giovedì 10 maggio 2018

GIALLO DI ARCE - “LA PORTA DELLA CASERMA NON È L'ARMA DEL DELITTO”

MIE CONSIDERAZIONI NON ESPLICITATE NELL'INTERVISTA
Stanno ipotizzando che una ragazza alta cm 155 abbia lo zigomo e la tempia sinistra a cm 154 d'altezza e non invece a cm 146. Sono scivolati nell'errore dell'intuizione fallace e nell'errore di fonte autorevole.
Ritengo di avere dimostrato che non vi è alcuna possibile corrispondenza fra i due corpi che avrebbero impattato, cioè, la testa della vittima Serena Mollicone con la regione zigomatica, orbitale e temporale sinistra (distante da terra da cm 146 se in posizione a talloni uniti ai cm 140 se in posizione normale) e la zona della porta dove è osservata e documentata la lesione (altezza da terra cm 154): QUINDI, LA FAMOSA PORTA CON LA QUALE CI STANNO CONFONDENDO DA ANNI NON È L'ARMA DEL DELITTO.
Spero di avere restituito la dignità all'appuntato Francesco Suprano, sospettato di avere “occultato” la c.d. “Arma del delitto”, cioè la porta e purtroppo entrato nel mirino del sospetto e della cattiva fama.

TUTTO CIÒ A PRESCINDERE DA DOVE, QUANDO, DOVE, PERCHÉ E DA CHI SIA STATA COLPITA ALLA REGIONE ZIGOMATICA-SOPRACCIGLIARE SINISTRA SERENA E POI UCCISA TRAMITE SOFFOCAMENTO.

L'INTERVISTA:
 “LA PORTA DELLA CASERMA NON È L'ARMA DEL DELITTO”
Lavorino, la pista della Procura viene considerata la “svolta” nelle indagini sul caso Mollicone. Serena potrebbe essere stata uccisa dalla porta di un appartamento della caserma di Arce. Ma si tratta di filone investigativo poco solido?
La porta al 100% non è l'arma del delitto come ci stanno raccontando da anni. Purtroppo da due  anni gli inquirenti sono preda del c.d. "autoconvincimento riverberante" di avere scoperto l'arma del delitto nella porta sequestrata nella Caserma dei Carabinieri di Arce: questo invece è sbagliato!
Lo sanno tutti ed è notizia che circola sul web dal novembre 2017 che il medico legale Cristina Cattaneo, incaricato dalla Procura di Cassino, ritiene che vi sia coincidenza tra l’ubicazione della lesione sulla porta (posta a 154 cm in media da terra) e il punto di impatto della testa di Serena Mollicone, considerata l’altezza della ragazza (155 cm), dando per scontato che vi sia stata una forte spinta del corpo, o della testa in particolare, contro la porta.
È evidente che la Relazione Cattaneo ha commesso una svista a dir poco clamorosa laddove ritiene che Serena abbia sbattuto NON con la zona temporale sinistra alta da terra non più di cm 146, bensì con la sommità del capo alto cm 155…però ferendosi al sopracciglio sinistro: sicuramente è errato fare coincidere l'altezza della ferita e/o della lesione sullo zigomo della vittima, individuata al 100% sotto la quota dei cm 146, con la lesione sulla porta individuata a quota cm 154: VI SONO ALMENO 9 CM DI DISLIVELLO! Come si fa ad andare a sbattere la tempia alta cm 146 all'altezza di cm 154? Su questa svista hanno impostato una linea investigativa fallace!
E nulla di quanto sopra cambierebbe se Serena avesse impattato contro la porta calzando gli scarponcini, così elevando la propria posizione di cm 1,5, fermo restando che in una situazione dinamica di colluttazione laddove una ragazza impatti contro una porta, non è in posizione di "attenti militare", bensì ha il baricentro (e quindi il capo) abbassati di almeno 5 cm e SICURAMENTE deve piegare la testa verso il basso e verso la direzione di moto.

Perché tanta sicurezza da parte degli inquirenti?
Innamoramento dell'intuizione, del sospetto e della tesi Siamo di fronte alla solita intuizione investigativa che diviene innamoramento del sospetto e della tesi: un insieme generato dall'errore d'équipe e dall'autoconvincimento riverberante “Più ci lavori più ci credi, e nel gruppo di lavoro tutti ci credono”. Lo stesso accadde col carrozziere Carmine Belli, ingiustamente imprigionato per 18 mesi e processato per l'omicidio di Serena, un malcapitato che venne assolto solo grazie al sottoscritto, al mio gruppo di lavoro noto come CESCRIN ed agli avvocati difensori. Se non ci fossimo stati noi avremmo un innocente condannato almeno a 24 anni, la vittima offesa con la condanna di un poveraccio, il colpevole in libertà certo della propria impunità. Ricordo che dovemmo rovesciare i convincimenti e le tesi degli investigatori, dei vari pubblici ministeri, del giudice delle indagini preliminari, dei difensori dei famigliari di Serena e del padre stesso.
Purtroppo la storia si ripete con l'intuizione degli inquirenti che la porta di legno sequestrata nella Caserma dei Carabinieri di Arce nell'alloggio dell'appuntato Francesco Suprano, sia proprio l'arma del delitto, cioè, la causa della frattura alla zona sopraccigliare sinistra e zigomatica di Serena Mollicone. Questa apoditticità sta allungando i tempi,  sta creando false aspettative e fa percorrere una linea investigativa fallace e perdente.

Lei ha recentemente inoltrato una richiesta alla Procura di Cassino: chiede siano svolti accertamenti tecnico-scientifici su due personaggi, uno dei quali non è entrato minimamente nell'inchiesta.
Occorre acquisire le impronte digitali di un personaggio entrato nelle indagini e di un pregiudicato condannato per omicidio.   Anni fa il procuratore capo di Cassino dott. Mercone ci chiese di indicargli i nominativi di soggetti in modo da comparare il loro Dna e le loro impronte papillari con quelle dell'assassino. Lo facemmo.
Il mese scorso ho consigliato/indicato/suggerito e chiesto agli inquirenti di comparare le impronte papillari di un prsonaggio entrato trasversalmente nell'inchiesta e le impronte digitali di una persona riconosciuta con sentenza definitiva l'assassino di una donna a Fontechiari, donna picchiata, fatta morire per soffocamento e poi avvolta in sacchi di nylon e sepolta, proprio con le impronte papillari ottenute dai reperti relativi l'omicidio ai danni di Serena Mollicone. La stessa linea investigativa è stata da me indicata per la comparazione del Dna dei suddetti col Dna ottenuto dai reperti relativi l'omicidio di Serena Mollicone, compresi quelli rinvenuti sulla scena del rinvenimento del cadavere.
Gli accertamenti dovrebbero servire a sgomberare il campo da sospetti, non ad incolpare nessuno.





sabato 21 aprile 2018

SERENA MOLLICONE: NON E' LA PORTA DELLA CASERMA CC "L'ARMA DEL DELITTO"...

OMICIDIO SERENA MOLLICONE - GIALLO DI ARCE. Anticipo che NON condivido, anzi, CONTESTO AL 100%, l'ipotesi che la porta della Caserma dei Carabineri di Arce sia la c.d. "ARMA DEL DELITTO", che Serena abbia sbattuto la testa contro di essa, che la lesione sulla porta sia stata prodotta dalla testa di Serena . Tale ipotesi (che ritengo essere apodittica e sconclusionata) è stata pubblicata da molti organi di stampa che la attribuiscono agli Inquirenti ed alla Prof.ssa Cristina Cattaneo medico legale. FRA QUALCHE GIORNO SPIEGHERO' I MOTIVI DELLA MIA CONFUTAZIONE A QUESTA IPOTESI CHE REPUTO ESSERE SENZA BASI E SENZA COSTRUTTO (lo farò...senza alcuna violazione di segreto istruttorio...io!!!). Così come contro Carmine BELLI (il carrozziere di Arce) gli Inquirenti produssero uno scenario ipotetico FALLACE ritenendo Belli l'assassino di Serena, per poi costruirci sopra inconsistenti, fantasiosi e demolibili teorie, moventi, contesti, deduzioni ecc. ecc., lo stesso sta accadendo con la porta che ritengono essere la c.d. "ARMA DEL DELITTO": voli pindarici, autoconvincimento riverberante, errata intuizione di cui ci si innamora che diviene tesi-certezza (!!!)! Tutto a ciò a prescindere da come si siano svolti realmente i fatti. Il problema è che non si può basare un ragionamento serio e scientifico su un presupposto falso (cioè: non esatto, errato, incertissimo): nella fattispecie sta accadendo questo! Dulcis in fundo: mi sono dimesso dall'incarico di consulente criminologo della difesa dell'appuntato CC Francesco Suprano perché...mi si vuole bloccare: ma si possono bloccare il Vento, l'Oceano, la Verità, il Pensiero e l'Informazione...e CHI SALVO' CARMINE BELLI E LA VERITA' DEI FATTI? Penso proprio di no...allora mi sono dimesso per GRIDARE LA VERITA' DEI FATTI E DELLA SCIENZA CRIMINOLOGICA! Alla prossima...

mercoledì 7 febbraio 2018

NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER - METODOLOGIE DI ANALISI CRIMINALE

Seminario di Studi - CESCRIN – Centro Studi Investigazione Criminale 

ARGOMENTI DEL SEMINARIO
Definizione, classificazione ed analisi sistemica del serial killer. I serial killer italiani: dal Mostro di Firenze a Donato Bilancia. Serial killer: modus operandi, firma psicologica, atti autoconservativi. Classificazione ed analisi criminologica-investigativa del serial killer secondo i criteri: motivazioni e movente; vittimologia, scene e luoghi del crimine e modus operandi; intento primario; constesto, situazionalità e stile esecutivo; organizzazione, volontarietà e premeditazione; livelli criminaliI "signature killer": assassini che lasciano una firma con modalità individuabili e definibili. Le trenta componenti psicodinamiche dei serial killer. Le sette fasi del modello decisionale dei serial killer. Lo schema logico comportamentale (pattern) dei serial killer. 
Valido per i crediti Formativi per il CdL Scienze dell'Investigazione UNIVERSITÀ DI L'AQUILA
Patrocinio dell'I.P.A. – International Police Assn.
ROMA - CLINICA SANT'ALESSANDRO - VIA NOMENTANA 1362 
SABATO 24 MARZO 2018 - Ore 10:00 – 13:30 / 15:00 – 18:30
DOCENTI: Prof. Marco Cannavicci - Prof. Carmelo Lavorino - Prof. Francesco Sidoti
INTERVERRANO: Dott. Enrico Delli Compagni – Avv. Nino Marazzita

MATERIALE DIDATTICO A CURA DEL CESCRIN. 
A OGNI ISCRITTO SARÀ RILASCIATO L'ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE E OFFERTO IL VOLUMEDONATO BILANCIA - NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER”
Informazioni: www.cescrin.it - Telefono 342 9779994
Quota di partecipazione al Seminario euro 80,00
Versamento tramite bonifico: IBAN IT30X0306905091100000001488 


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DA INVIARE tramite email a: cescrin@gmail.com
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NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER – Metodologie di analisi criminale”
ROMA - Sabato 24 marzo 2018.
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AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
La informiamo, ai sensi dell’ Art. 10 della legge 31 dicembre 1996 n. 675, recante disposizioni a tutela delle persone e d’altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, che i dati da Lei forniti, potranno formare oggetto di trattamento, nel rispetto della normativa sopra richiamata e degli obblighi di riservatezza cui e’ ispirata la nostra attività. La informiamo altresì che in relazione ai predetti trattamenti Lei potrà esercitare i diritti di cui all’ Art. 13 del 31/12/96 n. 675. Ricevuta l’ informativa dei miei dati personali ai sensi dell’ Art. 10 della legge n. 675/96 consento al loro trattamento nella misura necessaria per il perseguimento degli scopi statutari. Inoltre autorizzo l’utilizzo del proprio ritratto e la pubblicazione e diffusione dell’immagine agli organizzatori per gli usi consentiti dalla legge.

Data ................................................ ............................................................................. 
(Firma chiara e leggibile)

sabato 9 dicembre 2017

Roma, presentato il libro su Donato Bilancia

È stato presentato a Roma, presso la libreria Medichini Clodio, il volume “DONATO BILANCIA
NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER, autore il criminologo investigativo e profiler Carmelo Lavorino.
Relatori d'eccezione i tre professionisti che hanno curato le prefazioni: il prof. Francewsco Sidoti, criminologo e sociologo, già direttore del corso di laurea in Scienze dell'investigazione all'Università di L'Aquila, il regista Roberto Faenza e l'avvocato Nino Marazzita.
Il volume analizza in chiave criminologica, investigativa e giornalistica d’inchiesta gli episodi criminosi con Donato Bilancia spietato e distruttivo protagonista: diciassette omicidi e due tentati omicidi.
L’Autore, noto criminologo, profiler, analista della scena del crimine ed esperto in investigazione criminale, entra nella mente del serial killer Bilancia e ne intuisce, definisce, analizza e spiega il“maligno filo rosso logico conduttore degli omicidi”, i vari moventi, le scelte tattiche e strategiche delle vittime e dei luoghi degli omicidi, gli schemi mentali e comportamentali, la criminodinamica e la segreta firma psicologica.
Il libro sintetizza i motivi del perché Bilancia poteva essere individuato già da tempo, molto prima del 29 aprile 1998 e, come mai, le indagini siano state lente, lacunose e scoordinate.
Ogni capitolo studia e descrive in modo inedito e col metodo sistemico di analisi criminale: gli antefatti, le scene del crimine e la vittimologia; il modus operandi, i moventi psicologici, pratici, economici e sessuali di Bilancia; le tracce lasciate e i suoi errori esecutivi; il punto della situazione info-investigativa del momento e le carenze delle indagini.
L’ultimo capitolo traccia il profilo criminale di Bilancia, particolarmente cinque argomenti: lo schema del serial killer Donato Bilancia e la sua linea esecutiva, Bilancia signature killer, Bilancia serial killer, le 30 componenti psicodinamiche del serial killer riferite e le sette fasi del modello decisionale criminale in Bilancia.

DONATO BILANCIA
NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER
Autore: Carmelo Lavorino - Editore: De Ferrari - Genova - ISBN-13: 978-88-6405-904-4
Prezzo: euro 15,00 - Pagine: 310 - Capitoli: 23 - Tavole: 15
Prefazione e introduzione di Francesco Sidoti criminologo e sociologo, Roberto Faenza regista, Nino Marazzita avvocato penalista

DALLA PRESENTAZIONE DEL PROF. FRANCESCO SIDOTI, CRIMINOLOGO SOCIOLOGO
Questo volume di Carmelo Lavorino non è soltanto avvincente come lettura, ma è assai utile e importante anche da un punto di vista strettamente tecnico e professionale. Grazie a Carmelo Lavorino possiamo ritrovare, in filigrana, nella vicenda individuale di Donato Bilancia, alcune questioni fondamentali di una corretta metodologia.
(...) Carmelo Lavorino entra nella vicenda umana del caso Bilancia, in maniera che è illuminante perché non si affida soltanto ai colloqui (come fanno molti psichiatri): comprensibilmente possono essere riduttivi e fuorvianti. Oltre che fare riferimento alle dichiarazioni, Lavorino studia minuziosamente i fatti e gli antefatti, distingue i dati e le ipotesi, rilegge riga per riga le carte processuali.
(...) In breve, Lavorino fa emergere la specificità dell'investigatore vero, caratterizzato da istruzioni, professionalità, metodologie, attrazioni ben differenti rispetto a quelle che sono proprie dello psichiatra, dell'avvocato, del criminalista, del criminologo, del giornalista. Questi sono prevalentemente interessati l'uno alla capacità di intendere e di volere, l'altro ai profili giuridici, l'altro ancora alle modalità esecutive, ai mezzi, ai luoghi del delitto, alle conseguenze detentive, alle ragioni sociali e istituzionali. Osservano il "come", il "quando", il "dove", le ripercussioni, la difesa, e così via.
L'investigatore, invece, fa un mestiere diverso. Vuole sapere "chi": esamina le tracce lasciate dal responsabile, lo immagina, lo identifica, lo insegue, lo stana. Soltanto se è veramente bravo, lo trova. In questo caso, Carmelo Lavorino, non lo trova: lo spiega. Ma, in tanti altri casi, il responsabile vero, Lavorino lo ha trovato - e soprattutto ha trovato la non-responsabilità di tanti indagati e imputati, che erano innocenti e che se non fosse stato per lui marcirebbero ancora in galera.

DALLA PREFAZIONE DEL DOTT. ROBERTO FAENZA, REGISTA
(...) Su Bilancia si è detto, ragionato e scritto molto: articoli, saggi, trasmissioni, fiction e libri. Credo però che nessuno abbia affrontato il complesso e difficile argomento come è riuscito a fare Lavorino, il quale, entrando realmente NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER, spiega – col suo metodo e il suo stile da profiler e criminologo investigativo – quali siano realmente tutta una serie di elementi da conoscere. Elenco i principali: la logica segreta delle azioni criminose di Bilancia; i moventi nascosti nella sua psiche, nei suoi traumi (dall’infanzia all’odio esasperato contro le donne, la coppia genitoriale ed altre figure simboliche), nelle sue cabale mentali di giocatore d’azzardo e nelle sue fantasie di morte. Con dovizia di particolari anche spettacolari Lavorino spiega perché, con quali scelte tattiche e strategiche e con quali obiettivi Donato Bilancia, di volta in volta, decideva di uccidere, dove uccidere e quale tipo di vittima aggredire. A leggerlo vengono i brividi e mi chiedo come possa la mente umana elaborare un simile coacervo di orrori riuscendo a sopravvivere.
(...) Leggendo questo libro assistiamo come al cinema a una sedimentazione del male assoluto, dove l’assassino gioca a poker e alla roulette contro i suoi cacciatori, puntando la vita delle vittime come fossero “birilli” o “bambole di pezza”. Un tragico gioco nel quale Bilancia, decidendo il tipo d’azzardo e di sfida, il tavolo e la posta, agisce con azioni temerarie e pianificate, con bluff e contro bluff che potremmo definire geniali se il termine fosse appropriato nel caso di un criminale.
(...) Bilancia è stato preso e oggi sconta la sua pena a 13 ergastoli. Ma a leggere queste pagine che rappresentano di fatto la scannerizzazione di una mente umana atipica, c’è da sperare che di uomini come Bilancia non ce ne siano più. Purtroppo non è così e credo che Lavorino lo sappia più di ogni altro.

DALLA PRESENTAZIONE DI NINO MARAZZITA, AVVOCATO PENALISTA
Carmelo Lavorino e Donato Bilancia, due personaggi che ho conosciuto per motivi professionali, rispettivamente il Bene e il Male. Il primo concentrato e dedito a risolvere casi delittuosi, a studiare e sviluppare metodiche d'investigazione criminale, il secondo dedicato al furto, alle rapine, al gioco d'azzardo, alla devianza e delinquenza, sino ad arrivare all'uccisione di diciassette persone in sei mesi.
Con Lavorino, da subito amico Carmelo, ci conoscemmo nel 1995 quando andammo a Firenze per difendere e fare assolvere Pietro Pacciani accusato dei 16 delitti del Mostro di Firenze: Carmelo organizzò e mi mise a disposizione un pool tecnico investigativo di prim'ordine, fra cui il professore Francesco Bruno e la psicologa Simonetta Costanzo: furono giorni intensi ed esaltanti. Facemmo assolvere Pietro Pacciani condannato in primo grado a ben 14 ergastoli. Con Carmelo ho mantenuto un fortissimo rapporto di amicizia e ogni tanto mi pregio della sua collaborazione di criminologo investigativo e di profiler.
(...) Ora Carmelo ha scritto un libro intrigante, tecnico, analitico e scientifico su Bilancia, l'assassino seriale che ho conosciuto nel 1998, un uomo che è la "sedimentazione del male assoluto".

L'AUTORE CARMELO LAVORINO
L'autore Carmelo Lavorino, criminologo criminalista, vive e lavora fra Roma e Gaeta (LT). È fondatore e direttore del CESCRIN (Centro Studi Investigazione Criminale) e della rivista Detective & Crime.
Si è interessato di oltre 200 casi d'omicidio, fra cui i delitti del Mostro di Firenze, di Via Poma, di Donato Bilancia, di Cogne, di Arce, del piccolo Tommaso Onofri, di morti equivoche e di cold cases.
Già docente universitario in "Tirocinio sopralluogo e scena del crimine" e in “Protezione delle istituzioni, persone ed eventi” presso l'Università di L'Aquila al Corso di Laurea Scienze dell'Investigazione.
È iscritto all'Albo dei Periti Criminologi presso il Tribunale Penale di Roma.
È specializzato in investigazioni penali, in esame ed analisi della scena del crimine e del modus operandi del soggetto ignoto, in organizzazione e coordinamento di pools tecnici e investigativi, in management dell'investigazione criminale, in BPA (Bloodstain Pattern Analysis – Analisi dello schema di formazione delle macchie di sangue).

DONATO BILANCIA - NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER
INDICE DEI CAPITOLI
Presentazione di Francesco Sidoti
Prefazione di Roberto Faenza
Prefazione di Nino Marazzita
Prologo di Carmelo Lavorino
Cap. 1 - L'ombra nera del serial killer
Cap. 2 - La grande serie assassina di Donato Bilancia
Cap. 3 - Donato Bilancia mi scrive dal carcere di Padova.
Cap. 4 - Il metodo di lavoro per l'analisi criminale sistemica 
Cap. 5 - Il delitto del biscazziere
Cap. 6 - Il delitto degli sposini
Cap. 7 - Il delitto degli orefici
Cap. 8 - Il delitto del primo cambiavalute
Cap. 9 - Il delitto del metronotte
Cap. 10 - Inizia la serie delle prostitute
Cap. 11 - Uccisione della seconda prostituta
Cap. 12 - Il delitto del secondo cambiavalute
Cap. 13 - Il delitto dei vigilantes e il ferimento del viado
Cap. 14 - Uccisione della terza prostituta
Cap. 15 - Bilancia s’impietosisce e grazia la vittima
Cap. 16 - Iniziano i delitti sui treni: la prima vittima
Cap. 17 - Uccisione della quarta prostituta
Cap. 18 - Seconda uccisione in treno
Cap. 19 - Ultimo delitto della serie
Cap. 20 - La cattura di Donato Bilancia
Cap. 21 - Processato e condannato
Cap. 22 - Le performance mediatiche di Donato Bilancia
Cap. 23 - Il modello sistemico del serial killer Donato Bilancia
Conclusioni
Ringraziamenti
Bibliografia
INDICE DELLE TAVOLE
Tav. I - Tabella degli omicidi e dei tentati omicidi di Donato Bilancia
Tav. II - Lo schema del modus operandi di Ddonato Bilancia
Tav. III - Classificazione del serial killer secondo la motivazione
Tav. IV - Schema della triade criminodinamica
Tav. V- I sette indicatori fondamentali concettuali del crimine
Tav. VI - Classificazione degli intenti primari nell’omicidio
Tav. VII - Cronologia eventi del crimine - Omicidio n° 16
Tav. VIII - Le tre serie della grande serie omicidiaria
Tav. IX- Tabella degli omicidi e dei tentati omicidi di D. B.
Tav. X - Tabella degli omicidi e dei tentati omicidi coi tempi di raffreddamento e il numero dei colpi esplosi
Tav. XI - Schema dell'intento primario in Donato Bilancia
Tav. XII - Lo stile dei modus operandi di Donato Bilancia
Tav. XIII - I tredici elementi della firma psicologica di D. Bilancia con riferimento alla "triade criminodinamica"
Tav. XIV - Schema del "quid collante e propulsore: odio, risentimento e traumi non risolti"

Tav. XV - La mappa delle scene dei crimine








mercoledì 15 novembre 2017

A PROPOSITO DEI PERMESSI AI SERIAL KILLER IN GALERA

PERMESSO PER IL SERIAL KILLER DONATO BILANCIA
I serial killer non possono essere recuperati a prescindere dalla motivazione che li ha spinti a uccidere, sono dominati dall'istinto di morte e dalla coazione a ripetere: sono un pericolo permanente per la società e devono restare in carcere per tutta la vita senza sconti e/o premi. Difatti, TUTTI i criminali seriali che hanno usufruito di agevolazioni, sconti di pena e permessi hanno colpito senza pietà e, in questo contesto, i serial killer sono i peggiori.
Donato Bilancia non sfugge a questa regola, anzi, essendo un serial killer del tipo complesso, organizzato e prolifico, è enormemente pericoloso, lasciamo stare poi le questioni pentimento, perdono, ravvedimento et similia.
Bilancia, 17 omicidi e due tentati omicidi in circa sei mesi, ha ucciso per una serie di motivi complessi, saldati dal triplice elemento collante e propulsivo del "risentimento per molte situazioni che lo hanno visto sconfitto e tradito", più "l’odio contro le donne che considerava tutte "puttane che devono inginocchiarsi a lui" e "motivi economici e di depistaggio"". Alla suddetta terna si sono uniti tre antichi gruppi di sentimenti negativi già saldatisi in un unico tronco: 1) il rancore verso la coppia genitoriale (il padre Rocco e la madre Anna Mazzaturo) per i noti motivi risalenti all'infanzia ed all'adolescenza, per le angherie e gli insulti del padre, per lo scarso affetto che la madre gli dimostrava; 2) il disprezzo assoluto e l'odio glaciale nei confronti del padre col quale mai ha tentato e/o potuto identificarsi; 3) l'odio contro la cognata che reputava l'assoluta responsabile di tutte le sue disgrazie, del suicidio del fratello Michele e della morte del nipotino Davide.
Al che, che Bilancia abbia ottenuto un permesso per andare a visitare la tomba dei genitori che quando erano in vita ha sfregiato psicologicamente anche con i suoi omicidi, addirittura andando ad ammazzare a Cogoleto in vicinanza della loro casa estiva, è emblematico del personaggio e della sua logica.
Non reputo che un serial killer possa essere "redento", "compreso", "perdonato" e "reinserito nella società", a prescindere dalle motivazioni e dallo stato psichico che lo hanno indotto a uccidere. Nemmeno credo che Bilancia sentisse l'imperiosa voce interna che lo obbligava ad alzarsi per andare a uccidere, allucinato e impossibilitato a disobbedire, perché, se così fosse accaduto, Bilancia non avrebbe potuto organizzare piani astuti ed eseguirli tramite azione logiche, coordinate, consequenziali e mirate. Certamente non avrebbe costruito preventivamente la chiave falsa per entrare nel condominio dove ha ucciso il metronotte Canu, o la chiave quadra per entrare nelle toilettes dei treni. Bilancia è andato a uccidere per due volte a Ventimiglia i cambiavalute Marro e Gorni per motivi tattici, economici e psicologici, così come la scelta di uccidere sui treni non è stata improvvisa ed estemporanea, ma frutto di un sottile perfido calcolo.
Se Bilancia fosse stato preda della "cattiva voce assassina" non avrebbe potuto (1) avere lucidissimi schemi mentali e piani operativi, (2) effettuare sopralluoghi per studiare le modalità, i tempi e le tattiche per gli omicidi, (3) effettuare i calcoli dei tempi esecutivi e dei tragitti, delle vie di fuga, (4) organizzare comportamenti per la logistica e l'autosicurezza. Certamente non avrebbe potuto/dovuto pianificare gli omicidi per i motivi di depistaggio e strumentali alla sua strategia, con le scelte stilistiche, geniali e mutevoli, condite anche da bluff e sfide.
Bilancia viveva e ospitava la pulsione omicida slatentizzatasi dopo circa nove lustri di vita nel crogiolo della sua psiche e della sua logica di ladro professionista e giocatore estremo, però, poteva scegliere se obbedire alla pulsione o respingerla. Poteva scegliere ed aveva i suoi freni inibitori: il problema era che aveva preso gusto a quel mondo nuovo e terribile, a uccidere, ad "abbattere i birilli", a quelle sensazioni, emozioni e turbolenze della vita e della mente. 

venerdì 10 novembre 2017

DATE E LUOGHI DELLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME "DONATO BILANCIA - NELLA MENTE DEL SERIAL KILLER"

1° dicembre, venerdì, ore 17:00
GENOVA - Fondazione DE FERRARI
Piazza Dante 9/18

7 dicembre, giovedì, ore 17:00
ROMA - Libreria Medichini Clodio
Piazzale Clodio 26 A, B, C

15 dicembre, venerdì, ore 20:30
ROMA SPINACETO - Libreria del Sole
Viale dei Caduti nella Guerra di Liberazione, 470
Autore: Carmelo Lavorino
Editore: De Ferrari - Genova
Prezzo: euro 15,00
ISBN-13: 978-88-6405-904-4
Pagine: 310 - Capitoli: 23 - Tavole: 15
Prefazione e introduzione di:
- Francesco Sidoti criminologo e sociologo
- Roberto Faenza regista
- Nino Marazzita avvocato penalista