER PROFESSIONISTA, fra poco pubblico quello che scrissi e dichiarai quando IL CUORE, LA MENTE E GLI INTERESSI IDEOLOGICI AMBIENTALI E INFORMATIVI VOLEVANO IL KILLER PROFESSIONISTA DELLA CAMORRA.
Omnia
munda mundi.
Mizu
no kokoro, tsuki no kokoro (la Mente come l'acqua, la Mente come la
luna).
OMICIDIO
MARCO PICCOLINO – Comunicato del 30 maggio 2015
Considerati
il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino
non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo
personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori,
fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche,
dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO
alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di
vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone
oculare depone per un killer non professionista che ha come unico
obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un
killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del
killer è del tipo "ti
raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte
(annichilimento totale) e chiudo la scena".
OMICIDIO MARIO PICCOLINO: NON PARLIAMO DI KILLER PROFESSIONISTA
Comunicato
del 1° giugno 2015
Ho
letto che il killer sarebbe un professionista perché ha esploso un
colpo solo dall'alto verso il basso facendo inginocchiare la vittima
(come nel film Gomorra). Attenzione: il killer professionista (nella
fattispecie sarebbe un itinerante) non lascia tracce di sé, esplode
il colpo di grazia, elimina i testimoni, si traveste, si mimetizza,
non si fa notare e tanto meno descrivere; e studia la via di fuga per
farla franca.
Il killer di Mario Piccolino si è comportato da perfetto dilettante, quindi non è un professionista: tertium non datur!
Il killer di Mario Piccolino si è comportato da perfetto dilettante, quindi non è un professionista: tertium non datur!
Come
mai un colpo dall'alto verso il basso nonostante l'assassino sia
stato descritto basso e la vittima invece era alta e nonostante non
vi sia stato nessun inginocchiamento? Come mai una linea di sparo
anomala e contraria alla logica delle cose e delle descrizioni?
È
ovvio, per chi s'intende di omicidi e di balistica, che fra
aggressore e vittima si è svolta la c.d."interazione dinamica
omicidiaria" ed è palese che non vi è stato alcun
"inginocchiamento forzato alla Gomorra per umiliare la vittima".
Trattasi di dinamiche naturali e complesse!
Un
colpo solo alla fronte con un proiettile di piccolo calibro? È un
gesto omicidiario altamente simbolico e significativo della volontà
di sbarazzarsi di una persona odiata esploso da un dilettante e non
da un professionista. Il professionista esplode il colpo di grazia
cosa che nella fattispecie non è accaduta, specialmente se il
calibro è piccolo
OMICIDIO
PICCOLINO: NON CREDO ALLA MANO FERMA E DECISA DEL KILLER
PROFESSIONISTA CHE SPARA A DISTANZA RAVVICINATA – Comunicato del 2
giugno 2015
Ho
il sospetto che da quando ho dichiarato che il killer di Mario
Piccolino non è un professionista, si è formato per volontà
"divinatoria" un gruppo spontaneo che, per motivi di
pregiudizio e di scuderia, ha prodotto dichiarazioni contraddittorie.
Difatti, prima ha voluto il killer "professionista commissionato
dalla camorra per motivi di camorra", poi il "killer alle
prime armi" sempre incaricato dalla camorra; successivamente il
killer professionista e basta, ora, dulcis in fundo: "killer con
mano ferma, decisa, precisa e determinata perché non ha sbagliato
bersaglio, perché ha colpito da distanza ravvicinata".
Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte?
Mi chiedo: ma come si fa a dire che la mano che ha sparato è ferma e decisa? Non si tratta certamente della ferita di un colpo di pugnale, dove si può valutare se la mano è ferma o tremante, se il colpo è stato sferrato con forza e determinazione, oppure con indecisione e braccio non fermo e contratto. E poi, se il colpo è stato esploso a 5 cm dalla fronte come faceva l'assassino a sbagliare, visto che era intenzionato a uccidere con quella pistola puntata alla fronte?
E
perché mai un assassino che colpisce la testa della vittima posta di
fronte e vicina, deve essere definito "professionista
dell'omicidio"? Solo perché ha avuto "il coraggio" di
puntare l'arma a quasi contatto con la fronte della vittima? Ma si
conosce la regola che è vietato e pericoloso avvicinare la pistola
alla vittima...addirittura con un testimone amico della vittima che
può intervenire?
Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo. L'ho spiegato diverse volte e lo ribadisco, ripetita juvant: 1) il killer ha lasciato proprie tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive che senza ombra di dubbio lo incastreranno; e un professionista queste cose non le fa; 2) il colpo UNICO alla fronte a distanza ravvicinata è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; manca il colpo di grazia: un killer professionista queste cose non le fa; 3) l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone x un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; 4) il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena"; 5) un killer professionista non lascia il testimone visivo dell'omicidio in vita, lo elimina, inoltre si traveste, si travisa.
Il killer ha sparato ed ha ucciso perché doveva e voleva farlo, perché era vicino al bersaglio, ma non per questo è uno specialista dell'omicidio a pagamento, un killer di professione, uno specialista del colpo singolo. L'ho spiegato diverse volte e lo ribadisco, ripetita juvant: 1) il killer ha lasciato proprie tracce biologiche, dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive che senza ombra di dubbio lo incastreranno; e un professionista queste cose non le fa; 2) il colpo UNICO alla fronte a distanza ravvicinata è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di vendetta intima e di rancore; manca il colpo di grazia: un killer professionista queste cose non le fa; 3) l'avere lasciato vivo il testimone oculare depone x un killer non professionista che ha come unico obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; 4) il messaggio simbolico e di disprezzo del killer è del tipo "ti raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte (annichilimento totale) e chiudo la scena"; 5) un killer professionista non lascia il testimone visivo dell'omicidio in vita, lo elimina, inoltre si traveste, si travisa.
Quindi,
non inventiamo la favoletta della mano ferma e decisa perché il
colpo è stato esploso a contatto e non a distanza.
Ultimo
ma non per questo ultimo (last but not least): un killer
professionista MAI si avvicina alla vittima e MAI punta l'arma a
pochissimi centimetri di distanza, se lo facesse correrebbe troppi
rischi...addirittura con un testimone presente!!!
Morale
della storia: 1) l'assassino di Mario Piccolino non può essere un
sicario professionista specialista perché ha trasgredito TUTTE le
regole del killer professionista; 2) il colpo di pistola esploso a
distanza ravvicinata non può essere giudicato con le caratteristiche
della precisione, della freddezza e della fermezza in quanto tale
comportamento è indicatore di dilettantismo.
OMICIDIO
MARCO PICCOLINO – Comunicato del 30 maggio 2015
Considerati
il modus operandi e la dinamica omicidiaria, appare che l'assassino
non sia un killer professionista e che il movente sia del tipo
personale, emozioniale ed espressivo. Ciò per una serie di fattori,
fra i quali: il killer ha lasciato tracce biologiche,
dattiloscopiche, mnestiche, visuali e descrittive; il colpo UNICO
alla fronte è sinonimo e firma psicologica di motivo personale, di
vendetta intima e di rancore; l'avere lasciato vivo il testimone
oculare depone per un killer non professionista che ha come unico
obiettivo l'eliminazione del bersaglio odiato; l'arma è abnorme un
killer professionista; il messaggio simbolico e di disprezzo del
killer è del tipo "ti
raggiungo nella tua tana, ti umilio, ti domino, ti sparo in fronte
(annichilimento totale) e chiudo la scena".